Gazzetta n. 152 del 1 luglio 2022 (vai al sommario)
DECRETO LEGISLATIVO 17 giugno 2022, n. 83
Modifiche al codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza di cui al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, in attuazione della direttiva (UE) 2019/1023 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019, riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, l'esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l'efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione, e che modifica la direttiva (UE) 2017/1132 (direttiva sulla ristrutturazione e sull'insolvenza).



IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri, e, in particolare, l'articolo 14;
Vista la legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea e, in particolare, l'articolo 31;
Vista la legge 22 aprile 2021, n. 53, recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2019-2020, ed in particolare l'articolo 1, comma 1, e l'allegato A, n. 22;
Vista la direttiva (UE) 2019/1023 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, l'esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l'efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione, e che modifica la direttiva (UE) 2017/1132 (direttiva sulla ristrutturazione e sull'insolvenza);
Visto il regolamento (UE) n. 2015/848 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2015, relativo alle procedure di insolvenza;
Visto il decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, recante codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155;
Visto il decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, recante misure urgenti in materia di crisi d'impresa e di risanamento aziendale, nonche' ulteriori misure urgenti in materia di giustizia, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 ottobre 2021, n. 147;
Visto il decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, recante disposizioni integrative e correttive a norma dell'articolo 1, comma 1, della legge 8 marzo 2019, n. 20, al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, recante codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155;
Visto il decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2021, n. 233 e, in particolare, gli articoli 30-ter, 30-quater, 30-quinquies e 30-sexies;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 17 marzo 2022;
Udito il parere del Consiglio di Stato, reso nell'adunanza del 1 aprile 2022;
Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 15 giugno 2022;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro della giustizia, di concerto con i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali;

Emana
il seguente decreto legislativo:

Art. 1
Modifiche alla Parte Prima, Titolo I, Capo I, del decreto legislativo
12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) la lettera a) e' sostituita dalla seguente: «a) "crisi": lo stato del debitore che rende probabile l'insolvenza e che si manifesta con l'inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi»;
b) la lettera g) e' abrogata;
c) la lettera h) e' sostituita dalla seguente: «h) "gruppo di imprese": l'insieme delle societa', delle imprese e degli enti, esclusi lo Stato e gli enti territoriali, che, ai sensi degli articoli 2497 e 2545-septies del codice civile, esercitano o sono sottoposti alla direzione e coordinamento di una societa', di un ente o di una persona fisica; a tal fine si presume, salvo prova contraria, che l'attivita' di direzione e coordinamento delle societa' del gruppo sia esercitata dalla societa' o ente tenuto al consolidamento dei loro bilanci oppure dalla societa' o ente che le controlla, direttamente o indirettamente, anche nei casi di controllo congiunto;»;
d) dopo la lettera m) e' inserita la seguente:
«m-bis) "strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza": le misure, gli accordi e le procedure volti al risanamento dell'impresa attraverso la modifica della composizione, dello stato o della struttura delle sue attivita' e passivita' o del capitale, oppure volti alla liquidazione del patrimonio o delle attivita' che, a richiesta del debitore, possono essere preceduti dalla composizione negoziata della crisi»;
e) alla lettera n), le parole «delle procedure di regolazione della crisi o dell'insolvenza previste» sono sostituite dalle seguenti: «degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e delle procedure di insolvenza previsti»;
f) alla lettera o), le parole «una delle procedure di regolazione della crisi di impresa» sono sostituite dalle seguenti: «uno degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza»;
g) dopo la lettera o), e' inserita la seguente:
«o-bis) « "esperto": il soggetto terzo e indipendente, iscritto nell'elenco di cui all'articolo 13, comma 3 e nominato dalla commissione di cui al comma 6 del medesimo articolo 13, che facilita le trattative nell'ambito della composizione negoziata»;
h) alla lettera p) sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, anche prima dell'accesso a uno degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza»;
i) alla lettera q), le parole «gli effetti delle procedure di regolazione della crisi o dell'insolvenza» sono sostituite dalle seguenti: «il buon esito delle trattative e gli effetti degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e delle procedure di insolvenza»;
l) la lettera u) e' abrogata.

N O T E

Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia ai sensi
dell'art. 10, commi 2 e 3 del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione delle leggi,
sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica
e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28
dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la
lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali
e' operato il rinvio. Restano invariati il valore e
l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.


Note alle premesse:

- Si riporta il testo degli articoli 76 e 87 della
Costituzione:
«Art. 76. - L'esercizio della funzione legislativa non
puo' essere delegato al Governo se non con determinazione
di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo
limitato e per oggetti definiti.».
- L'art. 87 Cost. conferisce, tra l'altro, al
Presidente della Repubblica il potere di promulgare le
leggi ed emanare i decreti aventi valore di legge e i
regolamenti.
- Si riporta il testo dell'art. 14 della legge 23
agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di Governo e
ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri):
«Art. 14 (Decreti legislativi). - 1. I decreti
legislativi adottati dal Governo ai sensi dell'art. 76
della Costituzione sono emanati dal Presidente della
Repubblica con la denominazione di "decreto legislativo" e
con l'indicazione, nel preambolo, della legge di
delegazione, della deliberazione del Consiglio dei ministri
e degli altri adempimenti del procedimento prescritti dalla
legge di delegazione.
2. L'emanazione del decreto legislativo deve avvenire
entro il termine fissato dalla legge di delegazione; il
testo del decreto legislativo adottato dal Governo e'
trasmesso al Presidente della Repubblica, per la
emanazione, almeno venti giorni prima della scadenza.
3. Se la delega legislativa si riferisce ad una
pluralita' di oggetti distinti suscettibili di separata
disciplina, il Governo puo' esercitarla mediante piu' atti
successivi per uno o piu' degli oggetti predetti. In
relazione al termine finale stabilito dalla legge di
delegazione, il Governo informa periodicamente le Camere
sui criteri che segue nell'organizzazione dell'esercizio
della delega.
4. In ogni caso, qualora il termine previsto per
l'esercizio della delega ecceda i due anni, il Governo e'
tenuto a richiedere il parere delle Camere sugli schemi dei
decreti delegati. Il parere e' espresso dalle Commissioni
permanenti delle due Camere competenti per materia entro
sessanta giorni, indicando specificamente le eventuali
disposizioni non ritenute corrispondenti alle direttive
della legge di delegazione. Il Governo, nei trenta giorni
successivi, esaminato il parere, ritrasmette, con le sue
osservazioni e con eventuali modificazioni, i testi alle
Commissioni per il parere definitivo che deve essere
espresso entro trenta giorni.».
- Si riporta il testo dell'art. 31 della legge 24
dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione
dell'Italia alla formazione e all'attuazione della
normativa e delle politiche dell'Unione europea):
«Art. 31 (Procedure per l'esercizio delle deleghe
legislative conferite al Governo con la legge di
delegazione europea). - 1. In relazione alle deleghe
legislative conferite con la legge di delegazione europea
per il recepimento delle direttive, il Governo adotta i
decreti legislativi entro il termine di quattro mesi
antecedenti a quello di recepimento indicato in ciascuna
delle direttive; per le direttive il cui termine cosi'
determinato sia gia' scaduto alla data di entrata in vigore
della legge di delegazione europea, ovvero scada nei tre
mesi successivi, il Governo adotta i decreti legislativi di
recepimento entro tre mesi dalla data di entrata in vigore
della medesima legge; per le direttive che non prevedono un
termine di recepimento, il Governo adotta i relativi
decreti legislativi entro dodici mesi dalla data di entrata
in vigore della legge di delegazione europea.
2. I decreti legislativi sono adottati, nel rispetto
dell'art. 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, su
proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri o del
Ministro per gli affari europei e del Ministro con
competenza prevalente nella materia, di concerto con i
Ministri degli affari esteri, della giustizia,
dell'economia e delle finanze e con gli altri Ministri
interessati in relazione all'oggetto della direttiva. I
decreti legislativi sono accompagnati da una tabella di
concordanza tra le disposizioni in essi previste e quelle
della direttiva da recepire, predisposta
dall'amministrazione con competenza istituzionale
prevalente nella materia.
3. La legge di delegazione europea indica le direttive
in relazione alle quali sugli schemi dei decreti
legislativi di recepimento e' acquisito il parere delle
competenti Commissioni parlamentari della Camera dei
deputati e del Senato della Repubblica. In tal caso gli
schemi dei decreti legislativi sono trasmessi, dopo
l'acquisizione degli altri pareri previsti dalla legge,
alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica
affinche' su di essi sia espresso il parere delle
competenti Commissioni parlamentari. Decorsi quaranta
giorni dalla data di trasmissione, i decreti sono emanati
anche in mancanza del parere. Qualora il termine per
l'espressione del parere parlamentare di cui al presente
comma ovvero i diversi termini previsti dai commi 4 e 9
scadano nei trenta giorni che precedono la scadenza dei
termini di delega previsti ai commi 1 o 5 o
successivamente, questi ultimi sono prorogati di tre mesi.
4. Gli schemi dei decreti legislativi recanti
recepimento delle direttive che comportino conseguenze
finanziarie sono corredati della relazione tecnica di cui
all'art. 17, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
Su di essi e' richiesto anche il parere delle Commissioni
parlamentari competenti per i profili finanziari. Il
Governo, ove non intenda conformarsi alle condizioni
formulate con riferimento all'esigenza di garantire il
rispetto dell'art. 81, quarto comma, della Costituzione,
ritrasmette alle Camere i testi, corredati dei necessari
elementi integrativi d'informazione, per i pareri
definitivi delle Commissioni parlamentari competenti per i
profili finanziari, che devono essere espressi entro venti
giorni.
5. Entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in
vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma
1, nel rispetto dei principi e criteri direttivi fissati
dalla legge di delegazione europea, il Governo puo'
adottare, con la procedura indicata nei commi 2, 3 e 4,
disposizioni integrative e correttive dei decreti
legislativi emanati ai sensi del citato comma 1, fatto
salvo il diverso termine previsto dal comma 6.
6. Con la procedura di cui ai commi 2, 3 e 4 il Governo
puo' adottare disposizioni integrative e correttive di
decreti legislativi emanati ai sensi del comma 1, al fine
di recepire atti delegati dell'Unione europea di cui
all'art. 290 del Trattato sul funzionamento dell'Unione
europea, che modificano o integrano direttive recepite con
tali decreti legislativi. Le disposizioni integrative e
correttive di cui al primo periodo sono adottate nel
termine di cui al comma 5 o nel diverso termine fissato
dalla legge di delegazione europea. Resta ferma la
disciplina di cui all'art. 36 per il recepimento degli atti
delegati dell'Unione europea che recano meri adeguamenti
tecnici.
7. I decreti legislativi di recepimento delle direttive
previste dalla legge di delegazione europea, adottati, ai
sensi dell'art. 117, quinto comma, della Costituzione,
nelle materie di competenza legislativa delle regioni e
delle province autonome, si applicano alle condizioni e
secondo le procedure di cui all'art. 41, comma 1.
8. I decreti legislativi adottati ai sensi dell'art. 33
e attinenti a materie di competenza legislativa delle
regioni e delle province autonome sono emanati alle
condizioni e secondo le procedure di cui all'art. 41, comma
1.
9. Il Governo, quando non intende conformarsi ai pareri
parlamentari di cui al comma 3, relativi a sanzioni penali
contenute negli schemi di decreti legislativi recanti
attuazione delle direttive, ritrasmette i testi, con le sue
osservazioni e con eventuali modificazioni, alla Camera dei
deputati e al Senato della Repubblica. Decorsi venti giorni
dalla data di ritrasmissione, i decreti sono emanati anche
in mancanza di nuovo parere.».
- Si riporta il testo dell'art. 1, comma 1, e
dell'Allegato A, n. 22, della legge 22 aprile 2021, n. 53
(Delega al Governo per il recepimento delle direttive
europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea -
Legge di delegazione europea 2019-2020):
«Art. 1 (Delega al Governo per il recepimento delle
direttive e l'attuazione degli altri atti dell'Unione
europea). - 1. Il Governo e' delegato ad adottare, secondo
i termini, le procedure, i principi e i criteri direttivi
di cui agli articoli 31 e 32 della legge 24 dicembre 2012,
n. 234, nonche' secondo quelli specifici dettati dalla
presente legge e tenendo conto delle eccezionali
conseguenze economiche e sociali derivanti dalla pandemia
di COVID-19, i decreti legislativi per il recepimento delle
direttive europee e l'attuazione degli altri atti
dell'Unione europea di cui agli articoli da 3 a 29 e
all'allegato A.
2. e 3. (Omissis).»
«Allegato A
(Omissis);
22) direttiva (UE) 2019/1023 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 20 giugno 2019, riguardante i quadri di
ristrutturazione preventiva, l'esdebitazione e le
interdizioni, e le misure volte ad aumentare l'efficacia
delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed
esdebitazione, e che modifica la direttiva (UE) 2017/1132
(direttiva sulla ristrutturazione e sull'insolvenza) (Testo
rilevante ai fini del SEE) (termine di recepimento: 17
luglio 2021);
(Omissis).».
- Si riporta il testo degli articoli 30-ter, 30-quater,
30-quinquies e 30 sexies del decreto-legge 6 novembre 2021,
n. 152 (Disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano
nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la
prevenzione delle infiltrazioni mafiose), convertito, con
modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2021, n. 233:
«Art. 30-ter (Interoperabilita' tra la piattaforma
telematica nazionale per la composizione negoziata per la
soluzione delle crisi d'impresa e altre banche di dati). -
1. La piattaforma telematica nazionale istituita ai sensi
dell'art. 3 del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118,
convertito, con modificazioni, dalla legge 21 ottobre 2021,
n. 147, e' collegata alla Centrale dei rischi della Banca
d'Italia e alle banche di dati dell'Agenzia delle entrate,
dell'Istituto nazionale della previdenza sociale e
dell'agente della riscossione.
2. L'esperto nominato ai sensi dell'art. 3, comma 6,
del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, convertito, con
modificazioni, dalla legge 21 ottobre 2021, n. 147, accede
alle banche di dati di cui al comma 1, previo consenso
prestato dall'imprenditore ai sensi del regolamento (UE)
2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27
aprile 2016, e del codice in materia di protezione dei dati
personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n.
196, ed estrae la documentazione e le informazioni
necessarie per l'avvio o la prosecuzione delle trattative
con i creditori e con le parti interessate.
3. L'accesso ai dati attraverso la piattaforma
telematica di cui al comma 1 non modifica la disciplina
relativa alla titolarita' del trattamento, ferme restando
le specifiche responsabilita' ai sensi dell'art. 28 del
citato regolamento (UE) 2016/679 spettanti al soggetto
gestore della piattaforma nonche' le responsabilita' dei
soggetti che trattano i dati in qualita' di titolari
autonomi del trattamento.»
«Art. 30-quater (Scambio di documentazione e di dati
contenuti nella piattaforma telematica nazionale per la
composizione negoziata per la soluzione delle crisi
d'impresa tra l'imprenditore e i creditori). - 1. I
creditori accedono alla piattaforma telematica nazionale di
cui all'art. 30-ter, comma 1, e inseriscono al suo interno
le informazioni sulla propria posizione creditoria e i dati
eventualmente richiesti dall'esperto di cui al medesimo
art. 30-ter, comma 2. Essi accedono ai documenti e alle
informazioni inseriti nella piattaforma dall'imprenditore
al momento della presentazione dell'istanza di nomina
dell'esperto indipendente o nel corso delle trattative. La
documentazione e le informazioni inserite nella piattaforma
sono accessibili previo consenso prestato,
dall'imprenditore e dal singolo creditore, ai sensi del
regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 27 aprile 2016, e del codice in materia di
protezione dei dati personali, di cui al decreto
legislativo 30 giugno 2003, n. 196.»
«Art. 30-quinquies (Istituzione di un programma
informatico per la sostenibilita' del debito e
l'elaborazione di piani di rateizzazione automatici
nell'ambito della composizione negoziata per la soluzione
delle crisi d'impresa). - 1. Sulla piattaforma telematica
nazionale di cui all'art. 30-ter, comma 1, e' reso
disponibile un programma informatico gratuito che elabora i
dati necessari per accertare la sostenibilita' del debito
esistente e che consente all'imprenditore di condurre il
test pratico di cui all'art. 3, comma 2, del decreto-legge
24 agosto 2021, n. 118, convertito, con modificazioni,
dalla legge 21 ottobre 2021, n. 147, per la verifica della
ragionevole perseguibilita' del risanamento.
2. Se l'indebitamento complessivo dell'imprenditore non
supera l'importo di 30.000 euro e, all'esito
dell'elaborazione condotta dal programma di cui al comma 1,
tale debito risulta sostenibile, il programma elabora un
piano di rateizzazione. L'imprenditore comunica la
rateizzazione ai creditori interessati dalla stessa
avvertendoli che, se non manifestano il proprio dissenso
entro trenta giorni dalla ricezione della comunicazione, il
piano si intendera' approvato e sara' eseguito secondo le
modalita' e i tempi nello stesso indicati. Resta salva
l'applicazione delle disposizioni in materia di crediti di
lavoro e di riscossione dei crediti fiscali e
previdenziali. Restano altresi' ferme le responsabilita'
per l'inserimento nel programma di dati o informazioni non
veritieri.
3. Le informazioni e i dati da inserire nel programma
informatico, le specifiche tecniche per il suo
funzionamento e le modalita' di calcolo del tasso di
interesse applicabile ai crediti rateizzati sono definiti
con decreto di natura non regolamentare del Ministro dello
sviluppo economico, di concerto con il Ministro della
giustizia e con il Ministro per l'innovazione tecnologica e
la transizione digitale, da adottare entro novanta giorni
dalla data di entrata in vigore della legge di conversione
del presente decreto.»
«Art. 30-sexies (Segnalazioni dei creditori pubblici
qualificati). - 1. L'Istituto nazionale della previdenza
sociale, l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle
entrate-Riscossione segnalano all'imprenditore e, ove
esistente, all'organo di controllo, nella persona del
presidente del collegio sindacale in caso di organo
collegiale, tramite posta elettronica certificata o, in
mancanza, mediante raccomandata con avviso di ricevimento
inviata all'indirizzo risultante dall'anagrafe tributaria:
a) per l'Istituto nazionale della previdenza sociale,
il ritardo di oltre novanta giorni nel versamento di
contributi previdenziali di ammontare superiore:
1) per le imprese con lavoratori subordinati e
parasubordinati, al 30 per cento di quelli dovuti nell'anno
precedente e all'importo di euro 15.000;
2) per le imprese senza lavoratori subordinati e
parasubordinati, all'importo di euro 5.000;
b) per l'Agenzia delle entrate, l'esistenza di un
debito scaduto e non versato relativo all'imposta sul
valore aggiunto, risultante dalla comunicazione dei dati
delle liquidazioni periodiche di cui all'art. 21-bis del
decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122,
superiore all'importo di euro 5.000;
c) per l'Agenzia delle entrate-Riscossione,
l'esistenza di crediti affidati per la riscossione,
autodichiarati o definitivamente accertati e scaduti da
oltre novanta giorni, superiori, per le imprese
individuali, all'importo di euro 100.000, per le societa'
di persone, all'importo di euro 200.000 e, per le altre
societa', all'importo di euro 500.000.
2. Le segnalazioni di cui al comma 1 sono inviate:
a) dall'Agenzia delle entrate, entro sessanta giorni
dal termine di presentazione delle comunicazioni di cui
all'art. 21-bis del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,
convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010,
n. 122;
b) dall'Istituto nazionale della previdenza sociale e
dall'Agenzia delle entrate-Riscossione, entro sessanta
giorni decorrenti dal verificarsi delle condizioni o dal
superamento degli importi indicati nel medesimo comma 1.
3. La segnalazione di cui al comma 1 contiene l'invito
a richiedere la composizione negoziata di cui all'art. 2
del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, convertito, con
modificazioni, dalla legge 21 ottobre 2021, n. 147, se ne
ricorrono i presupposti.
4. Le disposizioni del presente articolo si applicano:
a) per l'Istituto nazionale della previdenza sociale,
in relazione ai debiti accertati a decorrere dal 1° gennaio
2022;
b) per l'Agenzia delle entrate, in relazione ai
debiti risultanti dalle comunicazioni periodiche relative
al primo trimestre dell'anno 2022;
c) per l'Agenzia delle entrate-Riscossione, in
relazione ai carichi affidati all'agente della riscossione
a decorrere dal 1° luglio 2022.».

