Gazzetta n. 146 del 24 giugno 2022 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1 giugno 2022 |
Scioglimento del consiglio comunale di Portigliola e nomina della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di Portigliola (Reggio Calabria) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 26 maggio 2022;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Portigliola (Reggio Calabria) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il Comune di Portigliola (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione e il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica. A seguito di notizie ed informative acquisite dalle Forze di polizia che hanno evidenziato possibili forme di condizionamento dell'amministrazione locale da parte della criminalita' organizzata, con decreto del 9 settembre 2021, successivamente prorogato per ulteriori tre mesi, il prefetto di Reggio Calabria ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune ai sensi, dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Al termine dell'indagine ispettiva la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Reggio Calabria, sentito nella seduta dell'8 aprile 2022 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria della direzione distrettuale antimafia e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Locri, ha tramesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento, gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale e il contesto ambientale ove si colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori ed esponenti di gruppi criminali locali, le cui risultanze hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi. La relazione prefettizia pone in rilievo la forte presenza di sodalizi criminali di tipo mafioso sul territorio di Portigliola come su tutta la fascia ionica reggina, organizzazioni dedite al traffico di sostanze stupefacenti e in grado di condizionare l'economia locale, la cui pericolosita' per l'ordine e la sicurezza pubblica e' dimostrata anche giudizialmente in alcune sentenze emesse tra il 2001 e il 2003 dal Tribunale di Reggio Calabria e dalla corte d'Assise di Locri avendo fatto registrare in passato anche gravi fatti di sangue, come nel caso di un duplice omicidio di affiliati ai locali clan mafiosi, di cui uno perpetrato proprio a Portigliola. Tali aspetti sono stati confermati dall'operazione giudiziaria denominata «Mandamento Ionico», le cui risultanze hanno disvelato la «geografia» criminale reggina nella quale e' pienamente inserita la «locale di Portigliola», alla quale, peraltro, e' risultato affiliato anche un ex dipendente comunale. Il prefetto di Reggio Calabria evidenzia una sostanziale continuita' amministrativa tra la compagine attualmente in carica, eletta all'esito della tornata del giugno 2017 e le precedenti, atteso che il sindaco attuale e' al suo secondo mandato, avendo precedentemente ricoperto la carica di consigliere comunale nelle consiliature del 1995 e del 2007, mentre la quasi totalita' dei componenti l'attuale civico consesso era gia' presente nel precedente consiglio comunale. Oltre alla preponderante e perdurante presenza degli stessi amministratori che, come detto, connota la vita amministrativa dell'ente locale, il prefetto di Reggio Calabria sottolinea che nei confronti di alcuni di essi si annoverano precedenti di polizia oltreche' frequentazioni e rapporti parentali con la delinquenza locale o con affiliati a clan mafiosi, trai quali viene evidenziata la posizione di un assessore e di un vicesindaco, entrambi surrogati nell'anno 2019. Nei confronti dello stesso primo cittadino di Portigliola e di altri dipendenti comunali e' attualmente pendente un procedimento penale per i reati di abuso d'ufficio e rifiuto di atti d'ufficio. La relativa indagine giudiziaria che ha preso avvio da una vicenda amministrativa relativa alla gestione di uno stabilimento balneare ha fatto emergere che il primo cittadino e i suoi collaboratori avrebbero posto in essere reiterati comportamenti illeciti volti a far decadere, illegittimamente, l'intestatario della concessione demaniale impedendo la gestione delle attivita' dello stabilimento balneare e procurando allo stesso un danno ingiusto. Vengono inoltre segnalate, nei riguardi del primo cittadino, frequentazioni con soggetti controindicati, uno dei quali e' anagraficamente residente presso una abitazione di proprieta' del coniuge del predetto amministratore, di fatto domiciliato presso l'abitazione principale del vice sindaco, e che risulta aver ricoperto fino a qualche giorno prima dell'insediamento della commissione di accesso la carica di presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa destinataria di numerosi affidamenti comunali. Peraltro, il predetto soggetto controindicato dichiara di essere stato sempre ospite a casa del vicesindaco. Controindicazioni di analogo tenore vengono inoltre segnalate anche per l'attuale vicesindaco che risulta avere stretti legami familiari con appartenenti a consorterie mafiose, uno dei quali elernento di spicco della locale criminalita' deceduto nel 1997 dopo uno scontro a fuoco con le Forze di polizia. Riguardo a questo ultimo amministratore, nella relazione prefettizia viene riferito che l'attuale vicesindaco, durante le consultazioni amministrative del 2017, nel corso di un diverbio, avrebbe, aggredito e ferito un rivale elettorale e cio' - sottolinea il prefetto - testimonia il clima «di violenza e di intimidazione» nel quale si