Note all'art. 1:
- Si riporta il testo dell'art. 2 del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14 (Codice della crisi
d'impresa e dell'insolvenza in attuazione della legge 19
ottobre 2017, n. 155), come modificato dal presente
decreto:
«Art. 2 (Definizioni). - 1. Ai fini del presente codice
si intende per:
a) "crisi": lo stato del debitore che rende probabile
l'insolvenza e che si manifesta con l'inadeguatezza dei
flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni
nei successivi dodici mesi;
b) "insolvenza": lo stato del debitore che si
manifesta con inadempimenti od altri fatti esteriori, i
quali dimostrino che il debitore non e' piu' in grado di
soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni;
c) "sovraindebitamento": lo stato di crisi o di
insolvenza del consumatore, del professionista,
dell'imprenditore minore, dell'imprenditore agricolo, delle
start-up innovative di cui al decreto-legge 18 ottobre
2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17
dicembre 2012, n. 221, e di ogni altro debitore non
assoggettabile alla liquidazione giudiziale ovvero a
liquidazione coatta amministrativa o ad altre procedure
liquidatorie previste dal codice civile o da leggi speciali
per il caso di crisi o insolvenza;
d) "impresa minore": l'impresa che presenta
congiuntamente i seguenti requisiti: 1) un attivo
patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore
ad euro trecentomila nei tre esercizi antecedenti la data
di deposito della istanza di apertura della liquidazione
giudiziale o dall'inizio dell'attivita' se di durata
inferiore; 2) ricavi, in qualunque modo essi risultino, per
un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro
duecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di
deposito dell'istanza di apertura della liquidazione
giudiziale o dall'inizio dell'attivita' se di durata
inferiore; 3) un ammontare di debiti anche non scaduti non
superiore ad euro cinquecentomila; i predetti valori
possono essere aggiornati ogni tre anni con decreto del
Ministro della giustizia adottato a norma dell'art. 348;
e) "consumatore": la persona fisica che agisce per
scopi estranei all'attivita' imprenditoriale, commerciale,
artigiana o professionale eventualmente svolta, anche se
socia di una delle societa' appartenenti ad uno dei tipi
regolati nei capi III, IV e VI del titolo V del libro
quinto del codice civile, per i debiti estranei a quelli
sociali;
f) "societa' pubbliche": le societa' a controllo
pubblico, le societa' a partecipazione pubblica e le
societa' in house di cui all'art. 2, lettere m), n), o),
del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175;
g) Abrogata;
h) "gruppo di imprese": l'insieme delle societa',
delle imprese e degli enti, esclusi lo Stato e gli enti
territoriali, che, ai sensi degli articoli 2497 e
2545-septies del codice civile, esercitano o sono
sottoposti alla direzione e coordinamento di una societa',
di un ente o di una persona fisica; a tal fine si presume,
salvo prova contraria, che l'attivita' di direzione e
coordinamento delle societa' del gruppo sia esercitata
dalla societa' o ente tenuto al consolidamento dei loro
bilanci oppure dalla societa' o ente che le controlla,
direttamente o indirettamente, anche nei casi di controllo
congiunto;
i) "gruppi di imprese di rilevante dimensione": i
gruppi di imprese composti da un'impresa madre e imprese
figlie da includere nel bilancio consolidato, che
rispettano i limiti numerici di cui all'art. 3, paragrafi 6
e 7, della direttiva 2013/34/UE del Parlamento europeo e
del Consiglio del 26 giugno 2013;
l) "parti correlate": per parti correlate ai fini del
presente codice si intendono quelle indicate come tali nel
Regolamento della Consob in materia di operazioni con parti
correlate;
m) "centro degli interessi principali del debitore"
(COMI): il luogo in cui il debitore gestisce i suoi
interessi in modo abituale e riconoscibile dai terzi;
m-bis) "strumenti di regolazione della crisi e
dell'insolvenza": le misure, gli accordi e le procedure
volti al risanamento dell'impresa attraverso la modifica
della composizione, dello stato o della struttura delle sue
attivita' e passivita' o del capitale, oppure volti alla
liquidazione del patrimonio o delle attivita' che, a
richiesta del debitore, possono essere preceduti dalla
composizione negoziata della crisi;
n) "albo dei gestori della crisi e insolvenza delle
imprese": l'albo, istituito presso il Ministero della
giustizia e disciplinato dall'art. 356, dei soggetti che su
incarico del giudice svolgono, anche in forma associata o
societaria, funzioni di gestione, supervisione o controllo
nell'ambito degli strumenti di regolazione della crisi e
dell'insolvenza e delle procedure di insolvenza previsti
dal presente codice;
o) "professionista indipendente": il professionista
incaricato dal debitore nell'ambito di uno degli strumenti
di regolazione della crisi e dell'insolvenza che soddisfi
congiuntamente i seguenti requisiti: 1) essere iscritto
all'albo dei gestori della crisi e insolvenza delle
imprese, nonche' nel registro dei revisori legali; 2)
essere in possesso dei requisiti previsti dall'art. 2399
del codice civile; 3) non essere legato all'impresa o ad
altre parti interessate all'operazione di regolazione della
crisi da rapporti di natura personale o professionale; il
professionista ed i soggetti con i quali e' eventualmente
unito in associazione professionale non devono aver
prestato negli ultimi cinque anni attivita' di lavoro
subordinato o autonomo in favore del debitore, ne' essere
stati membri degli organi di amministrazione o controllo
dell'impresa, ne' aver posseduto partecipazioni in essa;
o-bis) « "esperto": il soggetto terzo e indipendente,
iscritto nell'elenco di cui all'art. 13, comma 3 e nominato
dalla commissione di cui al comma 6 del medesimo art. 13,
che facilita le trattative nell'ambito della composizione
negoziata;
p) "misure protettive": le misure temporanee disposte
dal giudice competente per evitare che determinate azioni
dei creditori possano pregiudicare, sin dalla fase delle
trattative, il buon esito delle iniziative assunte per la
regolazione della crisi o dell'insolvenza, anche prima
dell'accesso a uno degli strumenti di regolazione della
crisi e dell'insolvenza;
q) "misure cautelari": i provvedimenti cautelari
emessi dal giudice competente a tutela del patrimonio o
dell'impresa del debitore, che appaiano secondo le
circostanze piu' idonei ad assicurare provvisoriamente il
buon esito delle trattative e gli effetti degli strumenti
di regolazione della crisi e dell'insolvenza e delle
procedure di insolvenza;
r) "classe di creditori": insieme di creditori che
hanno posizione giuridica e interessi economici omogenei;
s) "domicilio digitale": il domicilio di cui all'art.
1, comma 1, lettera n-ter) del decreto legislativo 7 marzo
2005, n. 82;
t) OCC: organismi di composizione delle crisi da
sovraindebitamento disciplinati dal decreto del Ministro
della giustizia del 24 settembre 2014, n. 202 e successive
modificazioni, che svolgono i compiti di composizione
assistita della crisi da sovraindebitamento previsti dal
presente codice;
u) Abrogata.».
 
Art. 2
Modifiche alla Parte Prima, Titolo I, Capo II, Sezione I, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. L'articolo 3 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 3 (Adeguatezza delle misure e degli assetti in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d'impresa). - 1. L'imprenditore individuale deve adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere senza indugio le iniziative necessarie a farvi fronte.
2. L'imprenditore collettivo deve istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato ai sensi dell'articolo 2086 del codice civile, ai fini della tempestiva rilevazione dello stato di crisi e dell'assunzione di idonee iniziative.
3. Al fine di prevedere tempestivamente l'emersione della crisi d'impresa, le misure di cui al comma 1 e gli assetti di cui al comma 2 devono consentire di:
a) rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell'impresa e dell'attivita' imprenditoriale svolta dal debitore;
b) verificare la sostenibilita' dei debiti e le prospettive di continuita' aziendale almeno per i dodici mesi successivi e rilevare i segnali di cui al comma 4;
c) ricavare le informazioni necessarie a utilizzare la lista di controllo particolareggiata e a effettuare il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilita' del risanamento di cui all'articolo 13, al comma 2.
4. Costituiscono segnali per la previsione di cui al comma 3:
a) l'esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno trenta giorni pari a oltre la meta' dell'ammontare complessivo mensile delle retribuzioni;
b) l'esistenza di debiti verso fornitori scaduti da almeno novanta giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti;
c) l'esistenza di esposizioni nei confronti delle banche e degli altri intermediari finanziari che siano scadute da piu' di sessanta giorni o che abbiano superato da almeno sessanta giorni il limite degli affidamenti ottenuti in qualunque forma purche' rappresentino complessivamente almeno il cinque per cento del totale delle esposizioni;
d) l'esistenza di una o piu' delle esposizioni debitorie previste dall'articolo 25-novies, comma 1.».
2. L'articolo 4 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 4 (Doveri delle parti). - 1. Nella composizione negoziata, nel corso delle trattative e dei procedimenti per l'accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza, debitore e creditori devono comportarsi secondo buona fede e correttezza.
2. Il debitore ha il dovere di:
a) illustrare la propria situazione in modo completo, veritiero e trasparente, fornendo tutte le informazioni necessarie e appropriate rispetto alle trattative avviate, anche nella composizione negoziata, e allo strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza prescelto;
b) assumere tempestivamente le iniziative idonee alla individuazione delle soluzioni per il superamento delle condizioni di cui all'articolo 12, comma 1, durante la composizione negoziata, e alla rapida definizione dello strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza prescelto, anche al fine di non pregiudicare i diritti dei creditori;
c) gestire il patrimonio o l'impresa durante i procedimenti nell'interesse prioritario dei creditori. Resta fermo quanto previsto dagli articoli 16, comma 4, e 21.
3. Ove non siano previste, dalla legge o dai contratti collettivi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera g), del decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 25, diverse procedure di informazione e consultazione, il datore di lavoro, che occupa complessivamente piu' di quindici dipendenti, informa con comunicazione scritta, trasmessa anche tramite posta elettronica certificata, i soggetti sindacali di cui all'articolo 47, comma 1, della legge 29 dicembre 1990, n. 428, delle rilevanti determinazioni, assunte nel corso delle trattative della composizione negoziata e nella predisposizione del piano nell'ambito di uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza, che incidono sui rapporti di lavoro di una pluralita' di lavoratori, anche solo per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro o le modalita' di svolgimento delle prestazioni. I soggetti sindacali, entro tre giorni dalla ricezione dell'informativa, possono chiedere all'imprenditore un incontro. La conseguente consultazione deve avere inizio entro cinque giorni dal ricevimento dell'istanza e, salvo diverso accordo tra i partecipanti, si intende esaurita decorsi dieci giorni dal suo inizio. La consultazione si svolge con vincolo di riservatezza rispetto alle informazioni qualificate come tali dal datore di lavoro o dai suoi rappresentanti nel legittimo interesse dell'impresa. In occasione della consultazione svolta nell'ambito della composizione negoziata e' redatto, ai soli fini della determinazione del compenso dell'esperto di cui all'articolo 25-ter, comma 5, un sintetico rapporto sottoscritto dall'imprenditore e dall'esperto.
4. I creditori hanno il dovere di collaborare lealmente con il debitore, con l'esperto nella composizione negoziata e con gli organi nominati dall'autorita' giudiziaria e amministrativa e di rispettare l'obbligo di riservatezza sulla situazione del debitore, sulle iniziative da questi assunte e sulle informazioni acquisite. Resta fermo quanto previsto dall'articolo 16, commi 5 e 6.».
3. L'articolo 5 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 5 (Trasparenza ed efficienza delle nomine e trattazione prioritaria delle controversie). - 1. Le nomine dei professionisti effettuate dalle commissioni di cui all'articolo 13, comma 6, dall'autorita' giudiziaria o amministrativa e dagli organi da esse nominati devono assicurare il rispetto di criteri di trasparenza, rotazione ed efficienza.
2. Per assicurare il rispetto dei principi di cui al comma 1, il segretario generale della camera di commercio del capoluogo di regione comunica alle autorita' che hanno nominato i membri delle commissioni gli incarichi conferiti. La comunicazione di cui al primo periodo e' inviata entro il 15 gennaio di ciascun anno e riguarda gli incarichi conferiti dal 1° gennaio al 31 dicembre dell'anno precedente.
3. Il presidente del tribunale o, nei tribunali suddivisi in sezioni, il presidente della sezione cui e' assegnata la trattazione degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza o delle procedure di insolvenza vigila sull'osservanza dei principi di cui al comma 1 e ne assicura l'attuazione mediante l'adozione di protocolli condivisi con i giudici della sezione.
4. Le controversie in cui e' parte un organo nominato dall'autorita' giudiziaria o amministrativa nell'ambito degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza o delle procedure di insolvenza o comunque un soggetto nei cui confronti e' aperta una procedura prevista dal presente codice sono trattate con priorita'. Il capo dell'ufficio trasmette annualmente al presidente della corte d'appello i dati relativi al numero e alla durata dei suddetti procedimenti, indicando le disposizioni adottate per assicurarne la celere trattazione. Il presidente della corte d'appello ne da' atto nella relazione sull'amministrazione della giustizia.».
 
Art. 3
Modifiche alla Parte Prima, Titolo I, Capo II, Sezione II, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Alla parte prima, titolo I, capo II del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la rubrica della sezione II e' sostituita dalla seguente: «Pubblicazione delle informazioni ed economicita' delle procedure».
2. Nella parte prima, titolo I, capo II, sezione II del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, all'articolo 6 e' anteposto il seguente:
«Art. 5-bis (Pubblicazione delle informazioni e lista di controllo). - 1. Nei siti istituzionali del Ministero della giustizia e del Ministero dello sviluppo economico sono pubblicate informazioni pertinenti e aggiornate sugli strumenti per la anticipata emersione della crisi, sugli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e sulle procedure di esdebitazione previsti dal presente codice e dalle leggi speciali dettate in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi e di liquidazione coatta amministrativa. Le informazioni di cui al primo periodo sono inserite in apposita sezione dei siti internet dedicata alla crisi d'impresa, facilmente accessibile e di agevole consultazione.
2. Nei siti istituzionali di cui al comma 1 e' altresi' disponibile una lista di controllo particolareggiata, adeguata anche alle esigenze delle micro, piccole e medie imprese, che contiene indicazioni operative per la redazione dei piani di risanamento. Il contenuto della lista di controllo e' definito con il decreto dirigenziale di cui all'articolo 13.».
3. L'articolo 6 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 6 (Prededucibilita' dei crediti). - 1. Oltre ai crediti cosi' espressamente qualificati dalla legge, sono prededucibili:
a) i crediti relativi a spese e compensi per le prestazioni rese dall'organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento;
b) i crediti professionali sorti in funzione della domanda di omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti o del piano di ristrutturazione soggetto a omologazione e per la richiesta delle misure protettive, nei limiti del 75% del credito accertato e a condizione che gli accordi o il piano siano omologati;
c) i crediti professionali sorti in funzione della presentazione della domanda di concordato preventivo nonche' del deposito della relativa proposta e del piano che la correda, nei limiti del 75% del credito accertato e a condizione che la procedura sia aperta ai sensi dell'articolo 47;
d) i crediti legalmente sorti durante le procedure concorsuali per la gestione del patrimonio del debitore e la continuazione dell'esercizio dell'impresa, il compenso degli organi preposti e le prestazioni professionali richieste dagli organi medesimi.
2. La prededucibilita' permane anche nell'ambito delle successive procedure esecutive o concorsuali.».
 
Art. 4
Modifiche alla Parte Prima, Titolo I, Capo II, Sezione III, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. L'articolo 7 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 7 (Trattazione unitaria delle domande di accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e alle procedure di insolvenza). - 1. Le domande di accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e alle procedure di insolvenza sono trattate in un unico procedimento e ogni domanda sopravvenuta e' riunita a quella gia' pendente. Il procedimento si svolge nelle forme di cui agli articoli 40 e 41.
2. Nel caso di proposizione di piu' domande, il tribunale esamina in via prioritaria quella diretta a regolare la crisi o l'insolvenza con strumenti diversi dalla liquidazione giudiziale o dalla liquidazione controllata, a condizione che:
a) la domanda medesima non sia manifestamente inammissibile;
b) il piano non sia manifestamente inadeguato a raggiungere gli obiettivi prefissati;
c) nella proposta siano espressamente indicate la convenienza per i creditori o, in caso di concordato in continuita' aziendale, le ragioni della assenza di pregiudizio per i creditori.
3. Ferme le ipotesi di conversione di cui agli articoli 73 e 83, in tutti i casi in cui la domanda diretta a regolare la crisi o l'insolvenza con strumenti diversi dalla liquidazione giudiziale non e' accolta ed e' accertato lo stato di insolvenza, il tribunale procede, su istanza dei soggetti legittimati, all'apertura della liquidazione giudiziale. Allo stesso modo il tribunale procede in tutti i casi in cui la domanda e' inammissibile o improcedibile e nei casi previsti dall'articolo 49, comma 2.».
2. L'articolo 8 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 8 (Durata massima delle misure protettive). - 1. 1. La durata complessiva delle misure protettive, fino alla omologazione dello strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o alla apertura della procedura di insolvenza, non puo' superare il periodo, anche non continuativo, di dodici mesi, inclusi eventuali rinnovi o proroghe, tenuto conto delle misure protettive di cui all'articolo 18».
 
Art. 5
Modifiche alla Parte Prima, Titolo I, Capo II, Sezione IV, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. L'articolo 11 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 11 (Attribuzione della giurisdizione). - 1. Fatte salve le convenzioni internazionali e la normativa dell'Unione europea, la giurisdizione italiana sulla domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza disciplinati dalla presente legge sussiste quando il debitore ha in Italia il centro degli interessi principali o una dipendenza.
2. Avverso il provvedimento di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza e' ammessa impugnazione per difetto di giurisdizione da chiunque vi abbia interesse. Si applica il procedimento di cui all'articolo 51. E' sempre ammesso il ricorso per cassazione.
3. La giurisdizione italiana di cui al comma 1 sussiste anche per le azioni che derivano direttamente dalla procedura.».
 
Art. 6
Modifiche alla Parte Prima, Titolo II, del decreto legislativo 12
gennaio 2019, n. 14

1. Il titolo II della parte prima del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Titolo II (Composizione negoziata della crisi, piattaforma unica nazionale, concordato semplificato e segnalazioni per la anticipata emersione della crisi) - Capo I (Composizione negoziata della crisi) - Art. 12 (Composizione negoziata per la soluzione della crisi d'impresa). - 1. L'imprenditore commerciale e agricolo puo' chiedere la nomina di un esperto al segretario generale della camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura nel cui ambito territoriale si trova la sede legale dell'impresa, quando si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi o l'insolvenza e risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell'impresa. La nomina avviene con le modalita' di cui all'articolo 13, commi 6, 7 e 8.
2. L'esperto agevola le trattative tra l'imprenditore, i creditori ed eventuali altri soggetti interessati, al fine di individuare una soluzione per il superamento delle condizioni di cui al comma 1, anche mediante il trasferimento dell'azienda o di rami di essa.
3. Alla composizione negoziata non si applica l'articolo 38. Resta ferma l'applicazione dell'articolo 38 nei procedimenti di cui agli articoli 19 e 22.
Art. 13 (Istituzione della piattaforma telematica nazionale e nomina dell'esperto). - 1. E' istituita una piattaforma telematica nazionale accessibile agli imprenditori iscritti nel registro delle imprese attraverso il sito istituzionale di ciascuna camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura. La piattaforma e' gestita dal sistema delle camere di commercio, per il tramite di Unioncamere, sotto la vigilanza del Ministero della giustizia e del Ministero dello sviluppo economico.
2. Sulla piattaforma sono disponibili una lista di controllo particolareggiata, adeguata anche alle esigenze delle micro, piccole e medie imprese, che contiene indicazioni operative per la redazione del piano di risanamento, un test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilita' del risanamento e un protocollo di conduzione della composizione negoziata accessibili da parte dell'imprenditore e dei professionisti dallo stesso incaricati. La struttura della piattaforma, il contenuto della lista di controllo particolareggiata, le modalita' di esecuzione del test pratico e il contenuto del protocollo sono definiti dal decreto dirigenziale del Ministero della giustizia adottato ai sensi dell'articolo 3 del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 ottobre 2021, n. 147.
3. Presso la camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di ciascun capoluogo di regione e delle province autonome di Trento e di Bolzano e' formato, con le modalita' di cui al comma 5, un elenco di esperti nel quale possono essere inseriti: gli iscritti da almeno cinque anni all'albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e all'albo degli avvocati che documentano di aver maturato precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d'impresa; gli iscritti da almeno cinque anni all'albo dei consulenti del lavoro che documentano di avere concorso, almeno in tre casi, alla conclusione di accordi di ristrutturazione dei debiti omologati o di accordi sottostanti a piani attestati o di avere concorso alla presentazione di concordati con continuita' aziendale omologati. Possono inoltre essere inseriti nell'elenco coloro che, pur non iscritti in albi professionali, documentano di avere svolto funzioni di amministrazione, direzione e controllo in imprese interessate da operazioni di ristrutturazione concluse con piani di risanamento attestati, accordi di ristrutturazione dei debiti e concordati preventivi con continuita' aziendale omologati, nei confronti delle quali non sia stata successivamente pronunciata sentenza di apertura della liquidazione giudiziale o sentenza di accertamento dello stato di insolvenza.
4. L'iscrizione all'elenco di cui al comma 3 e' altresi' subordinata al possesso della specifica formazione prevista con il decreto dirigenziale del Ministero della giustizia di cui al comma 2.
5. La domanda di iscrizione all'elenco e' presentata agli ordini professionali di appartenenza dei professionisti richiedenti e, per i soggetti di cui al comma 3, secondo periodo, alla camera di commercio del capoluogo di regione e delle province autonome di Trento e di Bolzano competente per il luogo di residenza. La domanda e' corredata della documentazione comprovante il possesso dei requisiti di cui ai commi 3 e 4, di un'autocertificazione attestante l'assolvimento degli obblighi formativi e di un curriculum vitae, a sua volta oggetto di autocertificazione ai sensi degli articoli 46 e 47 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, dal quale risulti ogni altra esperienza formativa in materia, anche nelle tecniche di facilitazione e mediazione, valutabile all'atto della nomina come titolo di preferenza. La domanda contiene il consenso dell'interessato al trattamento dei dati comunicati al momento della presentazione dell'istanza di iscrizione, ai sensi dell'articolo 6 del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, anche ai fini della pubblicazione di cui al comma 9. Ciascun ordine professionale, valutata la domanda e verificata la completezza della documentazione allegata, comunica alla camera di commercio del capoluogo della regione in cui si trova o alla camera di commercio delle province autonome di Trento e di Bolzano, i nominativi dei professionisti in possesso dei requisiti di cui ai commi 3 e 4, unitamente a una scheda sintetica contenente le informazioni utili alla individuazione del profilo dell'esperto, per l'inserimento nell'elenco previsto dal comma 3. La scheda e' compilata sulla base di un modello uniforme definito con il decreto dirigenziale del Ministero della giustizia di cui al comma 2. Gli ordini professionali, con riferimento ai dati dei rispettivi iscritti, e le camere di commercio, con riferimento ai soggetti di cui al comma 3, secondo periodo, designano i responsabili della formazione, della tenuta e dell'aggiornamento dei dati degli iscritti all'elenco unico e del trattamento dei dati medesimi nel rispetto del regolamento (UE) 2016/679 e del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. I responsabili accertano la veridicita' delle dichiarazioni rese dai richiedenti secondo quanto previsto dall'articolo 71 del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000. La domanda e' respinta se non e' corredata di quanto previsto dal secondo e terzo periodo e puo' essere ripresentata. I consigli nazionali degli ordini professionali disciplinano con regolamento le modalita' di formazione, tenuta e aggiornamento dei dati raccolti dagli ordini professionali e comunicati alle camere di commercio per la formazione dell'elenco di cui al comma 3. La comunicazione di cui al quarto periodo avviene con cadenza annuale a partire dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Gli ordini professionali comunicano tempestivamente alle camere di commercio l'adozione, nei confronti dei propri iscritti, di sanzioni disciplinari piu' gravi di quella minima prevista dai singoli ordinamenti nonche' l'intervenuta cancellazione dei professionisti dagli albi professionali di appartenenza perche' vengano cancellati dall'elenco. Le camere di commercio, ricevute le comunicazioni di competenza degli ordini professionali, provvedono senza indugio all'aggiornamento dell'elenco unico; esse curano direttamente l'aggiornamento dei dati dei soggetti di cui al comma 3, secondo periodo, secondo le tempistiche stabilite nel nono periodo e provvedono alla loro tempestiva cancellazione ove sia intervenuta una causa di ineleggibilita' ai sensi dell'articolo 2382 del codice civile.
6. La nomina dell'esperto avviene ad opera di una commissione che resta in carica per due anni. La commissione e' costituita presso le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura dei capoluoghi di regione e delle province autonome di Trento e di Bolzano, dei cui uffici di segreteria si avvale per lo svolgimento dei suoi compiti, ed e' composta da:
a) due magistrati, uno effettivo e uno supplente, designati dal presidente della sezione specializzata in materia di impresa del tribunale del capoluogo di regione o della provincia autonoma di Trento o di Bolzano nel cui territorio si trova la camera di commercio che ha ricevuto l'istanza di cui all'articolo 17;
b) due membri, uno effettivo e uno supplente, designati dal presidente della camera di commercio presso la quale e' costituita la commissione;
c) due membri, uno effettivo e uno supplente, designati dal prefetto del capoluogo di regione o della provincia autonoma di Trento o di Bolzano nel cui territorio si trova la camera di commercio che ha ricevuto l'istanza di cui all'articolo 17.
7. Il segretario generale della camera di commercio nel cui ambito territoriale si trova la sede legale dell'impresa, ricevuta l'istanza di cui all'articolo 17, nei successivi due giorni lavorativi, la comunica alla commissione costituita ai sensi del comma 6, unitamente a una nota sintetica contenente l'indicazione del volume d'affari, del numero dei dipendenti e del settore in cui opera l'impresa istante. In caso di incompletezza dell'istanza di nomina o della documentazione, il predetto segretario generale invita l'imprenditore a integrare le informazioni o la documentazione mancante entro un termine di trenta giorni, decorso inutilmente il quale l'istanza non e' esaminata e l'imprenditore puo' riproporla. Entro i cinque giorni lavorativi successivi al ricevimento dell'istanza la commissione nomina l'esperto tra gli iscritti nell'elenco di cui al comma 3 secondo criteri che assicurano la rotazione e la trasparenza e avendo cura che ciascun esperto non riceva piu' di due incarichi contemporaneamente. La nomina puo' avvenire anche al di fuori dell'ambito regionale. La commissione tiene conto della complessiva esperienza formativa risultante dalla scheda sintetica di cui al comma 5, quarto periodo, anche esaminando, ove occorra, il curriculum vitae, e dell'attivita' prestata come esperto nell'ambito di precedenti composizioni negoziate. Se lo ritiene opportuno, la commissione acquisisce, prima della nomina o prima della comunicazione all'esperto nominato, il parere non vincolante di un'associazione di categoria sul territorio.
8. La commissione, coordinata dal membro piu' anziano, decide a maggioranza. Ai membri della commissione non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati.
9. Gli incarichi conferiti e il curriculum vitae dell'esperto nominato sono pubblicati senza indugio in apposita sezione del sito istituzionale della camera di commercio del luogo di nomina e del luogo dove e' tenuto l'elenco presso il quale l'esperto e' iscritto, nel rispetto del regolamento (UE) 2016/679 e del citato codice di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, omesso ogni riferimento all'imprenditore richiedente. Sono del pari pubblicati sul sito istituzionale di ciascuna camera di commercio gli elenchi contenenti i nominativi degli esperti, formati presso le camere di commercio dei capoluoghi di regione e delle province autonome di Trento e di Bolzano.
10. Per la realizzazione e il funzionamento della piattaforma telematica nazionale di cui al comma 1 e' autorizzata la spesa di euro 700.000 per l'anno 2022 e di euro 200.000 annui a decorrere dall'anno 2023, cui si provvede mediante utilizzo delle risorse rinvenienti dall'abrogazione dell'articolo 3 del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 ottobre 2021, n. 147, come prevista dalle disposizioni di attuazione della direttiva (UE) 2019/1023 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019.
Art. 14 (Interoperabilita' tra la piattaforma telematica nazionale per la composizione negoziata per la soluzione delle crisi d'impresa e altre banche di dati). - 1. La piattaforma telematica nazionale di cui all'articolo 13 e' collegata alle banche dati dell'Agenzia delle entrate, dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e dell'agente della riscossione e consente l'accesso alle informazioni contenute nella Centrale dei rischi della Banca d'Italia nel rispetto di quanto disposto dall'articolo 7 del testo unico bancario di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385.
2. L'esperto nominato ai sensi dell'articolo 13, comma 6, accede alle banche dati e alle informazioni di cui al comma 1, previo consenso prestato dall'imprenditore ai sensi del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, e del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, ed estrae la documentazione e le informazioni necessari per l'avvio o la prosecuzione delle trattative con i creditori e con le parti interessate. Le modalita' di accesso alle banche dati sono stabilite dall'Agenzia delle entrate, dall'Istituto nazionale della previdenza sociale, dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e dall'agente della riscossione e le modalita' di accesso alle informazioni contenute nella Centrale dei rischi sono stabilite dalla Banca d'Italia.
3. L'accesso ai dati attraverso la piattaforma telematica di cui al comma 1 non modifica la disciplina relativa alla titolarita' del trattamento, ferme restando le specifiche responsabilita' ai sensi dell'articolo 28 del citato regolamento (UE) 2016/679 spettanti al soggetto gestore della piattaforma nonche' le responsabilita' dei soggetti che trattano i dati in qualita' di titolari autonomi del trattamento.
Art. 15 (Scambio di documentazione e di dati contenuti nella piattaforma telematica nazionale per la composizione negoziata per la soluzione delle crisi d'impresa tra l'imprenditore e i creditori). - 1. I creditori possono accedere alla piattaforma telematica nazionale di cui all'articolo 13 e possono inserire al suo interno le informazioni sulla propria posizione creditoria e i dati eventualmente richiesti dall'esperto nominato ai sensi del medesimo articolo 13. Essi accedono ai documenti e alle informazioni inseriti nella piattaforma dall'imprenditore al momento della presentazione dell'istanza di cui all'articolo 17 o nel corso delle trattative. La documentazione e le informazioni inserite nella piattaforma sono accessibili previo consenso prestato, dall'imprenditore e dal singolo creditore, ai sensi del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, e del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.
Art. 16 (Requisiti di indipendenza e doveri dell'esperto e delle parti). - 1. L'esperto deve essere in possesso dei requisiti previsti dall'articolo 2399 del codice civile e non deve essere legato all'impresa o ad altre parti interessate all'operazione di risanamento da rapporti di natura personale o professionale; il professionista ed i soggetti con i quali e' eventualmente unito in associazione professionale non devono aver prestato negli ultimi cinque anni attivita' di lavoro subordinato o autonomo in favore dell'imprenditore ne' essere stati membri degli organi di amministrazione o controllo dell'impresa ne' aver posseduto partecipazioni in essa. Chi ha svolto l'incarico di esperto non puo' intrattenere rapporti professionali con l'imprenditore se non sono decorsi almeno due anni dall'archiviazione della composizione negoziata.
2. L'esperto e' terzo rispetto a tutte le parti e opera in modo professionale, riservato, imparziale e indipendente. Non e' equiparabile al professionista indipendente di cui all'articolo 2, comma 1, lettera o). L'esperto, nell'espletamento dell'incarico di cui all'articolo 12, comma 2, verifica la coerenza complessiva delle informazioni fornite dall'imprenditore chiedendo al medesimo e ai creditori tutte le ulteriori informazioni utili o necessarie. Puo' avvalersi di soggetti dotati di specifica competenza, anche nel settore economico in cui opera l'imprenditore, e di un revisore legale, non legati all'impresa o ad altre parti interessate all'operazione di risanamento da rapporti di natura personale o professionale.
3. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 19, comma 4, l'esperto non puo' essere tenuto a deporre sul contenuto delle dichiarazioni rese e delle informazioni acquisite nell'esercizio delle sue funzioni, ne' davanti all'autorita' giudiziaria ne' davanti ad altra autorita'. Si applicano le disposizioni dell'articolo 200 del codice di procedura penale e le garanzie previste per il difensore dalle disposizioni dell'articolo 103 del codice di procedura penale in quanto compatibili.
4. L'imprenditore ha il dovere di rappresentare la propria situazione all'esperto, ai creditori e agli altri soggetti interessati in modo completo e trasparente e di gestire il patrimonio e l'impresa senza pregiudicare ingiustamente gli interessi dei creditori.
5. Le banche e gli intermediari finanziari, i loro mandatari e i cessionari dei loro crediti sono tenuti a partecipare alle trattative in modo attivo e informato. L'accesso alla composizione negoziata della crisi non costituisce di per se' causa di sospensione e di revoca degli affidamenti bancari concessi all'imprenditore. In ogni caso la sospensione o la revoca degli affidamenti possono essere disposte se richiesto dalla disciplina di vigilanza prudenziale, con comunicazione che da' conto delle ragioni della decisione assunta.
6. Tutte le parti coinvolte nelle trattative hanno il dovere di collaborare lealmente e in modo sollecito con l'imprenditore e con l'esperto e rispettano l'obbligo di riservatezza sulla situazione dell'imprenditore, sulle iniziative da questi assunte o programmate e sulle informazioni acquisite nel corso delle trattative. Le medesime parti danno riscontro alle proposte e alle richieste che ricevono durante le trattative con risposta tempestiva e motivata.
Art. 17 (Accesso alla composizione negoziata e suo funzionamento). - 1. L'istanza di nomina dell'esperto indipendente e' presentata tramite la piattaforma telematica di cui all'articolo 13 mediante la compilazione di un modello, ivi disponibile, contenente le informazioni utili ai fini della nomina e dello svolgimento dell'incarico da parte dell'esperto nominato.
2. Il contenuto del modello di cui al comma 1 e' definito con il decreto dirigenziale del Ministero della giustizia di cui all'articolo 13, comma 2.
3. L'imprenditore, al momento della presentazione dell'istanza, inserisce nella piattaforma telematica:
a) i bilanci degli ultimi tre esercizi, se non gia' depositati presso l'ufficio del registro delle imprese, oppure, per gli imprenditori che non sono tenuti al deposito dei bilanci, le dichiarazioni dei redditi e dell'IVA degli ultimi tre periodi di imposta, nonche' una situazione patrimoniale e finanziaria aggiornata a non oltre sessanta giorni prima della presentazione dell'istanza;
b) un progetto di piano di risanamento redatto secondo le indicazioni della lista di controllo di cui all'articolo 13, comma 2, e una relazione chiara e sintetica sull'attivita' in concreto esercitata recante un piano finanziario per i successivi sei mesi e le iniziative che intende adottare;
c) l'elenco dei creditori, con l'indicazione dei rispettivi crediti scaduti e a scadere e dell'esistenza di diritti reali e personali di garanzia;
d) una dichiarazione resa ai sensi dell'articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000 sulla pendenza, nei suoi confronti, di ricorsi per l'apertura della liquidazione giudiziale o per l'accertamento dello stato di insolvenza e una dichiarazione con la quale attesta di non avere depositato ricorsi ai sensi dell'articolo 40, anche nelle ipotesi di cui agli articoli 44, comma 1, lettera a), e 54, comma 3;
e) il certificato unico dei debiti tributari di cui all'articolo 364, comma 1;
f) la situazione debitoria complessiva richiesta all'Agenzia delle entrate-Riscossione;
g) il certificato dei debiti contributivi e per premi assicurativi di cui all'articolo 363, comma 1;
h) un estratto delle informazioni presenti nella Centrale dei rischi gestita dalla Banca d'Italia non anteriore di tre mesi rispetto alla presentazione dell'istanza.
4. L'esperto, verificati la propria indipendenza e il possesso delle competenze e della disponibilita' di tempo necessarie per lo svolgimento dell'incarico, entro due giorni lavorativi dalla ricezione della nomina, comunica all'imprenditore l'accettazione e contestualmente inserisce nella piattaforma la dichiarazione di accettazione e una dichiarazione resa ai sensi dell'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000, sul possesso dei requisiti di indipendenza di cui all'articolo 16, comma 1. In caso contrario ne da' comunicazione riservata al soggetto che l'ha nominato perche' provveda alla sua sostituzione. L'esperto non puo' assumere piu' di due incarichi contemporaneamente.
5. L'esperto, accettato l'incarico, convoca senza indugio l'imprenditore per valutare l'esistenza di una concreta prospettiva di risanamento, anche alla luce delle informazioni assunte dall'organo di controllo e dal revisore legale, ove in carica. L'imprenditore partecipa personalmente e puo' farsi assistere da consulenti. Se ritiene che le prospettive di risanamento sono concrete l'esperto incontra le altre parti interessate al processo di risanamento e prospetta le possibili strategie di intervento fissando i successivi incontri con cadenza periodica ravvicinata. Se non ravvisa concrete prospettive di risanamento, all'esito della convocazione o in un momento successivo, l'esperto ne da' notizia all'imprenditore e al segretario generale della camera di commercio che dispone l'archiviazione dell'istanza di composizione negoziata entro i successivi cinque giorni lavorativi. Nel corso delle trattative l'esperto puo' invitare le parti a rideterminare, secondo buona fede, il contenuto dei contratti ad esecuzione continuata o periodica ovvero ad esecuzione differita se la prestazione e' divenuta eccessivamente onerosa o se e' alterato l'equilibrio del rapporto in ragione di circostanze sopravvenute. Le parti sono tenute a collaborare tra loro per rideterminare il contenuto del contratto o adeguare le prestazioni alle mutate condizioni.
6. Entro tre giorni dalla comunicazione della convocazione le parti possono presentare osservazioni sull'indipendenza dell'esperto al segretario generale della camera di commercio il quale riferisce senza indugio alla commissione perche', valutate le circostanze esposte e sentito l'esperto, se lo ritiene opportuno provveda alla sua sostituzione entro i successivi cinque giorni lavorativi. Allo stesso modo la commissione procede se l'imprenditore e le parti interessate formulano osservazioni sull'operato dell'esperto.
7. L'incarico dell'esperto si considera concluso se, decorsi centottanta giorni dalla accettazione della nomina, le parti non hanno individuato, anche a seguito di sua proposta, una soluzione adeguata per il superamento delle condizioni di cui all'articolo 12, comma 1. L'incarico puo' proseguire per non oltre centottanta giorni quando tutte le parti lo richiedono e l'esperto vi acconsente, oppure quando la prosecuzione dell'incarico e' resa necessaria dal ricorso dell'imprenditore al tribunale ai sensi degli articoli 19 e 22. In caso di sostituzione dell'esperto o nell'ipotesi di cui all'articolo 25, comma 7, il termine di cui al primo periodo decorre dall'accettazione del primo esperto nominato.
8. Al termine dell'incarico l'esperto redige una relazione finale che inserisce nella piattaforma e comunica all'imprenditore e, in caso di concessione delle misure protettive e cautelari di cui agli articoli 18 e 19, al giudice che le ha emesse, che ne dichiara cessati gli effetti. Eseguiti gli adempimenti di cui al primo periodo, l'esperto ne da' comunicazione al segretario generale della camera di commercio per l'archiviazione dell'istanza di composizione negoziata.
9. In caso di archiviazione dell'istanza di cui al comma 1, l'imprenditore non puo' presentare una nuova istanza prima di un anno dall'archiviazione. Se l'archiviazione e' richiesta dall'imprenditore con istanza depositata con le modalita' previste nel comma 1 entro due mesi dall'accettazione dell'esperto, il termine di cui al primo periodo e' ridotto, per una sola volta, a quattro mesi.
10. Ai costi che gravano sulle camere di commercio per consentire il funzionamento della procedura di composizione negoziata per la soluzione della crisi d'impresa si provvede mediante il versamento, a carico dell'impresa che propone l'istanza, di diritti di segreteria determinati ai sensi dell'articolo 18 della legge 29 dicembre 1993, n. 580.
Art. 18 (Misure protettive). - 1. L'imprenditore puo' chiedere, con l'istanza di nomina dell'esperto o con successiva istanza presentata con le modalita' di cui all'articolo 17, comma 1, l'applicazione di misure protettive del patrimonio. L'istanza di applicazione delle misure protettive e' pubblicata nel registro delle imprese unitamente all'accettazione dell'esperto e, dal giorno della pubblicazione, i creditori interessati non possono acquisire diritti di prelazione se non concordati con l'imprenditore ne' possono iniziare o proseguire azioni esecutive e cautelari sul suo patrimonio o sui beni e sui diritti con i quali viene esercitata l'attivita' d'impresa. Non sono inibiti i pagamenti.
2. Con l'istanza di cui al comma 1, l'imprenditore inserisce nella piattaforma telematica una dichiarazione sull'esistenza di misure esecutive o cautelari disposte nei suoi confronti e un aggiornamento sui ricorsi indicati nella dichiarazione resa ai sensi dell'articolo 17, comma 3, lettera d).
3. Con l'istanza di cui al comma 1, l'imprenditore puo' chiedere che l'applicazione delle misure protettive sia limitata a determinate iniziative intraprese dai creditori a tutela dei propri diritti o a determinati creditori o categorie di creditori. Sono esclusi dalle misure protettive i diritti di credito dei lavoratori.
4. Dal giorno della pubblicazione dell'istanza di cui al comma 1 e fino alla conclusione delle trattative o all'archiviazione dell'istanza di composizione negoziata, la sentenza di apertura della liquidazione giudiziale o di accertamento dello stato di insolvenza non puo' essere pronunciata, salvo che il tribunale disponga la revoca delle misure protettive. Restano fermi i provvedimenti gia' concessi ai sensi dell'articolo 54, comma 1.
5. I creditori nei cui confronti operano le misure protettive non possono, unilateralmente, rifiutare l'adempimento dei contratti pendenti o provocarne la risoluzione, ne' possono anticiparne la scadenza o modificarli in danno dell'imprenditore per il solo fatto del mancato pagamento di crediti anteriori rispetto alla pubblicazione dell'istanza di cui al comma 1. I medesimi creditori possono sospendere l'adempimento dei contratti pendenti dalla pubblicazione dell'istanza di cui al comma 1 fino alla conferma delle misure richieste.
Art. 19 (Procedimento relativo alle misure protettive e cautelari). - 1. Quando l'imprenditore formula la richiesta di cui all'articolo 18, comma 1, con ricorso presentato al tribunale competente ai sensi dell'articolo 27, entro il giorno successivo alla pubblicazione dell'istanza e dell'accettazione dell'esperto, chiede la conferma o la modifica delle misure protettive e, ove occorre, l'adozione dei provvedimenti cautelari necessari per condurre a termine le trattative. Entro trenta giorni dalla pubblicazione di cui al medesimo articolo 18, comma 1, l'imprenditore chiede la pubblicazione nel registro delle imprese del numero di ruolo generale del procedimento instaurato. L'omesso o il ritardato deposito del ricorso e' causa di inefficacia delle misure previste dall'articolo 18, comma 1, e, decorso inutilmente il termine di cui al secondo periodo, l'iscrizione dell'istanza e' cancellata dal registro delle imprese.
2. L'imprenditore, unitamente al ricorso, deposita:
a) i bilanci degli ultimi tre esercizi oppure, quando non e' tenuto al deposito dei bilanci, le dichiarazioni dei redditi e dell'IVA degli ultimi tre periodi di imposta;
b) una situazione patrimoniale e finanziaria aggiornata a non oltre sessanta giorni prima del deposito del ricorso;
c) l'elenco dei creditori, individuando i primi dieci per ammontare, con indicazione dei relativi indirizzi di posta elettronica certificata, se disponibili, oppure degli indirizzi di posta elettronica non certificata per i quali sia verificata o verificabile la titolarita' della singola casella;
d) un progetto di piano di risanamento redatto secondo le indicazioni della lista di controllo di cui all'articolo 13, comma 2, un piano finanziario per i successivi sei mesi e un prospetto delle iniziative che intende adottare;
e) una dichiarazione avente valore di autocertificazione attestante, sulla base di criteri di ragionevolezza e proporzionalita', che l'impresa puo' essere risanata;
f) l'accettazione dell'esperto nominato ai sensi dell'articolo 13, commi 6, 7 e 8, con il relativo indirizzo di posta elettronica certificata.
3. Il tribunale, entro dieci giorni dal deposito del ricorso, fissa, con decreto, l'udienza, da tenersi preferibilmente con sistemi di videoconferenza. Il ricorso, unitamente al decreto, e' notificato dal ricorrente, anche all'esperto, con le modalita' indicate dal tribunale che prescrive, ai sensi dell'articolo 151 del codice di procedura civile, le forme di notificazione opportune per garantire la celerita' del procedimento. Il tribunale, se verifica che il ricorso non e' stato depositato nel termine previsto dal comma 1, dichiara con decreto motivato l'inefficacia delle misure protettive senza fissare l'udienza prevista dal primo periodo. Gli effetti protettivi prodotti ai sensi dell'articolo 18, comma 1, cessano altresi' se, nel termine di cui al primo periodo, il giudice non provvede alla fissazione dell'udienza. Nei casi previsti dal terzo e quarto periodo la domanda puo' essere riproposta.
4. All'udienza il tribunale, sentite le parti e chiamato l'esperto a esprimere il proprio parere sulla funzionalita' delle misure richieste ad assicurare il buon esito delle trattative, omessa ogni formalita' non essenziale al contraddittorio, nomina, se occorre, un ausiliario ai sensi dell'articolo 68 del codice di procedura civile e procede agli atti di istruzione indispensabili in relazione ai provvedimenti cautelari richiesti ai sensi del comma 1 e ai provvedimenti di conferma, revoca o modifica delle misure protettive. Il tribunale puo' assumere informazioni dai creditori indicati nell'elenco di cui al comma 2, lettera c). Se le misure protettive o i provvedimenti cautelari richiesti incidono sui diritti dei terzi, devono essere sentiti. Il tribunale provvede con ordinanza con la quale stabilisce la durata, non inferiore a trenta e non superiore a centoventi giorni, delle misure protettive e, se occorre, dei provvedimenti cautelari disposti, tenendo conto delle misure eventualmente gia' concesse ai sensi dell'articolo 54, comma 1. Sentito l'esperto, il tribunale puo' limitare le misure a determinate iniziative intraprese dai creditori a tutela dei propri diritti o a determinati creditori o categorie di creditori.
5. Il giudice che ha emesso i provvedimenti di cui al comma 4, su istanza delle parti e acquisito il parere dell'esperto, puo' prorogare la durata delle misure disposte per il tempo necessario ad assicurare il buon esito delle trattative. La proroga non e' concessa se il centro degli interessi principali dell'impresa e' stato trasferito da un altro Stato membro nei tre mesi precedenti alla formulazione della richiesta di cui all'articolo 18, comma 1. La durata complessiva delle misure non puo' superare i duecentoquaranta giorni.
6. Su istanza dell'imprenditore, di uno o piu' creditori o su segnalazione dell'esperto, il giudice che ha emesso i provvedimenti di cui al comma 4 puo', in qualunque momento, sentite le parti interessate, e in ogni caso a seguito dell'archiviazione dell'istanza ai sensi dell'articolo 17, commi 5 e 8, revocare le misure protettive e cautelari, o abbreviarne la durata, quando esse non soddisfano l'obiettivo di assicurare il buon esito delle trattative o appaiono sproporzionate rispetto al pregiudizio arrecato ai creditori istanti.
7. I procedimenti disciplinati dal presente articolo si svolgono nella forma prevista dagli articoli 669-bis e seguenti del codice di procedura civile e il tribunale provvede in composizione monocratica con ordinanza comunicata dalla cancelleria al registro delle imprese entro il giorno successivo. Non si applicano l'articolo 669-octies, primo, secondo e terzo comma, e l'articolo 669-novies, primo comma, del codice di procedura civile. Contro l'ordinanza e' ammesso reclamo ai sensi dell'articolo 669-terdecies del codice di procedura civile.
8. In caso di revoca o cessazione delle misure protettive, il divieto di acquisire diritti di prelazione se non concordati con l'imprenditore viene meno a far data dalla revoca o dalla cessazione delle misure protettive.