sarebbero svolte le elezioni comunali, come confermato anche da un altro analogo episodio di aggressione verificatosi ai danni di un familiare di un consigliere comunale. A tal proposito, la relazione prefettizia ha evidenziato come elemento rappresentativo dei collegamenti e delle forme di condizionamento dell'amministrazione comunale da parte della criminalita' organizzata, l'episodio avvenuto nel corso della precedente consiliatura, tratto da un'annotazione di Polizia giudiziaria del 14 novembre 2016, dalla quale si rileva l'intenzione manifestata da un esponente mafioso di influire sull'ente locale per il tramite del vicesindaco e di altri amministratori del Comune di Portigliola; in particolare, la questione oggetto dell' annotazione riguarda proprio le dichiarazioni rese dal primo cittadino il quale ha riferito che la mancata partecipazione di alcuni amministratori ad una riunione del consiglio comunale, fissata per decidere dell'accoglienza di migranti ed a cui il medesimo era sfavorevole, sia stata provocata «dall'interessamento» di altri soggetti contigui ad un locale gruppo criminale che si erano invece dimostrati interessati all'eventuale sfruttamento economico che poteva nascere dalla vicenda sopra descritta. Analoghi pregiudizi e frequentazioni con malavitosi, che connotano la peculiarita' del locale contesto ambientale, vengono rilevati anche nei riguardi di altri due amministratori, nonche' di numerosi dipendenti comunali, taluni dei quali con gravi precedenti penali ed uno attualmente sottoposto alla misura della sorveglianza, speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno. La relazione prefettizia riferisce inoltre di una dipendente assunta a tempo determinato, dal marzo 2019, al maggio 2020, e inserita nell'organico della Polizia municipale, alla quale la prefettura di Reggio Calabria ha rifiutato, in un primo momento, l'attribuzione della qualifica di agente di pubblica sicurezza, essendo l'interessata convivente «con un soggetto ritenuto di interesse operativo» dalle Forze di polizia e per gli stretti legami parentali con pericolosi esponenti 'ndranghetisti che avrebbero potuto esercitare influenze negative sull'esercizio delle attivita' d'ufficio connesse alla qualifica richiesta. A questo riguardo, viene altresi' precisato che la predetta dipendente, a seguito del trasferimento di residenza, ha poi ottenuto la qualifica di agente di pubblica sicurezza, anche se e' soggetta a periodici controlli per le sopra rilevate frequentazioni e parentele, e che attualmente svolge la propria attivita' lavorativa presso la Polizia locale di altro comune della Provincia di Reggio Calabria. Gli esiti dell'attivita' ispettiva hanno disvelato un vero e proprio modus operandi dell'amministrazione comunale caratterizzato da procedure irregolari nell'espletamento dei pubblici affidamenti, avendo riscontrato dalla verifica delle deliberazioni consiliari e di giunta, nonche' dal contenuto delle determina dirigenziali emesse dall'ente locale dal giugno 2017, molteplici anomalie e prassi illegittime tra le quali si segnalano, solo a titolo esemplificativo, l'assenza di ricerche di mercato per la selezione delle imprese affidatarie, l'acquisizione di un unico preventivo, la presenza di preventivi privi di data certa o di dati identificativi delle societa' offerenti, la mancanza di adeguata motivazione a supporto del ricorso all'affidamento pubblico diretto, la liquidazione del corrispettivo sulla scorta delle sole fatture presentate dalle ditte affidatarie, l'assenza di un atto con data, certa attestante la regolare esecuzione dei lavori. Inoltre, e' stato rilevato che le ditte beneficiarie di affidamenti diretti vengono individuate da un elenco informale in uso all'ufficio tecnico e scelte in maniera estemporanea in base alla loro disponibilita' a lavorare per conto del Comune di Portigliola. I controlli della commissione di accesso hanno accertato un utilizzo piuttosto disinvolto e reiterato nel tempo dell'istituto della proroga per estendere la durata di contratti gia' scaduti, scelte non certamente conformi alla normativa di settore che limita a casi eccezionali e ben motivati il ricorso alla proroga dei contratti in essere. Tali criticita' sono emerse in particolare all'esito delle verifiche disposte presso l'ufficio tecnico, ove sono state riscontrate procedure rivelatesi piuttosto approssimative sia negli adempimenti istruttori che nell'espletamento dei controlli, dei requisiti soggettivi e di antimafia; e' al riguardo emblematico che l'organo ispettivo ha rilevato come nessuno degli operatori del predetto ufficio sia in possesso delle credenziali per accedere alla banca dati nazionale antimafia (BDNA). In tale quadro di illegittimita' o di irregolarita' amministrative viene a delinearsi la figura del sindaco di Portigliola, le cui funzioni, come riportato nella relazione prefettizia, hanno travalicato. le competenze politico amministrative proprie della carica rivestita, riassumendo di fatto nella sua persona la gestione complessiva e personalistica dell'ente locale; a tal fine risultano particolarmente significative le dichiarazioni rese dal vicesindaco e dall'assessore comunale in occasione dell'insediamento dell'organo ispettivo, i quali hanno addirittura riferito di non conoscere le deleghe loro assegnate e di svolgere solo funzioni di rappresentanza. Il perpetuarsi di prassi amministrative contra legem e l'assenza di controllo da parte, degli uffici comunali, con particolare