Art. 20 (Sospensione di obblighi e di cause di scioglimento di cui agli articoli 2446, 2447, 2482-bis, 2482-ter, 2484 e 2545-duodecies del codice civile). - 1. Con l'istanza di nomina dell'esperto, o con dichiarazione successivamente presentata con le modalita' di cui all'articolo 17, comma 1, l'imprenditore puo' dichiarare che, sino alla conclusione delle trattative o all'archiviazione dell'istanza di composizione negoziata, non si applicano nei suoi confronti gli articoli 2446, secondo e terzo comma, 2447, 2482-bis, quarto, quinto e sesto comma, e 2482-ter del codice civile e non si verifica la causa di scioglimento della societa' per riduzione o perdita del capitale sociale di cui agli articoli 2484, primo comma, numero 4), e 2545-duodecies del codice civile. A tal fine, l'istanza o la dichiarazione sono pubblicate nel registro delle imprese e gli effetti di cui al primo periodo decorrono dalla pubblicazione.
2. Se l'imprenditore ha chiesto anche l'applicazione di misure protettive del patrimonio ai sensi degli articoli 18 e 19, la sospensione degli obblighi e delle cause di scioglimento prevista nel comma 1 cessa a partire dalla pubblicazione nel registro delle imprese del provvedimento con il quale il tribunale dichiara l'inefficacia delle misure richieste, ai sensi dell'articolo 19, comma 3, o ne dispone la revoca.
Art. 21 (Gestione dell'impresa in pendenza delle trattative). - 1. Nel corso delle trattative l'imprenditore conserva la gestione ordinaria e straordinaria dell'impresa. L'imprenditore in stato di crisi gestisce l'impresa in modo da evitare pregiudizio alla sostenibilita' economico-finanziaria dell'attivita'. Quando, nel corso della composizione negoziata, risulta che l'imprenditore e' insolvente ma esistono concrete prospettive di risanamento, lo stesso gestisce l'impresa nel prevalente interesse dei creditori. Restano ferme le responsabilita' dell'imprenditore.
2. L'imprenditore informa preventivamente l'esperto, per iscritto, del compimento di atti di straordinaria amministrazione nonche' dell'esecuzione di pagamenti che non sono coerenti rispetto alle trattative o alle prospettive di risanamento.
3. L'esperto, quando ritiene che l'atto puo' arrecare pregiudizio ai creditori, alle trattative o alle prospettive di risanamento, lo segnala per iscritto all'imprenditore e all'organo di controllo.
4. Se, nonostante la segnalazione, l'atto viene compiuto, l'imprenditore ne informa immediatamente l'esperto il quale, nei successivi dieci giorni, puo' iscrivere il proprio dissenso nel registro delle imprese. Quando l'atto compiuto pregiudica gli interessi dei creditori, l'iscrizione e' obbligatoria.
5. Quando sono state concesse misure protettive o cautelari l'esperto, iscritto il proprio dissenso nel registro delle imprese, procede alla segnalazione di cui all'articolo 19, comma 6.
Art. 22 (Autorizzazioni del tribunale). - 1. Su richiesta dell'imprenditore il tribunale, verificata la funzionalita' degli atti rispetto alla continuita' aziendale e alla migliore soddisfazione dei creditori, puo':
a) autorizzare l'imprenditore a contrarre finanziamenti prededucibili ai sensi dell'articolo 6;
b) autorizzare l'imprenditore a contrarre finanziamenti dai soci prededucibili ai sensi dell'articolo 6;
c) autorizzare una o piu' societa' appartenenti ad un gruppo di imprese di cui all'articolo 25 a contrarre finanziamenti prededucibili ai sensi dell'articolo 6;
d) autorizzare l'imprenditore a trasferire in qualunque forma l'azienda o uno o piu' suoi rami senza gli effetti di cui all'articolo 2560, secondo comma, del codice civile, dettando le misure ritenute opportune, tenuto conto delle istanze delle parti interessate al fine di tutelare gli interessi coinvolti; resta fermo l'articolo 2112 del codice civile. Il tribunale verifica altresi' il rispetto del principio di competitivita' nella selezione dell'acquirente.
2. Il procedimento di cui al comma 1 si svolge innanzi al tribunale competente ai sensi dell'articolo 27 che, sentite le parti interessate e assunte le informazioni necessarie, provvedendo, ove occorre, ai sensi dell'articolo 68 del codice di procedura civile, decide in composizione monocratica. Si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 737 e seguenti del codice di procedura civile. Il reclamo si propone al tribunale e del collegio non puo' far parte il giudice che ha pronunciato il provvedimento.
Art. 23 (Conclusione delle trattative). - 1. Quando e' individuata una soluzione idonea al superamento della situazione di cui all'articolo 12, comma 1, le parti possono, alternativamente:
a) concludere un contratto, con uno o piu' creditori, che produce gli effetti di cui all'articolo 25-bis, comma 1, se, secondo la relazione dell'esperto di cui all'articolo 17, comma 8, e' idoneo ad assicurare la continuita' aziendale per un periodo non inferiore a due anni;
b) concludere la convenzione di moratoria di cui all'articolo 62;
c) concludere un accordo sottoscritto dall'imprenditore, dai creditori e dall'esperto che produce gli effetti di cui agli articoli 166, comma 3, lettera d), e 324. Con la sottoscrizione dell'accordo l'esperto da' atto che il piano di risanamento appare coerente con la regolazione della crisi o dell'insolvenza.
2. Se all'esito delle trattative non e' individuata una soluzione tra quelle di cui al comma 1, l'imprenditore puo', in alternativa:
a) predisporre il piano attestato di risanamento di cui all'articolo 56;
b) domandare l'omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ai sensi degli articoli 57, 60 e 61. La percentuale di cui all'articolo 61, comma 2, lettera c), e' ridotta al 60 per cento se il raggiungimento dell'accordo risulta dalla relazione finale dell'esperto;
c) proporre la domanda di concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio di cui all'articolo 25-sexies;
d) accedere ad uno degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza disciplinati dal presente codice, dal decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270 o dal decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2004, n. 39. L'imprenditore agricolo puo' accedere agli strumenti di cui all'articolo 25-quater, comma 4.
Art. 24 (Conservazione degli effetti). - 1. Gli atti autorizzati dal tribunale ai sensi dell'articolo 22 conservano i propri effetti se successivamente intervengono un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato, un concordato preventivo omologato, un piano di ristrutturazione proposto ai sensi dell'articolo 64-bis omologato, l'apertura della liquidazione giudiziale, la liquidazione coatta amministrativa, l'amministrazione straordinaria o il concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio di cui all'articolo 25-sexies omologato.
2. Non sono soggetti all'azione revocatoria di cui all'articolo 166, comma 2, gli atti, i pagamenti e le garanzie posti in essere dall'imprenditore nel periodo successivo alla accettazione dell'incarico da parte dell'esperto, purche' coerenti con l'andamento e lo stato delle trattative e con le prospettive di risanamento esistenti al momento in cui sono stati compiuti.
3. Gli atti di straordinaria amministrazione e i pagamenti effettuati nel periodo successivo alla accettazione dell'incarico da parte dell'esperto sono in ogni caso soggetti alle azioni di cui agli articoli 165 e 166 se, in relazione ad essi, l'esperto ha iscritto il proprio dissenso nel registro delle imprese ai sensi dell'articolo 21, comma 4, o se il tribunale ha rigettato la richiesta di autorizzazione presentata ai sensi dell'articolo 22.
4. Nelle ipotesi disciplinate dai commi 1, 2 e 3 resta ferma la responsabilita' dell'imprenditore per gli atti compiuti.
5. Le disposizioni di cui agli articoli 322, comma 3, e 323 non si applicano ai pagamenti e alle operazioni compiuti nel periodo successivo alla accettazione dell'incarico da parte dell'esperto in coerenza con l'andamento delle trattative e nella prospettiva di risanamento dell'impresa valutata dall'esperto ai sensi dell'articolo 17, comma 5, purche' non siano state effettuate le iscrizioni previste dall'articolo 21, comma 4. Le disposizioni di cui al primo periodo non si applicano inoltre ai pagamenti e alle operazioni autorizzati dal tribunale a norma dell'articolo 22.
Art. 25 (Conduzione delle trattative in caso di gruppo di imprese). - 1. Piu' imprese che si trovano nelle condizioni indicate nell'articolo 12, comma 1, appartenenti al medesimo gruppo e che hanno, ciascuna, il proprio centro degli interessi principali nel territorio dello Stato possono chiedere al segretario generale della camera di commercio la nomina dell'esperto indipendente di cui all'articolo 12, comma 2. La nomina avviene con le modalita' di cui all'articolo 13.
2. L'istanza e' presentata alla camera di commercio ove e' iscritta la societa' o l'ente, avente il proprio centro degli interessi principali nel territorio dello Stato, che, in base alla pubblicita' prevista dall'articolo 2497-bis del codice civile, esercita l'attivita' di direzione e coordinamento oppure, in mancanza, l'impresa avente il proprio centro degli interessi principali nel territorio dello Stato che presenta la maggiore esposizione debitoria, costituita dalla voce D del passivo nello stato patrimoniale prevista dall'articolo 2424 del codice civile in base all'ultimo bilancio approvato e inserito nella piattaforma telematica ai sensi del comma 4.
3. L'imprenditore inserisce nella piattaforma telematica di cui all'articolo 13, oltre alla documentazione indicata nell'articolo 17, comma 3, una relazione contenente informazioni analitiche sulla struttura del gruppo e sui vincoli partecipativi o contrattuali, l'indicazione del registro delle imprese o dei registri delle imprese in cui e' stata effettuata la pubblicita' ai sensi dell'articolo 2497-bis del codice civile e il bilancio consolidato di gruppo, ove redatto.
4. Le misure protettive e cautelari di cui agli articoli 18 e 19 sono adottate dal tribunale competente ai sensi dell'articolo 27 rispetto alla societa' o all'ente che, in base alla pubblicita' prevista dall'articolo 2497-bis del codice civile, esercita l'attivita' di direzione e coordinamento oppure, in mancanza, rispetto all'impresa che presenta la maggiore esposizione debitoria come definita nel comma 2.
5. L'esperto assolve ai compiti di cui all'articolo 12, comma 2, in modo unitario per tutte le imprese che hanno presentato l'istanza, salvo che lo svolgimento congiunto non renda eccessivamente gravose le trattative. In tal caso puo' svolgere le trattative per singole imprese.
6. Le imprese partecipanti al gruppo che non si trovano nelle condizioni indicate nell' articolo 12, comma 1, possono, anche su invito dell'esperto, partecipare alle trattative.
7. Quando le imprese appartenenti ad un medesimo gruppo presentano piu' istanze ai sensi dell'articolo 12, comma 1, e gli esperti nominati, sentiti i richiedenti e i creditori, propongono che la composizione negoziata si svolga in modo unitario oppure per piu' imprese appositamente individuate, la composizione prosegue con l'esperto designato di comune accordo fra quelli nominati. In difetto di designazione, la composizione prosegue con l'esperto nominato a seguito della prima istanza presentata.
8. I finanziamenti eseguiti in favore di societa' controllate oppure sottoposte a comune controllo, in qualsiasi forma pattuiti dopo la presentazione dell'istanza di cui all'articolo 17, sono esclusi dalla postergazione di cui agli articoli 2467 e 2497-quinquies del codice civile, sempre che l'imprenditore abbia informato preventivamente l'esperto ai sensi dell'articolo 21, comma 2, e che l'esperto, dopo avere segnalato che l'operazione puo' arrecare pregiudizio ai creditori, non abbia iscritto il proprio dissenso nel registro delle imprese, ai sensi dell'articolo 21, comma 4.
9. Al termine delle trattative, le imprese del gruppo possono stipulare, in via unitaria, uno dei contratti, convenzioni o accordi, di cui all'articolo 23, comma 1, ovvero accedere, separatamente o in via unitaria, alle soluzioni di cui all'articolo 23.
Art. 25-bis (Misure premiali). - 1. Dall'accettazione dell'incarico da parte dell'esperto e sino alla conclusione delle trattative con una delle soluzioni previste dall'articolo 23, commi 1 e 2, lettera b), gli interessi che maturano sui debiti tributari dell'imprenditore sono ridotti alla misura legale.
2. Le sanzioni tributarie per le quali e' prevista l'applicazione in misura ridotta in caso di pagamento entro un determinato termine dalla comunicazione dell'ufficio che le irroga, sono ridotte alla misura minima se il termine per il pagamento scade dopo la presentazione della istanza di cui all'articolo 17.
3. Le sanzioni e gli interessi sui debiti tributari sorti prima del deposito dell'istanza di cui all'articolo 17 e oggetto della composizione negoziata sono ridotti della meta' nelle ipotesi previste dall'articolo 23, comma 2.
4. In caso di pubblicazione nel registro delle imprese del contratto di cui all'articolo 23, comma 1, lettera a), e dell'accordo di cui all'articolo 23, comma 1, lettera c), l'Agenzia delle entrate concede all'imprenditore che lo richiede, con istanza sottoscritta anche dall'esperto, un piano di rateazione fino ad un massimo di settantadue rate mensili delle somme dovute e non versate a titolo di imposte sul reddito, ritenute alla fonte operate in qualita' di sostituto d'imposta, imposta sul valore aggiunto e imposta regionale sulle attivita' produttive non ancora iscritte a ruolo, e relativi accessori. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. La sottoscrizione dell'esperto costituisce prova dell'esistenza della temporanea situazione di obiettiva difficolta'. L'imprenditore decade automaticamente dal beneficio della rateazione anche in caso di successivo deposito di ricorso ai sensi dell'articolo 40 o in caso di apertura della procedura di liquidazione giudiziale o della liquidazione controllata o di accertamento dello stato di insolvenza oppure in caso di mancato pagamento anche di una sola rata alla sua scadenza.
5. Dalla pubblicazione nel registro delle imprese del contratto e dell'accordo di cui all'articolo 23, comma 1, lettere a) e c), o degli accordi di cui all'articolo 23, comma 2, lettera b), si applicano gli articoli 88, comma 4-ter, e 101, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
6. Nel caso di successiva apertura della procedura di liquidazione giudiziale o di liquidazione controllata o nel caso di accertamento dello stato di insolvenza, gli interessi e le sanzioni sono dovuti senza le riduzioni di cui ai commi 1 e 2.
Art. 25-ter (Compenso dell'esperto). - 1. Il compenso dell'esperto e' determinato, tenuto conto dell'opera prestata, della sua complessita', del contributo dato nella negoziazione e della sollecitudine con cui sono state condotte le trattative, in percentuale sull'ammontare dell'attivo dell'impresa debitrice secondo i seguenti scaglioni:
a) fino a euro 100.000,00, dal 4,00 al 6,00 per cento;
b) da euro 100.000,01 e fino a euro 500.000,00, dall'1,00 all'1,50 per cento;
c) da euro 500.000,01 e fino a euro 1.000.000,00, dallo 0,50 allo 0,80 per cento;
d) da euro 1.000.000,01 e fino a euro 2.500.000,00, dallo 0,25 allo 0,43 per cento;
e) da euro 2.500.000,01 e fino a euro 50.000.000,00, dallo 0,05 allo 0,10 per cento;
f) da euro 50.000.000,01 e fino a euro 400.000.000,00, dallo 0,010 allo 0,025 per cento;
g) da euro 400.000.000,01 e fino a euro 1.300.000.000,00, dallo 0,002 allo 0,008 per cento;
h) sulle somme eccedenti euro 1.300.000.000,00, dallo 0,005 allo 0,002 per cento.
2. In caso di composizione negoziata condotta ai sensi dell'articolo 25 in modo unitario per tutte o alcune delle imprese che hanno presentato l'istanza di cui all'articolo 17, il compenso dell'esperto designato e' determinato esclusivamente tenendo conto della percentuale sull'ammontare dell'attivo di ciascuna impresa istante partecipante al gruppo.
3. Il compenso complessivo non puo' essere, in ogni caso, inferiore a euro 4.000,00 e superiore a euro 400.000,00.
4. L'importo di cui al comma 1 e' rideterminato, fermi i limiti di cui al comma 3, come di seguito indicato:
a) se il numero dei creditori e delle parti interessate che partecipano alle trattative e' compreso tra ventuno e cinquanta, il compenso e' aumentato del 25 per cento;
b) se il numero dei creditori e delle parti interessate che partecipano alle trattative e' superiore a cinquanta, il compenso e' aumentato del 35 per cento;
c) se il numero dei creditori e delle parti interessate che partecipano alle trattative non e' superiore a cinque, il compenso e' ridotto del 40 per cento;
d) in caso di vendita del complesso aziendale o di individuazione di un acquirente da parte dell'esperto, il compenso e' aumentato del 10 per cento.
5. I lavoratori e le rappresentanze sindacali non sono considerati nel numero dei creditori e delle altre parti interessate ai fini del riconoscimento degli aumenti di cui al comma 4, lettere a) e b); all'esperto comunque spetta il compenso di euro 100,00 per ogni ora di presenza risultante dai rapporti redatti ai sensi dell'articolo 4, comma 3, quinto periodo.
6. Il compenso e' aumentato del 100 per cento in tutti i casi in cui, anche successivamente alla redazione della relazione finale di cui all'articolo 17, comma 8, si concludono il contratto, la convenzione o gli accordi di cui all'articolo 23, commi 1 e 2, lettera b).
7. Se l'esperto sottoscrive l'accordo di cui all'articolo 23, comma 1, lettera c), gli spetta un ulteriore incremento del 10 per cento sul compenso determinato ai sensi del comma 6.
8. In deroga a quanto previsto dal comma 3, il compenso e' liquidato in euro 500,00 quando l'imprenditore non compare davanti all'esperto oppure quando e' disposta l'archiviazione subito dopo il primo incontro.
9. Le percentuali di cui al comma 1 sono calcolate sulla media dell'attivo risultante dagli ultimi tre bilanci o, in mancanza, sull'attivo risultante dalla situazione patrimoniale e finanziaria depositata ai sensi dell'articolo 17, comma 3, lettera a). Se l'attivita' e' iniziata da meno di tre anni, la media e' calcolata sui bilanci depositati dal suo inizio.
10. All'esperto e' dovuto il rimborso delle spese necessarie per l'adempimento dell'incarico, purche' accompagnate dalla corrispondente documentazione. Non sono rimborsati gli esborsi sostenuti per la remunerazione dei soggetti dei quali l'esperto si e' avvalso ai sensi dell'articolo 16, comma 2.
11. In mancanza di accordo tra le parti, il compenso e' liquidato dalla commissione di cui all'articolo 13, comma 6, ed e' a carico dell'imprenditore. Il provvedimento costituisce prova scritta idonea a norma dell'articolo 633, primo comma, numero 1), del codice di procedura civile nonche' titolo per la concessione dell'esecuzione provvisoria ai sensi dell'articolo 642 del codice di procedura civile.
12. Il compenso dell'esperto e' prededucibile ai sensi dell'articolo 6.
13. Dopo almeno sessanta giorni dall'accettazione dell'incarico, su richiesta dell'esperto, puo' essere disposto in suo favore un acconto in misura non superiore ad un terzo del presumibile compenso finale, tenendo conto dei risultati ottenuti e dell'attivita' prestata.
Art. 25-quater (Imprese sotto soglia). - 1. L'imprenditore commerciale e agricolo, che presenta congiuntamente i requisiti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera d) e che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi o l'insolvenza, puo' chiedere la nomina dell'esperto indipendente quando risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell'impresa.
2. L'istanza e' presentata al segretario generale della camera di commercio nel cui ambito territoriale si trova la sede legale dell'impresa unitamente ai documenti di cui all'articolo 17, comma 3, lettere a), c), d), e), f), g) e h), e nelle forme previste dall'articolo 17, comma 1. La dichiarazione di cui all'articolo 17, comma 3, lettera d), riguarda la pendenza di una procedura di liquidazione controllata e contiene l'attestazione di non avere depositato ricorso ai sensi dell'articolo 74 e, per le imprese agricole, anche ai sensi dell'articolo 57. La nomina dell'esperto avviene ad opera del segretario generale al quale e' presentata l'istanza.
3. Se all'esito delle trattative e' individuata una soluzione idonea al superamento della situazione di cui al comma 1, le parti possono, alternativamente:
a) concludere un contratto privo di effetti nei confronti dei terzi e idoneo ad assicurare la continuita' aziendale;
b) concludere un accordo avente il contenuto dell'articolo 62;
c) concludere un accordo sottoscritto dall'imprenditore, dai creditori e dall'esperto, idoneo a produrre gli effetti di cui all'articolo 25-bis, comma 5. Con la sottoscrizione dell'accordo l'esperto da' atto che il piano di risanamento appare coerente con la regolazione della crisi o dell'insolvenza.
4. Se all'esito delle trattative non e' possibile raggiungere l'accordo, l'imprenditore puo':
a) proporre la domanda di concordato minore di cui all'articolo 74;
b) chiedere la liquidazione controllata dei beni ai sensi dell'articolo 268;
c) proporre la domanda di concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio di cui all'articolo 25-sexies;
d) per la sola impresa agricola, domandare l'omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ai sensi degli articoli 57, 60 e 61.
5. Si applicano, per quanto non specificamente previsto dalle disposizioni del presente articolo, gli articoli 12, 13, commi 1,2, 3, 4, 5 e 9, 14, 15, 16, 17, commi 1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10, 18, 19, 20, 21, 22, 24, commi 3 e 4, 25, 25-bis, 25-ter, 25-quinquies, 25-sexies, 25-septies e 25-octies, in quanto compatibili.
6. Gli atti autorizzati dal tribunale ai sensi dell'articolo 22 conservano i propri effetti se successivamente intervengono un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato, un concordato minore omologato, l'apertura della liquidazione controllata o il concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio di cui all'articolo 25-sexies omologato.
7. Il compenso dell'esperto e' liquidato, ai sensi dell'articolo 25-ter, dal responsabile dell'organismo di composizione della crisi o dal segretario generale della camera di commercio che lo ha nominato.
Art. 25-quinquies (Limiti di accesso alla composizione negoziata). - 1. L'istanza di cui all'articolo 17, non puo' essere presentata dall'imprenditore in pendenza del procedimento introdotto con ricorso depositato ai sensi dell'articolo 40, anche nelle ipotesi di cui agli articoli 44, comma 1, lettera a), 54, comma 3, e 74. L'istanza non puo' essere altresi' presentata nel caso in cui l'imprenditore, nei quattro mesi precedenti l'istanza medesima, abbia rinunciato alle domande indicate nel primo periodo.
Capo II (Concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio all'esito della composizione negoziata) - Art. 25-sexies (Concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio). - 1. Quando l'esperto nella relazione finale dichiara che le trattative si sono svolte secondo correttezza e buona fede, che non hanno avuto esito positivo e che le soluzioni individuate ai sensi dell'articolo 23, commi 1 e 2, lettera b) non sono praticabili, l'imprenditore puo' presentare, nei sessanta giorni successivi alla comunicazione di cui all'articolo 17, comma 8, una proposta di concordato per cessione dei beni unitamente al piano di liquidazione e ai documenti indicati nell'articolo 39. La proposta puo' prevedere la suddivisione dei creditori in classi.
2. L'imprenditore chiede l'omologazione del concordato con ricorso presentato al tribunale del luogo in cui l'impresa ha il proprio centro degli interessi principali. Il ricorso e' comunicato al pubblico ministero e pubblicato, a cura del cancelliere, nel registro delle imprese entro il giorno successivo alla data del deposito in cancelleria. Dalla data della pubblicazione del ricorso si producono gli effetti di cui agli articoli 6, 46, 94 e 96.
3. Il tribunale, valutata la ritualita' della proposta, acquisiti la relazione finale di cui al comma 1 e il parere dell'esperto con specifico riferimento ai presumibili risultati della liquidazione e alle garanzie offerte, nomina un ausiliario ai sensi dell'articolo 68 del codice di procedura civile, assegnando allo stesso un termine per il deposito del parere di cui al comma 4. L'ausiliario fa pervenire l'accettazione dell'incarico entro tre giorni dalla comunicazione. All'ausiliario si applicano le disposizioni di cui agli articoli 35, comma 4-bis, e 35.1 del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159. Si osservano altresi' le disposizioni di cui all'articolo 35.2 del citato decreto legislativo n. 159 del 2011.
4. Con il medesimo decreto il tribunale ordina che la proposta, unitamente al parere dell'ausiliario e alla relazione finale e al parere dell'esperto, sia comunicata a cura del debitore ai creditori risultanti dall'elenco depositato ai sensi dell'articolo 39, comma 1, ove possibile a mezzo posta elettronica certificata o, in mancanza, a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento, specificando dove possono essere reperiti i dati per la sua valutazione e fissa l'udienza per l'omologazione. Tra la scadenza del termine concesso all'ausiliario ai sensi del comma 3 e l'udienza di omologazione devono decorrere non meno di quarantacinque giorni. I creditori e qualsiasi interessato possono proporre opposizione all'omologazione costituendosi nel termine perentorio di dieci giorni prima dell'udienza fissata.
5. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio, omologa il concordato quando, verificata la regolarita' del contraddittorio e del procedimento, nonche' il rispetto dell'ordine delle cause di prelazione e la fattibilita' del piano di liquidazione, rileva che la proposta non arreca pregiudizio ai creditori rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale e comunque assicura un'utilita' a ciascun creditore.
6. Il tribunale provvede con decreto motivato, immediatamente esecutivo. Il decreto, pubblicato a norma dell'articolo 45 e' comunicato dalla cancelleria alle parti che, nei successivi trenta giorni, possono proporre reclamo alla corte di appello ai sensi dell'articolo 247.
7. Contro il decreto della corte d'appello puo' essere proposto ricorso per cassazione entro trenta giorni dalla comunicazione.
8. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui agli articoli 106, 117, 118, 119, 324 e 341, sostituita la figura del commissario giudiziale con quella dell'ausiliario. Ai fini di cui all'articolo 106, il decreto di cui al comma 4 equivale all'ammissione al concordato.
Art. 25-septies (Disciplina della liquidazione del patrimonio). - 1. Il tribunale nomina, con il decreto di omologazione, un liquidatore. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all'articolo 114.
2. Quando il piano di liquidazione di cui all'articolo 25-sexies comprende un'offerta da parte di un soggetto individuato avente ad oggetto il trasferimento in suo favore dell'azienda o di uno o piu' rami d'azienda o di specifici beni, il liquidatore giudiziale, verificata l'assenza di soluzioni migliori sul mercato, da' esecuzione all'offerta e alla vendita si applicano gli articoli da 2919 a 2929 del codice civile.
3. Quando il piano di liquidazione prevede che il trasferimento debba essere eseguito prima della omologazione, all'offerta da' esecuzione l'ausiliario, verificata l'assenza di soluzioni migliori sul mercato, con le modalita' di cui al comma 2, previa autorizzazione del tribunale.
Capo III (Segnalazioni per la anticipata emersione della crisi e programma informatico di verifica della sostenibilita' del debito e di elaborazione di piani di rateizzazione) - Art. 25-octies (Segnalazione dell'organo di controllo). - 1. L'organo di controllo societario segnala, per iscritto, all'organo amministrativo la sussistenza dei presupposti per la presentazione dell'istanza di cui all'articolo 17. La segnalazione e' motivata, e' trasmessa con mezzi che assicurano la prova dell'avvenuta ricezione e contiene la fissazione di un congruo termine, non superiore a trenta giorni, entro il quale l'organo amministrativo deve riferire in ordine alle iniziative intraprese. In pendenza delle trattative, rimane fermo il dovere di vigilanza di cui all'articolo 2403 del codice civile.
2. La tempestiva segnalazione all'organo amministrativo ai sensi del comma 1 e la vigilanza sull'andamento delle trattative sono valutate ai fini della responsabilita' prevista dall'articolo 2407 del codice civile.
Art. 25-novies (Segnalazioni dei creditori pubblici qualificati). - 1. L'Istituto nazionale della previdenza sociale, l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle entrate-Riscossione segnalano all'imprenditore e, ove esistente, all'organo di controllo, nella persona del presidente del collegio sindacale in caso di organo collegiale, a mezzo di posta elettronica certificata o, in mancanza, mediante raccomandata con avviso di ricevimento inviata all'indirizzo risultante dall'anagrafe tributaria:
a) per l'Istituto nazionale della previdenza sociale, il ritardo di oltre novanta giorni nel versamento di contributi previdenziali di ammontare superiore:
1) per le imprese con lavoratori subordinati e parasubordinati, al 30 per cento di quelli dovuti nell'anno precedente e all'importo di euro 15.000;
2) per le imprese senza lavoratori subordinati e parasubordinati, all'importo di euro 5.000;
b) per l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, l'esistenza di un debito per premi assicurativi scaduto da oltre novanta giorni e non versato superiore all'importo di euro 5.000;
c) per l'Agenzia delle entrate, l'esistenza di un debito scaduto e non versato relativo all'imposta sul valore aggiunto, risultante dalla comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche di cui all'articolo 21-bis del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, superiore all'importo di euro 5.000;
d) per l'Agenzia delle entrate-Riscossione, l'esistenza di crediti affidati per la riscossione, autodichiarati o definitivamente accertati e scaduti da oltre novanta giorni, superiori, per le imprese individuali, all'importo di euro 100.000, per le societa' di persone, all'importo di euro 200.000 e, per le altre societa', all'importo di euro 500.000.
2. Le segnalazioni di cui al comma 1 sono inviate:
a) dall'Agenzia delle entrate, entro sessanta giorni dal termine di presentazione delle comunicazioni di cui all'articolo 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010;
b) dall'Istituto nazionale della previdenza sociale, dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e dall'Agenzia delle entrate-Riscossione, entro sessanta giorni decorrenti dal verificarsi delle condizioni o dal superamento degli importi indicati nel medesimo comma 1.
3. Le segnalazioni di cui al comma 1 contengono l'invito alla presentazione dell'istanza di cui all'articolo 17, comma 1, se ne ricorrono i presupposti.
4. Le disposizioni del presente articolo si applicano:
a) con riferimento all'Istituto nazionale della previdenza sociale e all'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, in relazione ai debiti accertati a decorrere dal 1° gennaio 2022, per il primo, e ai debiti accertati a decorrere dall'entrata in vigore del presente decreto per il secondo;
b) con riferimento all'Agenzia delle entrate, in relazione ai debiti risultanti dalle comunicazioni periodiche relative al primo trimestre dell'anno 2022;
c) con riferimento all'Agenzia delle entrate-Riscossione, in relazione ai carichi affidati all'agente della riscossione a decorrere dal 1° luglio 2022.
Art. 25-decies (Obblighi di comunicazione per banche e intermediari finanziari). - 1. Le banche e gli altri intermediari finanziari di cui all'articolo 106 del testo unico bancario, nel momento in cui comunicano al cliente variazioni, revisioni o revoche degli affidamenti, ne danno notizia anche agli organi di controllo societari, se esistenti.
Art. 25-undecies (Istituzione di programma informatico di verifica della sostenibilita' del debito e per l'elaborazione di piani di rateizzazione automatici). - 1. Sulla piattaforma di cui all'articolo 13 e' disponibile un programma informatico gratuito che elabora i dati necessari per accertare la sostenibilita' del debito esistente e che consente all'imprenditore di condurre il test pratico di cui all'articolo 13, comma 2, per la verifica della ragionevole perseguibilita' del risanamento.
2. Se l'indebitamento complessivo dell'imprenditore non supera i 30.000 euro e, all'esito dell'elaborazione condotta dal programma di cui al comma 1, tale debito risulta sostenibile, il programma elabora un piano di rateizzazione. L'imprenditore comunica la rateizzazione ai creditori interessati avvertendoli che, se non manifestano il proprio dissenso entro il termine di trenta giorni dalla ricezione della comunicazione, il piano si intendera' approvato e verra' eseguito secondo le modalita' e i tempi nello stesso indicati. Sono fatte salve le disposizioni in materia di crediti di lavoro e di riscossione dei crediti fiscali e previdenziali. Restano ferme le responsabilita' per l'inserimento nel programma di dati o informazioni non veritieri.
3. Le informazioni e i dati da inserire nel programma informatico, le specifiche tecniche per il suo funzionamento e le modalita' di calcolo del tasso di interesse applicabile ai crediti rateizzati sono definiti con decreto non regolamentare del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro della giustizia e con il Ministro delegato per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto».
 
Art. 7
Modifiche alla Parte Prima, Titolo III, del decreto legislativo 12
gennaio 2019, n. 14

1. Dopo l'articolo 25-undecies, al Titolo III, le parole «Procedure di regolazione della crisi e dell'insolvenza» sono sostituite dalle seguenti: «Strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza».
 
Art. 8
Modifiche alla Parte Prima, Titolo III, Capo I, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 26 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 1 e' sostituito dal seguente «1. L'imprenditore che ha all'estero il centro degli interessi principali puo' essere ammesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o assoggettato a una procedura di insolvenza nella Repubblica italiana anche se e' stata aperta analoga procedura all'estero, quando ha una dipendenza in Italia.»;
b) il comma 2 e' sostituito dal seguente: «2. Il trasferimento del centro degli interessi principali all'estero non esclude la sussistenza della giurisdizione italiana se e' avvenuto nell'anno antecedente il deposito della domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza.».

Note all'art. 8:
- Si riporta il testo dell'art. 26 del citato decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dal
presente decreto:
«Art. 26 (Giurisdizione italiana). - 1. L'imprenditore
che ha all'estero il centro degli interessi principali puo'
essere ammesso a uno strumento di regolazione della crisi e
dell'insolvenza o assoggettato a una procedura di
insolvenza nella Repubblica italiana anche se e' stata
aperta analoga procedura all'estero, quando ha una
dipendenza in Italia.
2. Il trasferimento del centro degli interessi
principali all'estero non esclude la sussistenza della
giurisdizione italiana se e' avvenuto nell'anno antecedente
il deposito della domanda di accesso a uno strumento di
regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura
di insolvenza.
3. Sono fatte salve le convenzioni internazionali e la
normativa dell'Unione europea.
4. Il tribunale, quando apre una procedura di
insolvenza transfrontaliera ai sensi del regolamento (UE)
2015/848 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20
maggio 2015, dichiara se la procedura e' principale,
secondaria o territoriale.».
 
Art. 9
Modifiche alla Parte Prima, Titolo III, Capo II, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 27 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, primo periodo, le parole «di regolazione della crisi o dell'insolvenza» sono sostituite dalle seguenti: «di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza»;
b) al comma 2, primo periodo, le parole «di regolazione della crisi o dell'insolvenza» sono sostituite dalle seguenti: «di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza»;
c) al comma 3, lettere a) e c), le parole «attivita' impresa» sono sostituite dalle seguenti: «attivita' d'impresa».
2. L'articolo 28 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 28 (Trasferimento del centro degli interessi principali). - 1. Il trasferimento del centro degli interessi principali non rileva ai fini della competenza quando e' intervenuto nell'anno antecedente al deposito della domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o di apertura della liquidazione giudiziale.».
3. All'articolo 30, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «Quando una procedura regolatrice della crisi o dell'insolvenza e' stata aperta» sono sostituite dalle seguenti: «Quando un procedimento per l'accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza e' stato aperto».

Note all'art. 9:
- Si riporta il testo dell'art. 27 del citato decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dal
presente decreto:
«Art. 27 (Competenza per materia e per territorio). -
1. Per i procedimenti di accesso a uno strumento di
regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura
di insolvenza e le controversie che ne derivano relativi
alle imprese in amministrazione straordinaria e ai gruppi
di imprese di rilevante dimensione e' competente il
tribunale sede delle sezioni specializzate in materia di
imprese di cui all'art. 1 del decreto legislativo 27 giugno
2003, n. 168. Il tribunale sede della sezione specializzata
in materia di imprese e' individuato a norma dell'art. 4
del decreto legislativo 27 giugno 2003, n. 168, avuto
riguardo al luogo in cui il debitore ha il centro degli
interessi principali.
2. Per i procedimenti di accesso a uno strumento di
regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura
di insolvenza diversi da quelli di cui al comma 1 e le
controversie che ne derivano e' competente il tribunale nel
cui circondario il debitore ha il centro degli interessi
principali.
3. Il centro degli interessi principali del debitore si
presume coincidente:
a) per la persona fisica esercente attivita'
d'impresa, con la sede legale risultante dal registro delle
imprese o, in mancanza, con la sede effettiva
dell'attivita' abituale;
b) per la persona fisica non esercente attivita'
d'impresa, con la residenza o il domicilio e, se questi
sono sconosciuti, con l'ultima dimora nota o, in mancanza,
con il luogo di nascita. Se questo non e' in Italia, la
competenza e' del Tribunale di Roma;
c) per la persona giuridica e gli enti, anche non
esercenti attivita' d'impresa, con la sede legale
risultante dal registro delle imprese o, in mancanza, con
la sede effettiva dell'attivita' abituale o, se
sconosciuta, secondo quanto previsto nella lettera b), con
riguardo al legale rappresentante.».
 
Art. 10
Modifiche alla Parte Prima, Titolo III, Capo IV, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Alla parte prima, titolo III del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la rubrica del capo IV e' sostituita dalla seguente: «Accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e alla liquidazione giudiziale».
 
Art. 11
Modifiche alla Parte Prima, Titolo III, Capo IV, Sezione I, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Alla parte prima, titolo III, capo IV del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la rubrica della sezione I e' sostituita dalla seguente: «Iniziativa per l'accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e alla liquidazione giudiziale».
2. All'articolo 37 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, le parole «a una procedura regolatrice della crisi o dell'insolvenza» sono sostituite dalle seguenti: «agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza»;
b) la rubrica e' sostituita dalla seguente: «Iniziativa per l'accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e alla liquidazione giudiziale».
3. All'articolo 38 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come sostituito dall'articolo 7, comma 1, del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, al comma 3, le parole «diretti all'apertura di una procedura di regolazione della crisi e dell'insolvenza» sono sostituite dalle seguenti: «per l'accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza.».
4. All'articolo 39 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come sostituito dall'articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, le parole «Il debitore che chiede l'accesso a una delle procedure di regolazione della crisi o dell'insolvenza» sono sostituite dalle seguenti: «Il debitore che chiede l'accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza»;
b) al comma 3, le parole «Quando la domanda ha ad oggetto l'assegnazione dei termini di cui all'articolo 44, comma 1, lettera a)» sono sostituite dalle seguenti: «Quando la domanda e' presentata ai sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera a)»;
c) la rubrica e' sostituita dalla seguente: «Obblighi del debitore che chiede l'accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza».