riferimento ai requisiti soggettivi e di antimafia richiesti per i contraenti privati di un ente pubblico, sono emersi anche in seguito agli accertamenti effettuati dalle Forze di polizia sulle ditte affidatarie di pubbliche commesse gestite dal Comune di Portigliola; infatti, e emerso che gli amministratori o i titolari di alcune di esse hanno rapporti familiari o di frequentazione con esponenti della locale criminalita' organizzata. A questo proposito, il prefetto di. Reggio Calabria ha specificamente segnalato alcune ditte affidatarie di lavori, i cui titolari, alcuni gravati da pregiudizi penali, risultano avere stretti legami familiari con soggetti malavitosi, taluni dei quali coinvolti in operazioni di Polizia giudiziaria o condannati a pene definitive per gravi reati, compresi quelli di associazione di tipo mafioso, ritenuti esponenti di vertice di clan 'ndranghetisti attivi su tutto il territorio reggino. La commissione di accesso si e' soffermata in particolare sui numerosi lavori e servizi assegnati dal comune ad una societa' cooperativa che, come gia' rilevato a proposito delle frequentazioni del primo cittadino, e' stata amministrata fino a cinque giorni prima dell'insediamento dell'organo ispettivo da un soggetto controindicato ospitato presso abitazioni nella disponibilita' del sindaco e del vicesindaco; rileva al riguardo che il predetto soggetto, come emerso, da sommarie informazioni rese nell'ambito di un procedimento penale nel quale sono indagati il primo cittadino e alcuni dipendenti comunali, ha dichiarato di non conoscere gli altri amministratori ne' i dipendenti della cooperativa, di non essere a conoscenza di lavori assegnati dal comune e di non sapere l'indirizzo della sede societaria di cui non dispone delle chiavi di accesso. Ennesima circostanza che conferma la sussistenza di cointeressenze tra il primo cittadino e soggetti controindicati e' attestata dal fatto che la sede legale della societa' cooperativa, costituita nel febbraio 2011, corrisponde all'indirizzo di residenza anagrafica del sindaco di Portigliola (posta in un Comune di altra regione) e che il suo primo amministratore unico, restato in carica fino al giugno 2012, sia stato un collaboratore di studio dello stesso primo cittadino. Al riguardo, il prefetto di Reggio Calabria, nel rimarcare la particolare «vicinanza» tra il sindaco e la cooperativa, elemento che si desume chiaramente dagli atti costitutivi e dalle conseguenti vicende amministrative che l'hanno poi riguardata, ha riferito che la stessa societa' e' stata individuata dal Comune di Portigliola come assegnataria di numerosi affidamenti, consistenti in generale in lavori di spazzamento, di pulizia e decespugliamento nel centro abitato, assegnati peraltro in violazione di quanto stabilito dall'art. 36 del decreto legislativo n. 50/2016, sulla base del quale l'affidamento e l'esecuzione di lavori, servizi e forniture aventi un importo inferiore alla soglia comunitaria devono comunque avvenire nel rispetto del principio della rotazione degli inviti in modo da assicurare l'accesso al lavoro a piu' imprese del territorio. Viene riferito, infine, che uno dei consiglieri di amministrazione della societa' cooperativa risulta avere legami parentali con soggetto avente precedenti di polizia per associazione mafiosa, estorsione e usura e implicato in una recente operazione di Polizia giudiziaria. L'organo ispettivo ha segnalato inoltre numerosi altri affidamenti ad imprese che sono state poi destinatarie di interdittive antimafia, talune delle quali sottoposte ad amministrazione giudiziaria o a controllo giudiziario; cosi' pure viene riferito di ditte i cui titolari o amministratori, risultano avere relazioni parentali con soggetti intranei alla criminalita' organizzata, e cio' nonostante siano state beneficiarie di affidamenti diretti di commesse pubbliche senza che venissero preventivamente controllati i requisiti soggettivi e le certificazioni antimafia, oltreche' in violazione, come in altri casi analoghi, del principio di rotazione degli incarichi. La commissione d'accesso ha rilevato altresi' criticita' circa le capacita' dell'ente locale di accertare e riscuotere i tributi locali, in particolare, quelli relativi al servizio idrico integrato, alla Tari e alla IMU/TASI, segnalando notevoli ritardi nelle annualita' di consumo ancora da riscuotere e cio' fino alla esternalizzazione del servizio avvenuta nel triennio scorso, e sottolineando il disinteresse dell'amministrazione comunale verso l'attuazione di buone prassi amministrative al fine di favorire l'efficacia dell'attivita' di riscossione e ridurre l'area di evasione. Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Portigliola, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Portigliola (Reggio Calabria), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza e all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 18 maggio 2022
Il Ministro dell'interno: Lamorgese |
| Art. 2
La gestione del Comune di Portigliola (Reggio Calabria) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Luigi Guerrieri - viceprefetto; dott. Giovanni Todini - viceprefetto; dott. Francesco Greco - funzionario economico finanziario. |
| Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 1° giugno 2022
MATTARELLA
Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri
Lamorgese, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 6 giugno 2022 Foglio n. 1547 |
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