Note all'art. 11:
- Si riporta il testo degli articoli 37, 38 e 39 del
citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come
modificato dal presente decreto:
«Art. 37 (Iniziativa per l'accesso agli strumenti di
regolazione della crisi e dell'insolvenza e alla
liquidazione giudiziale). - 1. La domanda di accesso agli
strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e'
proposta con ricorso del debitore.
2. La domanda di apertura della liquidazione giudiziale
e' proposta con ricorso del debitore, degli organi e delle
autorita' amministrative che hanno funzioni di controllo e
di vigilanza sull'impresa, di uno o piu' creditori o del
pubblico ministero.»
«Art. 38 (Iniziativa del pubblico ministero). - 1. Il
pubblico ministero presenta il ricorso per l'apertura della
liquidazione giudiziale in ogni caso in cui ha notizia
dell'esistenza di uno stato di insolvenza.
2. L'autorita' giudiziaria che rileva l'insolvenza nel
corso di un procedimento lo segnala al pubblico ministero.
3. Il pubblico ministero puo' intervenire in tutti i
procedimenti per l'accesso agli strumenti di regolazione
della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di
insolvenza.
4. Il rappresentante del pubblico ministero intervenuto
in uno dei procedimenti di cui al comma 3, instaurato
dinanzi al tribunale di cui all'art. 27, puo' chiedere di
partecipare al successivo grado di giudizio quale sostituto
del procuratore generale presso la corte di appello. La
partecipazione e' disposta dal procuratore generale presso
la corte di appello qualora lo ritenga opportuno. Gli
avvisi spettano in ogni caso al procuratore generale.»
«Art. 39 (Obblighi del debitore che chiede l'accesso a
uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza
o a una procedura di insolvenza).
1. Il debitore che chiede l'accesso a uno strumento di
regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura
di insolvenza deposita presso il tribunale le scritture
contabili e fiscali obbligatorie, le dichiarazioni dei
redditi concernenti i tre esercizi o anni precedenti ovvero
l'intera esistenza dell'impresa o dell'attivita' economica
o professionale, se questa ha avuto una minore durata, le
dichiarazioni IRAP e le dichiarazioni annuali IVA relative
ai medesimi periodi, i bilanci relativi agli ultimi tre
esercizi. Deve inoltre depositare, anche in formato
digitale, una relazione sulla situazione economica,
patrimoniale e finanziaria aggiornata, uno stato
particolareggiato ed estimativo delle sue attivita',
un'idonea certificazione sui debiti fiscali, contributivi e
per premi assicurativi, l'elenco nominativo dei creditori e
l'indicazione dei rispettivi crediti e delle cause di
prelazione nonche' l'elenco nominativo di coloro che
vantano diritti reali e personali su cose in suo possesso e
l'indicazione delle cose stesse e del titolo da cui sorge
il diritto. Tali elenchi devono contenere l'indicazione del
domicilio digitale dei creditori e dei titolari di diritti
reali e personali che ne sono muniti.
2. Il debitore deve depositare una relazione
riepilogativa degli atti di straordinaria amministrazione
di cui all'art. 94, comma 2, compiuti nel quinquennio
anteriore, anche in formato digitale.
3. Quando la domanda e' presentata ai sensi dell'art.
44, comma 1, lettera a), il debitore deposita unitamente
alla domanda unicamente i bilanci relativi agli ultimi tre
esercizi o, per le imprese non soggette all'obbligo di
redazione del bilancio, le dichiarazioni dei redditi e le
dichiarazioni IRAP concernenti i tre esercizi precedenti,
l'elenco nominativo dei creditori con l'indicazione dei
rispettivi crediti e delle cause di prelazione, oltre che
con l'indicazione del loro domicilio digitale, se ne sono
muniti. L'ulteriore documentazione prevista dai commi 1 e 2
deve essere depositata nel termine assegnato dal tribunale
ai sensi dell'art. 44, comma 1, lettera a).».
 
Art. 12
Modifiche alla Parte Prima, Titolo III, Capo IV, Sezione II, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Alla parte prima, titolo III, capo IV del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la rubrica della sezione II e' sostituita dalla seguente: «Procedimento unitario per l'accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e alla liquidazione giudiziale».
2. L'articolo 40 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 40 (Domanda di accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e alla liquidazione giudiziale). - 1. Il procedimento per l'accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e alla liquidazione giudiziale si svolge dinanzi al tribunale in composizione collegiale, con le modalita' previste dalla presente sezione.
2. Il ricorso deve indicare l'ufficio giudiziario, l'oggetto, le ragioni della domanda e le conclusioni ed e' sottoscritto dal difensore munito di procura. Per le societa', la domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza e' approvata e sottoscritta a norma dell'articolo 120-bis.
3. La domanda del debitore, entro il giorno successivo al deposito, e' comunicata dal cancelliere al registro delle imprese. L'iscrizione e' eseguita entro il giorno seguente e quando la domanda contiene la richiesta di misure protettive il conservatore, nell'eseguire l'iscrizione, ne fa espressa menzione. La domanda, unitamente ai documenti allegati, e' trasmessa al pubblico ministero.
4. Nel caso di domanda di accesso al giudizio di omologazione di accordi di ristrutturazione, gli accordi, contestualmente al deposito, sono pubblicati nel registro delle imprese e acquistano efficacia dal giorno della pubblicazione. Con il decreto di cui all'articolo 48, comma 4, il tribunale puo' nominare un commissario giudiziale o confermare quello gia' nominato ai sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera b); la nomina del commissario giudiziale e' disposta in presenza di istanze per la apertura della procedura di liquidazione giudiziale, quando e' necessaria per tutelare gli interessi delle parti istanti.
5. Nel procedimento di liquidazione giudiziale il debitore puo' stare in giudizio personalmente.
6. In caso di domanda proposta da un creditore, da coloro che hanno funzioni di controllo e di vigilanza sull'impresa o dal pubblico ministero, il ricorso e il decreto di convocazione devono essere notificati, a cura dell'ufficio, all'indirizzo del servizio elettronico di recapito certificato qualificato o di posta elettronica certificata del debitore risultante dal registro delle imprese ovvero dall'Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC) delle imprese e dei professionisti. L'esito della comunicazione e' trasmesso con modalita' telematica all'indirizzo di posta elettronica certificata del ricorrente.
7. Quando la notificazione a mezzo di posta elettronica certificata di cui al comma 6 non risulta possibile o non ha esito positivo per causa imputabile al destinatario, il ricorso e il decreto sono notificati senza indugio, a cura della cancelleria, mediante il loro inserimento nell'area web riservata ai sensi dell'articolo 359. La notificazione si ha per eseguita nel terzo giorno successivo a quello in cui e' compiuto l'inserimento.
8. Quando la notificazione non risulta possibile o non ha esito positivo, per cause non imputabili al destinatario, la notifica, a cura del ricorrente, si esegue esclusivamente di persona a norma dell'articolo 107, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 15 dicembre 1959, n. 1229, presso la sede risultante dal registro delle imprese o, per i soggetti non iscritti nel registro delle imprese, presso la residenza. Quando la notificazione non puo' essere compiuta con queste modalita', si esegue con il deposito dell'atto nella casa comunale della sede che risulta iscritta nel registro delle imprese ovvero presso la residenza per i soggetti non iscritti nel registro delle imprese, e si perfeziona nel momento del deposito stesso. Per le persone fisiche non obbligate a munirsi del domicilio digitale, del deposito e' data notizia anche mediante affissione dell'avviso in busta chiusa e sigillata alla porta dell'abitazione o dell'ufficio e per raccomandata con avviso di ricevimento.
9. Nel caso di pendenza di un procedimento di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza, la domanda di apertura della liquidazione giudiziale e' proposta nel medesimo procedimento e fino alla rimessione della causa al collegio per la decisione, con ricorso ai sensi dell'articolo 37, comma 1, e nel rispetto degli obblighi di cui all'articolo 39. Se la domanda di apertura della liquidazione giudiziale e' proposta separatamente il tribunale la riunisce, anche d'ufficio, al procedimento pendente.
10. Nel caso di pendenza di un procedimento per la apertura della liquidazione giudiziale introdotto da un soggetto diverso dal debitore, la domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza e' proposta, con ricorso ai sensi dell'articolo 37, comma 1 e nel rispetto degli obblighi di cui all'articolo 39, nel medesimo procedimento, a pena di decadenza, entro la prima udienza e se entro il medesimo termine e' proposta separatamente e' riunita, anche d'ufficio, al procedimento pendente. Successivamente alla prima udienza, la domanda non puo' essere proposta autonomamente sino alla conclusione del procedimento per la apertura della liquidazione giudiziale. Il termine di cui al primo periodo non si applica se la domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza e' proposta all'esito della composizione negoziata, entro sessanta giorni dalla comunicazione di cui all'articolo 17, comma 8.».
3. All'articolo 43 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 1 e' sostituito dal seguente: «1. In caso di rinuncia alla domanda di cui all'articolo 40 il procedimento si estingue, fatta salva la volonta' di proseguirlo manifestata dagli intervenuti o dal pubblico ministero per l'apertura della liquidazione giudiziale. Il pubblico ministero puo' rinunciare alla domanda di apertura della liquidazione giudiziale.»;
b) al comma 2, come sostituito dall'articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al primo periodo, le parole: «su istanza di parte,» sono soppresse e la parola «quella» e' sostituita dalle parole «la parte»;
2) il secondo periodo e' soppresso.
4. L'articolo 44 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 44 (Accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza con riserva di deposito di documentazione). - 1. Il debitore puo' presentare la domanda di cui all'articolo 40 con la documentazione prevista dall'articolo 39, comma 3, riservandosi di presentare la proposta, il piano e gli accordi. In tale caso il tribunale pronuncia decreto con il quale:
a) fissa un termine compreso tra trenta e sessanta giorni, prorogabile su istanza del debitore in presenza di giustificati motivi e in assenza di domande per l'apertura della liquidazione giudiziale, fino a ulteriori sessanta giorni, entro il quale il debitore deposita la proposta di concordato preventivo con il piano, l'attestazione di veridicita' dei dati e di fattibilita' e la documentazione di cui all'articolo 39, commi 1 e 2, oppure la domanda di omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti, con la documentazione di cui all'articolo 39, comma 1, oppure la domanda di omologazione del piano di ristrutturazione di cui all'articolo 64-bis, con la documentazione di cui all'articolo 39, commi 1 e 2;
b) nomina un commissario giudiziale, disponendo che questi riferisca immediatamente al tribunale su ogni atto di frode ai creditori non dichiarato nella domanda ovvero su ogni circostanza o condotta del debitore tali da pregiudicare una soluzione efficace della crisi. Si applica l'articolo 49, comma 3, lettera f);
c) dispone gli obblighi informativi periodici, anche relativi alla gestione finanziaria dell'impresa e all'attivita' compiuta ai fini della predisposizione della proposta e del piano, che il debitore deve assolvere, con periodicita' almeno mensile e sotto la vigilanza del commissario giudiziale, sino alla scadenza del termine fissato ai sensi del comma 1, lettera a). Con la medesima periodicita', il debitore deposita una relazione sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria che, entro il giorno successivo, e' iscritta nel registro delle imprese su richiesta del cancelliere;
d) ordina al debitore il versamento, entro un termine perentorio non superiore a dieci giorni, di una somma per le spese della procedura, nella misura necessaria fino alla scadenza del termine fissato ai sensi del comma 1, lettera a).
2. Il tribunale, su segnalazione di un creditore, del commissario giudiziale o del pubblico ministero, con decreto non soggetto a reclamo, sentiti il debitore e i creditori che hanno proposto ricorso per l'apertura della liquidazione giudiziale e omessa ogni formalita' non essenziale al contraddittorio, revoca il provvedimento di concessione dei termini adottato ai sensi del comma 1, lettera a), quando accerta una delle situazioni di cui al comma 1, lettera b) o quando vi e' stata grave violazione degli obblighi informativi di cui al comma 1, lettera c). Nello stesso modo il tribunale provvede in caso di violazione dell'obbligo di cui al comma 1, lettera d).
3. I termini di cui al comma 1, lettere a), c) e d) non sono soggetti a sospensione feriale dei termini.».
5. All'articolo 45 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, le parole «o per il deposito degli accordi di ristrutturazione di cui all'articolo 44, comma 1, lettera a)» sono sostitute dalle seguenti: «oppure per il deposito della domanda di omologazione del piano di ristrutturazione di cui all'articolo 64-bis o degli accordi di ristrutturazione di cui all'articolo 44, comma 1, lettera a)»;
b) al comma 2, secondo periodo, le parole «il nome dell'eventuale commissario» sono sostituite dalle seguenti: «il nome del commissario».
6. All'articolo 46 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, dopo le parole «Dopo il deposito della domanda di accesso» sono inserite le seguenti: «al concordato preventivo, anche ai sensi dell'articolo 44,»;
b) al comma 2, le parole «anche da terzi» sono sostituite dalle seguenti: «anche da terzi,».
7. L'articolo 47 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 47 (Apertura del concordato preventivo). - 1. A seguito del deposito del piano e della proposta di concordato, il tribunale, acquisito il parere del commissario giudiziale, se gia' nominato, verifica:
a) in caso di concordato liquidatorio, l'ammissibilita' della proposta e la fattibilita' del piano, intesa come non manifesta inattitudine del medesimo a raggiungere gli obiettivi prefissati;
b) in caso di concordato in continuita' aziendale, la ritualita' della proposta. La domanda di accesso al concordato in continuita' aziendale e' comunque inammissibile se il piano e' manifestamente inidoneo alla soddisfazione dei creditori, come proposta dal debitore, e alla conservazione dei valori aziendali.
2. Compiute le verifiche di cui al comma 1, il tribunale, con decreto:
a) nomina il giudice delegato;
b) nomina ovvero conferma il commissario giudiziale;
c) stabilisce, in relazione al numero dei creditori, alla entita' del passivo e alla necessita' di assicurare la tempestivita' e l'efficacia della procedura, la data iniziale e finale per l'espressione del voto dei creditori, con modalita' idonee a salvaguardare il contraddittorio e l'effettiva partecipazione, anche utilizzando le strutture informatiche messe a disposizione da soggetti terzi, e fissa il termine per la comunicazione del provvedimento ai creditori;
d) fissa il termine perentorio, non superiore a quindici giorni, entro il quale il debitore deve depositare nella cancelleria del tribunale la somma, ulteriore rispetto a quella versata ai sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera d), pari al 50 per cento delle spese che si presumono necessarie per l'intera procedura ovvero la diversa minor somma, non inferiore al 20 per cento di tali spese, che sia determinata dal tribunale.
3. Il decreto e' comunicato e pubblicato ai sensi dell'articolo 45.
4. Il tribunale, quando accerta la mancanza delle condizioni di cui al comma 1, sentiti il debitore, i creditori che hanno proposto domanda di apertura della liquidazione giudiziale e il pubblico ministero, con decreto motivato dichiara inammissibile la proposta. Il tribunale puo' concedere al debitore un termine non superiore a quindici giorni per apportare integrazioni al piano e produrre nuovi documenti. Il tribunale dichiara con sentenza l'apertura della liquidazione giudiziale quando e' presentato ricorso da parte di uno dei soggetti legittimati.
5. Il decreto di cui al comma 4 e' reclamabile dinanzi alla corte di appello nel termine di trenta giorni dalla comunicazione. La corte di appello, sentite le parti, provvede in camera di consiglio con decreto motivato. Si applicano le disposizioni di cui agli articoli 737 e 738 del codice di procedura civile.
6. La domanda puo' essere riproposta, decorso il termine per proporre reclamo, quando si verifichino mutamenti delle circostanze.».
8. L'articolo 48 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 48 (Procedimento di omologazione). - 1. Se il concordato e' stato approvato dai creditori ai sensi dell'articolo 109, il tribunale fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, disponendo che il provvedimento sia iscritto presso l'ufficio del registro delle imprese dove l'imprenditore ha la sede legale e, se questa differisce dalla sede effettiva, anche presso l'ufficio del luogo in cui la procedura e' stata aperta nonche' notificato, a cura del debitore, al commissario giudiziale e agli eventuali creditori che hanno espresso il loro dissenso.
2. Le opposizioni dei creditori dissenzienti e di qualsiasi interessato devono essere proposte con memoria depositata nel termine perentorio di almeno dieci giorni prima dell'udienza. Il commissario giudiziale deve depositare il proprio motivato parere almeno cinque giorni prima dell'udienza. Il debitore puo' depositare memorie fino a due giorni prima dell'udienza.
3. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 112, comma 4, per il concordato in continuita' aziendale, anche delegando uno dei componenti del collegio, omologa con sentenza il concordato.
4. Quando e' depositata una domanda di omologazione di accordi di ristrutturazione, i creditori e ogni altro interessato possono proporre opposizione con memoria depositata entro trenta giorni dall'iscrizione della domanda nel registro delle imprese. Il tribunale fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, se nominato, disponendo che il provvedimento sia comunicato, a cura del debitore, al commissario giudiziale, ai creditori e ai terzi che hanno proposto opposizione. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio, anche delegando uno dei componenti del collegio, e sentito il commissario giudiziale, omologa con sentenza gli accordi.
5. La sentenza che omologa il concordato, il piano di ristrutturazione soggetto a omologazione o gli accordi di ristrutturazione e' notificata e iscritta nel registro delle imprese a norma dell'articolo 45 e produce i propri effetti dalla data della pubblicazione ai sensi dell'articolo 133, primo comma, del codice di procedura civile. Gli effetti nei riguardi dei terzi si producono dalla data di iscrizione nel registro delle imprese.
6. Se il tribunale non omologa il concordato preventivo, gli accordi di ristrutturazione o il piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione, provvede con sentenza eventualmente dichiarando, su ricorso di uno dei soggetti legittimati, l'apertura della liquidazione giudiziale secondo quanto previsto dall'articolo 49, commi 1 e 2.».
9. All'articolo 49 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, le parole «ad una procedura di regolazione concordata della crisi o dell'insolvenza» sono sostituite dalle seguenti: «a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza»;
b) al comma 2, dopo le parole «ovvero nei casi previsti dall'articolo» sono inserite le seguenti: «47, comma 4 e dall'articolo».
10. All'articolo 50, comma 4, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «articolo 40, commi 5, 6 e 7» sono sostituite dalle seguenti: «articolo 40, commi 6, 7 e 8».
11. All'articolo 51 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, dopo le parole «Contro la sentenza del tribunale che pronuncia sull'omologazione del concordato preventivo» sono inserite le seguenti: «, del piano di ristrutturazione soggetto a omologazione»;
b) il comma 14 e' sostituito dal seguente: «14. Il ricorso per cassazione non sospende l'efficacia della sentenza. Si applica, in quanto compatibile, l'articolo 52 se il ricorso e' promosso contro la sentenza con la quale la corte di appello ha rigettato il reclamo.».
12. All'articolo 52, comma 1, secondo periodo, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, dopo le parole: «Allo stesso modo puo' provvedere, in caso di reclamo avverso la omologazione del concordato preventivo» sono inserite le seguenti: «o del piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione».
13. All'articolo 53 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, dopo il comma 5, e' inserito il seguente: «5-bis. In caso di accoglimento del reclamo proposto contro la sentenza di omologazione del concordato preventivo in continuita' aziendale, la corte d'appello, su richiesta delle parti, puo' confermare la sentenza di omologazione se l'interesse generale dei creditori e dei lavoratori prevale rispetto al pregiudizio subito dal reclamante, riconoscendo a quest'ultimo il risarcimento del danno.».

Note all'art. 12:
- Si riporta il testo degli articoli 43, 45, 46, 49,
50, 51, 52 e 53 del citato decreto legislativo 12 gennaio
2019, n. 14, come modificato dal presente decreto:
«Art. 43 (Rinuncia alla domanda). - 1. In caso di
rinuncia alla domanda di cui all'art. 40 il procedimento si
estingue, fatta salva la volonta' di proseguirlo
manifestata dagli intervenuti o dal pubblico ministero per
l'apertura della liquidazione giudiziale. Il pubblico
ministero puo' rinunciare alla domanda di apertura della
liquidazione giudiziale.
2. Sull'estinzione il tribunale provvede con decreto e,
nel dichiarare l'estinzione, puo' condannare la parte che
vi ha dato causa alle spese.
3. Quando la domanda e' stata iscritta nel registro
delle imprese, il cancelliere comunica immediatamente il
decreto di estinzione al medesimo registro per la sua
iscrizione da effettuarsi entro il giorno successivo.»
«Art. 45 (Comunicazione e pubblicazione del decreto di
concessione dei termini). - 1. Entro il giorno successivo
al deposito in cancelleria, il decreto di concessione dei
termini per l'accesso al concordato preventivo oppure per
il deposito della domanda di omologazione del piano di
ristrutturazione di cui all'art. 64-bis o degli accordi di
ristrutturazione di cui all'art. 44, comma 1, lettera a),
e' comunicato al debitore, al pubblico ministero e ai
richiedenti l'apertura della liquidazione giudiziale.
2. Nello stesso termine il decreto e' trasmesso per
estratto a cura del cancelliere all'ufficio del registro
delle imprese ai fini della sua iscrizione, da effettuarsi
entro il giorno successivo. L'estratto contiene il nome del
debitore, il nome dell'eventuale commissario, il
dispositivo e la data del deposito. L'iscrizione e'
effettuata presso l'ufficio del registro delle imprese ove
l'imprenditore ha la sede legale e, se questa differisce
dalla sede effettiva, anche presso quello corrispondente al
luogo ove la procedura e' stata aperta.»
«Art. 46 (Effetti della domanda di accesso al
concordato preventivo). - 1. Dopo il deposito della domanda
di accesso al concordato preventivo, anche ai sensi
dell'art. 44, e fino al decreto di apertura di cui all'art.
47, il debitore puo' compiere gli atti urgenti di
straordinaria amministrazione previa autorizzazione del
tribunale. In difetto di autorizzazione gli atti sono
inefficaci e il tribunale dispone la revoca del decreto di
cui all'art. 44, comma 1.
2. La domanda di autorizzazione contiene idonee
informazioni sul contenuto del piano. Il tribunale puo'
assumere ulteriori informazioni, anche da terzi, e
acquisisce il parere del commissario giudiziale, se
nominato.
3. Successivamente al decreto di apertura e fino
all'omologazione, sull'istanza di autorizzazione provvede
il giudice delegato.
4. I crediti di terzi sorti per effetto degli atti
legalmente compiuti dal debitore sono prededucibili.
5. I creditori non possono acquisire diritti di
prelazione con efficacia rispetto ai creditori concorrenti,
salvo che vi sia l'autorizzazione prevista dai commi 1, 2 e
3. Le ipoteche giudiziali iscritte nei novanta giorni che
precedono la data della pubblicazione nel registro delle
imprese della domanda di accesso sono inefficaci rispetto
ai creditori anteriori.»
«Art. 49 (Dichiarazione di apertura della liquidazione
giudiziale). - 1. Il tribunale, definite le domande di
accesso a uno strumento di regolazione della crisi e
dell'insolvenza eventualmente proposte, su ricorso di uno
dei soggetti legittimati e accertati i presupposti
dell'art. 121, dichiara con sentenza l'apertura della
liquidazione giudiziale.
2. Allo stesso modo, su ricorso di uno dei soggetti
legittimati, il tribunale provvede, osservate le
disposizioni di cui all'art. 44, comma 2, quando e' decorso
inutilmente o e' stato revocato il termine di cui all'art.
44, comma 1, lettera a), quando il debitore non ha
depositato le spese di procedura di cui all'art. 44, comma
1, lettera d), ovvero nei casi previsti dall'art. 47, comma
4 e dall'art. 106 o in caso di mancata approvazione del
concordato preventivo o quando il concordato preventivo o
gli accordi di ristrutturazione non sono stati omologati.
3. Con la sentenza di cui ai commi 1 e 2, il tribunale:
a) nomina il giudice delegato per la procedura;
b) nomina il curatore e, se utile, uno o piu' esperti
per l'esecuzione di compiti specifici in luogo del
curatore;
c) ordina al debitore il deposito entro tre giorni
dei bilanci e delle scritture contabili e fiscali
obbligatorie, in formato digitale nei casi in cui la
documentazione e' tenuta a norma dell'art. 2215-bis del
codice civile, dei libri sociali, delle dichiarazioni dei
redditi, IRAP e IVA dei tre esercizi precedenti, nonche'
dell'elenco dei creditori corredato dall'indicazione del
loro domicilio digitale, se gia' non eseguito a norma
dell'art. 39;
d) stabilisce il luogo, il giorno e l'ora
dell'udienza in cui si procedera' all'esame dello stato
passivo, entro il termine perentorio di non oltre
centoventi giorni dal deposito della sentenza, ovvero
centocinquanta giorni in caso di particolare complessita'
della procedura;
e) assegna ai creditori e ai terzi, che vantano
diritti reali o personali su cose in possesso del debitore,
il termine perentorio di trenta giorni prima dell'udienza
di cui alla lettera d) per la presentazione delle domande
di insinuazione;
f) autorizza il curatore, con le modalita' di cui
agli articoli 155-quater, 155-quinquies e 155-sexies delle
disposizioni di attuazione del codice di procedura civile:
1) ad accedere alle banche dati dell'anagrafe
tributaria e dell'archivio dei rapporti finanziari;
2) ad accedere alla banca dati degli atti
assoggettati a imposta di registro e ad estrarre copia
degli stessi;
3) ad acquisire l'elenco dei clienti e l'elenco dei
fornitori di cui all'art. 21 del decreto-legge 31 maggio
2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122
e successive modificazioni;
4) ad acquisire la documentazione contabile in
possesso delle banche e degli altri intermediari finanziari
relativa ai rapporti con l'impresa debitrice, anche se
estinti;
5) ad acquisire le schede contabili dei fornitori e
dei clienti relative ai rapporti con l'impresa debitrice.
4. La sentenza e' comunicata e pubblicata ai sensi
dell'art. 45. La sentenza produce i propri effetti dalla
data della pubblicazione ai sensi dell'art. 133, primo
comma, del codice di procedura civile. Gli effetti nei
riguardi dei terzi, fermo quanto disposto agli articoli da
163 a 171, si producono dalla data di iscrizione della
sentenza nel registro delle imprese.
5. Non si fa luogo all'apertura della liquidazione
giudiziale se l'ammontare dei debiti scaduti e non pagati
risultanti dagli atti dell'istruttoria e' complessivamente
inferiore a euro trentamila. Tale importo e' periodicamente
aggiornato con le modalita' di cui all'art. 2, comma 1,
lettera d).»
«Art. 50 (Reclamo contro il provvedimento che rigetta
la domanda di apertura della liquidazione giudiziale). - 1.
Il tribunale, se respinge la domanda di apertura della
liquidazione giudiziale, provvede con decreto motivato. Il
decreto, a cura del cancelliere, e' comunicato alle parti
e, quando e' stata disposta la pubblicita' della domanda,
iscritto nel registro delle imprese.
2. Entro trenta giorni dalla comunicazione, il
ricorrente o il pubblico ministero possono proporre reclamo
contro il decreto alla corte di appello che, sentite le
parti, provvede in camera di consiglio con decreto
motivato. Si applicano le disposizioni di cui agli articoli
737 e 738 del codice di procedura civile.
3. Il debitore non puo' chiedere in separato giudizio
la condanna del creditore istante alla rifusione delle
spese ovvero al risarcimento del danno per responsabilita'
aggravata ai sensi dell'art. 96 del codice di procedura
civile.
4. Il decreto della corte di appello che rigetta il
reclamo non e' ricorribile per cassazione, e' comunicato
dalla cancelleria alle parti del procedimento in via
telematica, al debitore, se non costituito, ai sensi
dell'art. 40, commi 6, 7 e 8 ed e' iscritto immediatamente
nel registro delle imprese nel caso di pubblicita' della
domanda.
5. In caso di accoglimento del reclamo, la corte di
appello dichiara aperta la liquidazione giudiziale con
sentenza e rimette gli atti al tribunale, che adotta, con
decreto, i provvedimenti di cui all'art. 49, comma 3.
Contro la sentenza puo' essere proposto ricorso per
cassazione, ma i termini sono ridotti della meta'. La
sentenza della corte di appello e il decreto del tribunale
sono iscritti nel registro delle imprese su richiesta del
cancelliere del tribunale.
6. I termini di cui agli articoli 33, 34 e 35 si
computano con riferimento alla sentenza della corte di
appello.»
«Art. 51 (Impugnazioni). - 1. Contro la sentenza del
tribunale che pronuncia sull'omologazione del concordato
preventivo, del piano di ristrutturazione soggetto a
omologazione o degli accordi di ristrutturazione oppure
dispone l'apertura della liquidazione giudiziale le parti
possono proporre reclamo. La sentenza che dichiara aperta
la liquidazione giudiziale puo' essere impugnata anche da
qualunque interessato. Il reclamo e' proposto con ricorso
da depositare nella cancelleria della corte di appello nel
termine di trenta giorni.
2. Il ricorso deve contenere:
a) l'indicazione della corte di appello competente;
b) le generalita' dell'impugnante e del suo
procuratore e l'elezione del domicilio nel comune in cui ha
sede la corte di appello;
c) l'esposizione dei fatti e degli elementi di
diritto su cui si basa l'impugnazione, con le relative
conclusioni;
d) l'indicazione dei mezzi di prova di cui il
ricorrente intende avvalersi e dei documenti prodotti.
3. Il termine per il reclamo decorre, per le parti,
dalla data della notificazione telematica del provvedimento
a cura dell'ufficio e, per gli altri interessati, dalla
data della iscrizione nel registro delle imprese. Si
applica alle parti la disposizione di cui all'art. 327,
primo comma, del codice di procedura civile.
4. Il reclamo non sospende l'efficacia della sentenza,
salvo quanto previsto dall'art. 52. L'accoglimento del
reclamo produce gli effetti di cui all'art. 53.
5. Il presidente, nei cinque giorni successivi al
deposito del ricorso, designa il relatore, e fissa con
decreto l'udienza di comparizione entro sessanta giorni dal
deposito del ricorso.
6. Il ricorso, unitamente al decreto di fissazione
dell'udienza, e' notificato a cura della cancelleria o in
via telematica, al reclamante, al curatore o al commissario
giudiziale e alle altre parti entro dieci giorni.
7. Tra la data della notificazione e quella
dell'udienza deve intercorrere un termine non minore di
trenta giorni.
8. Le parti resistenti devono costituirsi, a pena di
decadenza, almeno dieci giorni prima dell'udienza,
eleggendo il domicilio nel comune in cui ha sede la corte
di appello. La costituzione si effettua mediante il
deposito in cancelleria di una memoria contenente
l'esposizione delle difese in fatto e in diritto, nonche'
l'indicazione dei mezzi di prova e dei documenti prodotti.
9. L'intervento di qualunque interessato non puo' avere
luogo oltre il termine stabilito per la costituzione delle
parti resistenti con le modalita' per queste previste.
10. All'udienza, il collegio, sentite le parti, assume,
anche d'ufficio, nel rispetto del contraddittorio, tutti i
mezzi di prova che ritiene necessari, eventualmente
delegando un suo componente.
11. La corte, esaurita la trattazione, provvede sul
ricorso con sentenza entro il termine di trenta giorni.
12. La sentenza e' notificata, a cura della cancelleria
e in via telematica, alle parti, e deve essere pubblicata e
iscritta al registro delle imprese a norma dell'art. 45.
13. Il termine per proporre il ricorso per cassazione
e' di trenta giorni dalla notificazione.
14. Il ricorso per cassazione non sospende l'efficacia
della sentenza. Si applica, in quanto compatibile, l'art.
52 se il ricorso e' promosso contro la sentenza con la
quale la corte di appello ha rigettato il reclamo.
15. Salvo quanto previsto dall'art. 96 del codice di
procedura civile, con la sentenza che decide
l'impugnazione, il giudice dichiara se la parte soccombente
ha agito o resistito con mala fede o colpa grave e, in tal
caso, revoca con efficacia retroattiva l'eventuale
provvedimento di ammissione della stessa al patrocinio a
spese dello Stato. In caso di societa' o enti, il giudice
dichiara se sussiste mala fede del legale rappresentante
che ha conferito la procura e, in caso positivo, lo
condanna in solido con la societa' o l'ente al pagamento
delle spese dell'intero processo e al pagamento di una
somma pari al doppio del contributo unificato di cui
all'art. 9 del decreto del Presidente della Repubblica 30
maggio 2002, n. 115.»
«Art. 52 (Sospensione della liquidazione,
dell'esecuzione del piano o degli accordi). - 1. Proposto
il reclamo, la corte di appello, su richiesta di parte o
del curatore, puo', quando ricorrono gravi e fondati
motivi, sospendere, in tutto o in parte o temporaneamente,
la liquidazione dell'attivo, la formazione dello stato
passivo e il compimento di altri atti di gestione. Allo
stesso modo puo' provvedere, in caso di reclamo avverso la
omologazione del concordato preventivo o del piano di
ristrutturazione soggetto ad omologazione o degli accordi
di ristrutturazione dei debiti, ordinando l'inibitoria, in
tutto o in parte o temporanea, dell'attuazione del piano o
dei pagamenti.
2. La corte di appello puo' disporre le opportune
tutele per i creditori e per la continuita' aziendale.
3. L'istanza di sospensione si propone per il
reclamante con il reclamo e per le altre parti con l'atto
di costituzione; il presidente, con decreto, ordina la
comparizione delle parti dinanzi al collegio in camera di
consiglio e dispone che copia del ricorso e del decreto
siano notificate alle altre parti e al curatore o al
commissario giudiziale, nonche' al pubblico ministero.
4. La corte di appello decide con decreto contro il
quale non e' ammesso ricorso per cassazione.»
«Art. 53. (Effetti della revoca della liquidazione
giudiziale, dell'omologazione del concordato e degli
accordi di ristrutturazione). - 1. In caso di revoca della
liquidazione giudiziale, restano salvi gli effetti degli
atti legalmente compiuti dagli organi della procedura. Gli
organi della procedura restano in carica, con i compiti
previsti dal presente articolo, fino al momento in cui la
sentenza che pronuncia sulla revoca passa in giudicato.
Salvo quanto previsto dall'art. 147 del decreto del
Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, le
spese della procedura e il compenso al curatore sono
liquidati dal tribunale, su relazione del giudice delegato
e tenuto conto delle ragioni dell'apertura della procedura
e della sua revoca, con decreto reclamabile ai sensi
dell'art. 124.
2. Dalla pubblicazione della sentenza di revoca e fino
al momento in cui essa passa in giudicato,
l'amministrazione dei beni e l'esercizio dell'impresa
spettano al debitore, sotto la vigilanza del curatore. Il
tribunale, assunte, se occorre, sommarie informazioni ed
acquisito il parere del curatore, puo' autorizzare il
debitore a stipulare mutui, transazioni, patti
compromissori, alienazioni e acquisti di beni immobili,
rilasciare garanzie, rinunciare alle liti, compiere
ricognizioni di diritti di terzi, consentire cancellazioni
di ipoteche e restituzioni di pegni, accettare eredita' e
donazioni ed a compiere gli altri atti di straordinaria
amministrazione.
3. Gli atti compiuti senza l'autorizzazione del
tribunale sono inefficaci rispetto ai terzi. I crediti di
terzi sorti per effetto degli atti legalmente compiuti dal
debitore sono prededucibili ai sensi dell'art. 98.
4. Con la sentenza che revoca la liquidazione
giudiziale, la corte di appello dispone gli obblighi
informativi periodici relativi alla gestione economica,
patrimoniale e finanziaria dell'impresa, che il debitore
deve assolvere sotto la vigilanza del curatore sino al
momento in cui la sentenza passa in giudicato. Con la
medesima periodicita', stabilita dalla corte di appello, il
debitore deposita una relazione sulla situazione
patrimoniale, economica e finanziaria dell'impresa. Il
tribunale, su istanza del debitore, con decreto non
soggetto a reclamo esclude in tutto o in parte la
pubblicazione di tale relazione nel registro delle imprese
quando la divulgazione dei dati comporta pregiudizio
evidente per la continuita' aziendale. Entro il giorno
successivo al deposito della relazione o della
comunicazione al curatore del provvedimento del tribunale
che ne dispone la parziale segretazione, la relazione e'
comunicata dal curatore ai creditori e pubblicata nel
registro delle imprese a cura della cancelleria. Il
tribunale, a seguito di segnalazione del curatore, del
comitato dei creditori o del pubblico ministero, accertata
la violazione degli obblighi, con decreto assoggettabile a
reclamo ai sensi dell'art. 124, priva il debitore della
possibilita' di compiere gli atti di amministrazione
ordinaria e straordinaria. Il decreto e' trasmesso al
registro delle imprese per la pubblicazione.
5. In caso di revoca dell'omologazione del concordato o
degli accordi di ristrutturazione dei debiti, su domanda di
uno dei soggetti legittimati, la corte d'appello, accertati
i presupposti di cui all'art. 121, dichiara aperta la
liquidazione giudiziale e rimette gli atti al tribunale per
l'adozione dei provvedimenti di cui all'art. 49, comma 3.
La sentenza che dichiara aperta la liquidazione giudiziale
e' notificata alle parti a cura della cancelleria della
corte d'appello e comunicata al tribunale, nonche' iscritta
al registro delle imprese. Restano salvi gli effetti degli
atti legalmente compiuti dal debitore e dagli organi della
procedura prima della revoca.
5-bis. In caso di accoglimento del reclamo proposto
contro la sentenza di omologazione del concordato
preventivo in continuita' aziendale, la corte d'appello, su
richiesta delle parti, puo' confermare la sentenza di
omologazione se l'interesse generale dei creditori e dei
lavoratori prevale rispetto al pregiudizio subito dal
reclamante, riconoscendo a quest'ultimo il risarcimento del
danno.
6. Nel caso previsto dal comma 5, su istanza del
debitore il tribunale, ove ricorrano gravi e giustificati
motivi, puo' sospendere i termini per la proposizione delle
impugnazioni dello stato passivo e l'attivita' di
liquidazione fino al momento in cui la sentenza che
pronuncia sulla revoca passa in giudicato.».
 
Art. 13
Modifiche alla Parte Prima, Titolo III, Capo IV, Sezione III, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. L'articolo 54 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 54 (Misure cautelari e protettive). - 1. Nel corso del procedimento per l'apertura della liquidazione giudiziale o della procedura di concordato preventivo o di omologazione degli accordi di ristrutturazione e del piano di ristrutturazione soggetto a omologazione, su istanza di parte, il tribunale puo' emettere i provvedimenti cautelari, inclusa la nomina di un custode dell'azienda o del patrimonio, che appaiono, secondo le circostanze, piu' idonei ad assicurare provvisoriamente l'attuazione delle sentenze di omologazione di strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e di apertura delle procedure di insolvenza. Le misure cautelari possono essere concesse anche dopo la pubblicazione dell'istanza di cui all'articolo 18, comma 1, tenuto conto dello stato delle trattative e delle misure eventualmente gia' concesse o confermate ai sensi dell'articolo 19. Non si applicano l'articolo 669-octies, primo, secondo e terzo comma, e l'articolo 669-novies, primo comma, del codice di procedura civile.
2. Se il debitore ne ha fatto richiesta nella domanda di cui all'articolo 40, dalla data della pubblicazione della medesima domanda nel registro delle imprese, i creditori non possono iniziare o proseguire azioni esecutive e cautelari sul suo patrimonio o sui beni e sui diritti con i quali viene esercitata l'attivita' d'impresa. Dalla stessa data le prescrizioni rimangono sospese e le decadenze non si verificano e la sentenza di apertura della liquidazione giudiziale o di accertamento dello stato di insolvenza non puo' essere pronunciata. Il debitore puo' richiedere al tribunale, con successiva istanza, ulteriori misure temporanee per evitare che determinate azioni di uno o piu' creditori possano pregiudicare, sin dalla fase delle trattative, il buon esito delle iniziative assunte per la regolazione della crisi o dell'insolvenza.
3. Le misure protettive di cui al comma 2, primo e secondo periodo, possono essere richieste dall'imprenditore anche nel corso delle trattative e prima del deposito della domanda di omologazione degli accordi di ristrutturazione, allegando la documentazione di cui all'articolo 39, comma 1 e la proposta di accordo corredata da un'attestazione del professionista indipendente che attesta che sulla proposta sono in corso trattative con i creditori che rappresentano almeno il sessanta per cento dei crediti e che la stessa, se accettata, e' idonea ad assicurare l'integrale pagamento dei creditori con i quali non sono in corso trattative o che hanno comunque negato la propria disponibilita' a trattare. La disposizione si applica anche agli accordi di ristrutturazione ad efficacia estesa di cui all'articolo 61.
4. Prima del deposito della domanda di cui all'articolo 40, le misure protettive di cui al comma 2, primo e secondo periodo, possono essere richieste dall'imprenditore presentando la domanda di cui agli articoli 17, 18 e 44, comma 1.
5. Le misure protettive disposte conservano efficacia anche quando il debitore, prima della scadenza fissata dal giudice ai sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera a), propone una domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza diverso da quello indicato nella domanda depositata ai sensi dell'articolo 44.
6. L'amministratore delle procedure di insolvenza nominato dal giudice competente ai sensi dell'articolo 3, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2015/848 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 maggio 2015 puo' chiedere i provvedimenti di cui ai commi 1 e 2 quando nel territorio dello Stato e' stata presentata la domanda di cui all'articolo 40 o, se non risulta depositata la domanda, quando nella richiesta sono indicate le condizioni di effettivo ed imminente soddisfacimento non discriminatorio di tutti i creditori secondo la procedura concorsuale aperta.
7. Sono esclusi dalle misure protettive richieste ai sensi del comma 3 i diritti di credito dei lavoratori.».
2. L'articolo 55 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 55 (Procedimento). - 1. Nei casi previsti dall'articolo 54, il presidente del tribunale o della sezione cui e' assegnata la trattazione dello strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o della procedura di liquidazione giudiziale designa il magistrato cui e' affidata la trattazione del procedimento. Alla trattazione provvede direttamente il giudice relatore, se gia' delegato dal tribunale per l'audizione delle parti.
2. Il giudice, nei casi di cui all'articolo 54, commi 1, 2, terzo periodo, e 3, sentite le parti e omessa ogni formalita' non essenziale al contraddittorio, procede nel modo che ritiene piu' opportuno agli atti di istruzione indispensabili in relazione alla misura richiesta e, quando la convocazione delle parti potrebbe pregiudicare l'attuazione del provvedimento, provvede con decreto motivato, assunte, ove occorra, sommarie informazioni. In tal caso fissa, con lo stesso decreto, l'udienza di comparizione delle parti avanti a se', ove gia' non disposta ai sensi dell'articolo 41, assegnando all'istante un termine perentorio non superiore a otto giorni per la notifica del ricorso e del decreto alle altre parti. All'udienza il giudice conferma, modifica o revoca i provvedimenti emanati con decreto. L'ordinanza e' reclamabile ai sensi dell'articolo 669-terdecies del codice di procedura civile. Le misure perdono efficacia al momento della pubblicazione delle sentenze di omologazione degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e di apertura delle procedure di insolvenza.
3. Nel caso previsto dall'articolo 54, comma 2, primo e secondo periodo, il giudice, assunte, ove necessario, sommarie informazioni, conferma o revoca le misure protettive entro trenta giorni dall'iscrizione della domanda nel registro delle imprese con decreto reclamabile ai sensi dell'articolo 669-terdecies del codice di procedura civile. La durata delle misure e' fissata al massimo in quattro mesi. Il decreto e' trasmesso al registro delle imprese per l'iscrizione. Se il deposito del decreto non interviene nel termine prescritto cessano gli effetti protettivi prodottisi ai sensi dell'articolo 54, comma 2, primo e secondo periodo e la domanda puo' essere riproposta. Le misure protettive perdono efficacia al momento della pubblicazione delle sentenze di omologazione degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e di apertura delle procedure di insolvenza.
4. Il tribunale, su istanza del debitore o di un creditore e acquisito il parere del commissario giudiziale, se nominato, puo' prorogare, in tutto o in parte, la durata delle misure concesse, nel rispetto dei termini di cui all'articolo 8, se sono stati compiuti significativi progressi nelle trattative sul piano di ristrutturazione e se la proroga non arreca ingiusto pregiudizio ai diritti e agli interessi delle parti interessate.
5. Su richiesta del debitore o del commissario giudiziale o, in caso di atti di frode, su istanza dei creditori o del pubblico ministero, il tribunale, sentite le parti e omessa ogni formalita' non essenziale al contraddittorio, revoca o modifica le misure protettive. La disposizione di cui al primo periodo si applica anche quando il tribunale accerta che le misure protettive concesse non soddisfano piu' l'obiettivo di agevolare le trattative.
6. I provvedimenti di cui all'articolo 54, commi 1 e 2 possono essere emessi anche dalla corte di appello nei giudizi di reclamo previsti dagli articoli 47, comma 5, e 50.
7. In caso di revoca o cessazione delle misure protettive, il divieto di acquisire diritti di prelazione, se non concordati con l'imprenditore, viene meno a far data dalla revoca o dalla cessazione delle misure protettive.».
 
Art. 14
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo I, Sezione I, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Alla parte prima, titolo IV, capo I, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la rubrica della sezione I e' sostituita dalla seguente: «Piano attestato di risanamento».
 
Art. 15
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo I, Sezione II, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Alla parte prima, titolo IV, capo I del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la rubrica della sezione II e' sostituita dalla seguente: «Accordi di ristrutturazione, convenzione di moratoria e accordi su crediti tributari e contributivi».
2. All'articolo 57 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, le parole «dell'articolo 44» sono sostituite dalle seguenti: «dell'articolo 48»;
b) al comma 4, come modificato dall'articolo 9, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, la parola «economica» e' soppressa.
3. All'articolo 63 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, come modificato dall'articolo 9, comma 3, lettera c), del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, al settimo periodo, le parole «Ai fini dell'articolo 48, comma 5» sono sostituite dalle seguenti: «Ai fini del comma 2-bis» e la parola «fiscale» e' soppressa;
b) dopo il comma 2, e' inserito il seguente: «2-bis. Il tribunale omologa gli accordi di ristrutturazione anche in mancanza di adesione da parte dell'amministrazione finanziaria o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie quando l'adesione e' determinante ai fini del raggiungimento delle percentuali di cui agli articoli 57, comma 1, e 60, comma 1, e, anche sulla base delle risultanze della relazione del professionista indipendente, la proposta di soddisfacimento della predetta amministrazione o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie e' conveniente rispetto all'alternativa liquidatoria.»;
c) la rubrica e' sostituita dalla seguente: «Transazione su crediti tributari e contributivi».
4. All'articolo 64 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo il comma 2, sono aggiunti i seguenti: «3. In caso di domanda proposta ai sensi dell'articolo 54, comma 3, o di domanda di concessione delle misure protettive in funzione della omologazione degli accordi di ristrutturazioni, i creditori non possono, unilateralmente, rifiutare l'adempimento dei contratti in corso di esecuzione o provocarne la risoluzione, ne' possono anticiparne la scadenza o modificarli in danno dell'imprenditore per il solo fatto del deposito delle medesime domande. Sono inefficaci eventuali patti contrari.
4. Fermo quanto previsto dal comma 3, i creditori interessati dalle misure protettive non possono, unilateralmente, rifiutare l'adempimento dei contratti essenziali in corso di esecuzione o provocarne la risoluzione, ne' possono anticiparne la scadenza o modificarli in danno dell'imprenditore per il solo fatto di non essere stati pagati dal debitore. Sono essenziali i contratti necessari per la continuazione della gestione corrente dell'impresa, inclusi i contratti relativi alle forniture la cui interruzione impedisce la prosecuzione dell'attivita' del debitore.»;
b) alla rubrica, dopo le parole «Effetti degli accordi sulla disciplina societaria» sono aggiunte le seguenti: «e sui contratti in caso di concessione di misure protettive».

Note all'art. 15:
- Si riporta il testo degli articoli 57, 63 e 64 del
citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come
modificato dal presente decreto:
«Art. 57 (Accordi di ristrutturazione dei debiti). - 1.
Gli accordi di ristrutturazione dei debiti sono conclusi
dall'imprenditore, anche non commerciale e diverso
dall'imprenditore minore, in stato di crisi o di
insolvenza, con i creditori che rappresentino almeno il
sessanta per cento dei crediti e sono soggetti ad
omologazione ai sensi dell'art. 48.
2. Gli accordi devono contenere l'indicazione degli
elementi del piano economico-finanziario che ne consentono
l'esecuzione. Il piano deve essere redatto secondo le
modalita' indicate dall'art. 56. Al piano debbono essere
allegati i documenti di cui all'art. 39, commi 1 e 3.
3. Gli accordi devono essere idonei ad assicurare il
pagamento integrale dei creditori estranei nei seguenti
termini:
a) entro centoventi giorni dall'omologazione, in caso
di crediti gia' scaduti a quella data;
b) entro centoventi giorni dalla scadenza, in caso di
crediti non ancora scaduti alla data dell'omologazione.
4. Un professionista indipendente deve attestare la
veridicita' dei dati aziendali e la fattibilita' del piano.
L'attestazione deve specificare l'idoneita' dell'accordo e
del piano ad assicurare l'integrale pagamento dei creditori
estranei nel rispetto dei termini di cui al comma 3.»
«Art. 63. (Transazione su crediti tributari e
contributivi). -1. Nell'ambito delle trattative che
precedono la stipulazione degli accordi di ristrutturazione
di cui agli articoli 57, 60 e 61 il debitore puo' proporre
una transazione fiscale. In tali casi l'attestazione del
professionista indipendente in possesso dei requisiti di
cui all'art. 2, comma 1, lettera o), relativamente ai
crediti fiscali e previdenziali, deve inerire anche alla
convenienza del trattamento proposto rispetto alla
liquidazione giudiziale; tale circostanza costituisce
oggetto di specifica valutazione da parte del tribunale.
2. La proposta di transazione, unitamente alla
documentazione di cui agli articoli 57, 60 e 61 e'
depositata presso gli uffici indicati all'art. 88, comma 3.
Alla proposta di transazione deve essere allegata la
dichiarazione sostitutiva, resa dal debitore o dal suo
legale rappresentante ai sensi dell'art. 47 del testo unico
delle disposizioni legislative e regolamentari in materia
di documentazione amministrativa, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, che
la documentazione di cui al periodo precedente rappresenta
fedelmente e integralmente la situazione dell'impresa, con
particolare riguardo alle poste attive del patrimonio.
L'adesione alla proposta e' espressa, su parere conforme
della competente direzione regionale, con la sottoscrizione
dell'atto negoziale da parte del direttore dell'ufficio.
Per i tributi amministrati dall'Agenzia delle dogane e dei
monopoli l'adesione alla proposta e' espressa dalla
competente direzione interregionale, regionale e
interprovinciale con la sottoscrizione dell'atto negoziale.
L'atto e' sottoscritto anche dall'agente della riscossione
in ordine al trattamento degli oneri di riscossione di cui
all'art. 17 del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112.
L'assenso cosi' espresso equivale a sottoscrizione
dell'accordo di ristrutturazione. Ai fini del comma 2-bis
l'eventuale adesione deve intervenire entro novanta giorni
dal deposito della proposta di transazione.
2-bis. Il tribunale omologa gli accordi di
ristrutturazione anche in mancanza di adesione da parte
dell'amministrazione finanziaria o degli enti gestori di
forme di previdenza o assistenza obbligatorie quando
l'adesione e' determinante ai fini del raggiungimento delle
percentuali di cui agli articoli 57, comma 1, e 60, comma
1, e, anche sulla base delle risultanze della relazione del
professionista indipendente, la proposta di soddisfacimento
della predetta amministrazione o degli enti gestori di
forme di previdenza o assistenza obbligatorie e'
conveniente rispetto all'alternativa liquidatoria.
3. La transazione conclusa nell'ambito degli accordi di
ristrutturazione e' risolta di diritto se il debitore non
esegue integralmente, entro sessanta giorni dalle scadenze
previste, i pagamenti dovuti alle agenzie fiscali e agli
enti gestori di forme di previdenza e assistenza
obbligatorie.»
«Art. 64 (Effetti degli accordi sulla disciplina
societaria e sui contratti in caso di concessione di misure
protettive). - 1. Dalla data del deposito della domanda per
l'omologazione degli accordi di ristrutturazione
disciplinati dagli articoli 57, 60 e 61 ovvero della
richiesta di misure cautelari e protettive ai sensi
dell'art. 54 relative ad una proposta di accordo di
ristrutturazione e sino all'omologazione, non si applicano
gli articoli 2446, commi secondo e terzo, 2447, 2482-bis,
commi quarto, quinto e sesto, e 2482-ter del codice civile.
Per lo stesso periodo non opera la causa di scioglimento
della societa' per riduzione o perdita del capitale sociale
di cui agli articoli 2484, numero 4, e 2545-duodecies del
codice civile.
2. Resta ferma, per il periodo anteriore al deposito
delle domande e della richiesta di misure cautelari e
protettive di cui al comma 1, l'applicazione dell'art. 2486
del codice civile.
3. In caso di domanda proposta ai sensi dell'art. 54,
comma 3, o di domanda di concessione delle misure
protettive in funzione della omologazione degli accordi di
ristrutturazioni, i creditori non possono, unilateralmente,
rifiutare l'adempimento dei contratti in corso di
esecuzione o provocarne la risoluzione, ne' possono
anticiparne la scadenza o modificarli in danno
dell'imprenditore per il solo fatto del deposito delle
medesime domande. Sono inefficaci eventuali patti contrari.
4. Fermo quanto previsto dal comma 3, i creditori
interessati dalle misure protettive non possono,
unilateralmente, rifiutare l'adempimento dei contratti
essenziali in corso di esecuzione o provocarne la
risoluzione, ne' possono anticiparne la scadenza o
modificarli in danno dell'imprenditore per il solo fatto di
non essere stati pagati dal debitore. Sono essenziali i
contratti necessari per la continuazione della gestione
corrente dell'impresa, inclusi i contratti relativi alle
forniture la cui interruzione impedisce la prosecuzione
dell'attivita' del debitore.».
 
Art. 16
Inserimento del Capo I-bis del Titolo IV della Parte Prima del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Nel titolo IV della parte prima del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, dopo l'articolo 64, e' inserito il seguente Capo:
«Capo I-bis (Piano di ristrutturazione soggetto a omologazione) - Art. 64-bis (Piano di ristrutturazione soggetto a omologazione). - 1. Con il piano di ristrutturazione soggetto a omologazione l'imprenditore commerciale che non dimostra il possesso congiunto dei requisiti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera d) e che si trova in stato di crisi o di insolvenza puo' prevedere il soddisfacimento dei creditori, previa suddivisione degli stessi in classi secondo posizione giuridica e interessi economici omogenei, distribuendo il valore generato dal piano anche in deroga agli articoli 2740 e 2741 del codice civile e alle disposizioni che regolano la graduazione delle cause legittime di prelazione, purche' la proposta sia approvata dall'unanimita' delle classi. In ogni caso i crediti assistiti dal privilegio di cui all'articolo 2751-bis, n. 1, del codice civile, sono soddisfatti in denaro integralmente entro trenta giorni dall'omologazione.
2. La domanda e' presentata nelle forme dell'articolo 40, anche con accesso ai sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera a). Con il ricorso il debitore deposita la proposta e il piano, con la documentazione di cui all'articolo 39, commi 1 e 2. Alla domanda si applicano i commi 4 e 5 dell'articolo 46.
3. Un professionista indipendente attesta la veridicita' dei dati aziendali e la fattibilita' del piano.
4. A seguito della presentazione del ricorso, il tribunale pronuncia decreto con il quale:
a) valutata la mera ritualita' della proposta e verificata la correttezza dei criteri di formazione delle classi, nomina un giudice delegato al procedimento e nomina oppure conferma il commissario giudiziale;
b) adotta i provvedimenti di cui all'articolo 47, comma 2, lettere c) e d).
5. Dalla data della presentazione della domanda e fino all'omologazione, l'imprenditore conserva la gestione ordinaria e straordinaria dell'impresa, sotto il controllo del commissario giudiziale secondo quanto previsto nel comma 6. L'imprenditore gestisce l'impresa nel prevalente interesse dei creditori.
6. L'imprenditore informa preventivamente il commissario, per iscritto, del compimento di atti di straordinaria amministrazione nonche' dell'esecuzione di pagamenti che non sono coerenti rispetto al piano di ristrutturazione. Il commissario giudiziale, quando ritiene che l'atto puo' arrecare pregiudizio ai creditori o non e' coerente rispetto al piano, lo segnala per iscritto all'imprenditore e all'organo di controllo. Se, nonostante la segnalazione, l'atto viene compiuto, il commissario giudiziale ne informa immediatamente il tribunale ai fini di cui all'articolo 106.
7. Alle operazioni di voto si applicano gli articoli 107, 108, 109, commi 2, 4, 6 e 7, 110 e 111. In ciascuna classe la proposta e' approvata se e' raggiunta la maggioranza dei crediti ammessi al voto oppure, in mancanza, se hanno votato favorevolmente i due terzi dei crediti dei creditori votanti, purche' abbiano votato i creditori titolari di almeno la meta' del totale dei crediti della medesima classe. I creditori muniti di diritto di prelazione non votano se soddisfatti in denaro, integralmente, entro centottanta giorni dall'omologazione, e purche' la garanzia reale che assiste il credito ipotecario o pignoratizio resti ferma fino alla liquidazione, funzionale al loro pagamento, dei beni e diritti sui quali sussiste la causa di prelazione. Nel caso di crediti assistiti dal privilegio di cui all'articolo 2751-bis, n. 1, del codice civile, il termine di cui al periodo precedente e' di trenta giorni. Se non ricorrono le condizioni di cui ai periodi precedenti, i creditori muniti di diritto di prelazione votano e, per la parte incapiente, sono inseriti in una classe distinta.
8. Il tribunale omologa con sentenza il piano di ristrutturazione nel caso di approvazione da parte di tutte le classi. Se con l'opposizione un creditore dissenziente eccepisce il difetto di convenienza della proposta, il tribunale omologa il piano di ristrutturazione quando dalla proposta il credito risulta soddisfatto in misura non inferiore rispetto alla liquidazione giudiziale.
9. Anche ai fini di cui all'articolo 64-ter, al piano di ristrutturazione soggetto a omologazione si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 48, commi 1, 2 e 3, 84, comma 8, 87, commi 1 e 2, 89, 90, 91, 92, 93, 94-bis, 95, 96, 97, 98, 99, 101 e 102, nonche' le disposizioni di cui alle sezioni IV e VI, del capo III del titolo IV del presente codice, ad eccezione delle disposizioni di cui agli articoli 112 e 114. Ai giudizi di reclamo e di cassazione si applicano gli articoli 51, 52 e 53.
Art. 64-ter (Mancata approvazione di tutte le classi). - 1. Se il piano di ristrutturazione non e' approvato da tutte le classi, secondo quanto risulta dalla relazione depositata ai sensi dell'articolo 110, il debitore, entro quindici giorni dalla data del deposito della relazione medesima, se ritiene di avere ottenuto l'approvazione di tutte le classi, puo' chiedere che il tribunale accerti l'esito della votazione e omologhi il piano di ristrutturazione.
2. Decorso il termine di cui al comma 1 senza che il debitore abbia avanzato la richiesta ivi prevista o modificato la domanda ai sensi dell'articolo 64-quater, si applica l'articolo 111.
Art. 64-quater (Conversione del piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione in concordato preventivo). - 1. Se il piano di ristrutturazione non e' approvato da tutte le classi, secondo quanto risulta dalla relazione depositata ai sensi dell'articolo 110, il debitore, in luogo della richiesta di cui all'articolo 64-ter comma 1, puo' modificare la domanda formulando una proposta di concordato e chiedendo che il tribunale pronunci il decreto previsto dall'articolo 47. Il debitore puo' procedere allo stesso modo anche se un creditore ha contestato il difetto di convenienza nelle osservazioni formulate ai sensi dell'articolo 107, comma 4.
2. Il debitore puo', in ogni momento, modificare la domanda, formulando la proposta di concordato, anche al di fuori delle ipotesi di cui al comma 1.
3. I termini per l'approvazione della proposta sono ridotti alla meta'.
4. La memoria contenente la modifica della domanda e' pubblicata nel registro delle imprese e dal giorno della pubblicazione si applicano le disposizioni degli articoli 46, commi 1, 2 e 3, e 47, comma 2, lett. c), nonche' il capo III del titolo IV del presente codice.
5. Il debitore che ha presentato la domanda di concordato preventivo puo' modificarla chiedendo l'omologazione del piano di ristrutturazione sino a che non sono iniziate le operazioni di voto.».
 
Art. 17
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo II, Sezione II, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 70, comma 7 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la parola «economica» e' soppressa.

Note all'art. 17:
- Si riporta il testo dell'art. 70, comma 7 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 70 (Omologazione del piano). - 1.- 6. (Omissis).
7. Il giudice, verificata l'ammissibilita' giuridica e
la fattibilita' del piano, risolta ogni contestazione,
omologa il piano con sentenza e ne dispone, ove necessario,
la trascrizione a cura dell'OCC. Con la stessa sentenza
dichiara chiusa la procedura.
8.-12. (Omissis).».
 
Art. 18
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo II, Sezione III, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 78 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, lettera c), dopo le parole «a mezzo posta elettronica certificata» sono inserite le seguenti: «o altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato ai sensi dell'articolo 1, comma 1-ter del Codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005»;
b) dopo il comma 2 e' inserito il seguente: «2-bis. Con il decreto di cui al comma 1, il giudice nomina il commissario giudiziale perche' svolga, a partire da quel momento, le funzioni dell'OCC se:
a) e' stata disposta la sospensione generale delle azioni esecutive individuali e la nomina appare necessaria per tutelare gli interessi delle parti;
b) e' proposta domanda di concordato in continuita' aziendale, con omologazione da pronunciarsi ai sensi dell'articolo 112, comma 2;
c) la nomina e' richiesta dal debitore.»;
c) al comma 4, dopo le parole «posta elettronica certificata» sono inserite le seguenti: «o altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato,».
2. All'articolo 80, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la parola «economica» e' soppressa.

Note all'art. 18:
- Si riporta il testo degli articoli 78 e 80, comma 1,
del citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come
modificato dal presente decreto:
«Art. 78 (Procedimento). - 1. Il giudice, se la domanda
e' ammissibile, dichiara aperta la procedura con decreto e
dispone la comunicazione, a cura dell'OCC, a tutti i
creditori della proposta e del decreto.
2. Con il decreto di cui al comma 1, il giudice:
a) dispone la pubblicazione del decreto mediante
inserimento in apposita area del sito web del tribunale o
del Ministero della giustizia e nel registro delle imprese
se il debitore svolge attivita' d'impresa;
b) ordina, ove il piano preveda la cessione o
l'affidamento a terzi di beni immobili o beni mobili
registrati, la trascrizione del decreto presso gli uffici
competenti;
c) assegna ai creditori un termine non superiore a
trenta giorni entro il quale devono fare pervenire all'OCC,
a mezzo posta elettronica certificata o altro servizio
elettronico di recapito certificato qualificato ai sensi
dell'art. 1, comma 1-ter del Codice dell'amministrazione
digitale di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005, la
dichiarazione di adesione o di mancata adesione alla
proposta di concordato e le eventuali contestazioni;
d) su istanza del debitore, dispone che, sino al
momento in cui il provvedimento di omologazione diventa
definitivo, non possono, sotto pena di nullita', essere
iniziate o proseguite azioni esecutive individuali ne'
disposti sequestri conservativi ne' acquistati diritti di
prelazione sul patrimonio del debitore da parte dei
creditori aventi titolo o causa anteriore.
2-bis. Con il decreto di cui al comma 1, il giudice
nomina il commissario giudiziale perche' svolga, a partire
da quel momento, le funzioni dell'OCC se:
a) e' stata disposta la sospensione generale delle
azioni esecutive individuali e la nomina appare necessaria
per tutelare gli interessi delle parti;
b) e' proposta domanda di concordato in continuita'
aziendale, con omologazione da pronunciarsi ai sensi
dell'art. 112, comma 2;
c) la nomina e' richiesta dal debitore.
3. L'OCC cura l'esecuzione del decreto.
4. Nella comunicazione di cui al comma 2, lettera c),
il creditore deve indicare un indirizzo di posta
elettronica certificata o altro servizio elettronico di
recapito certificato qualificato, a cui ricevere tutte le
comunicazioni. In mancanza, i provvedimenti sono comunicati
mediante deposito in cancelleria.
5. Gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione
compiuti senza l'autorizzazione del giudice sono inefficaci
rispetto ai creditori anteriori al momento in cui e' stata
eseguita la pubblicita' del decreto.»
«Art. 80 (Omologazione del concordato minore). - 1. Il
giudice, verificati la ammissibilita' giuridica e la
fattibilita' del piano e il raggiungimento della
percentuale di cui all'art. 79 in mancanza di
contestazioni, omologa il concordato minore con sentenza,
disponendo forme adeguate di pubblicita' e, se necessario,
la sua trascrizione.
2. - 7. (Omissis).».
 
Art. 19
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo III, Sezione I, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Alla parte prima, titolo IV, capo III del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la rubrica della sezione I e' sostituita dalla seguente: «Finalita' e contenuti del concordato preventivo».
2. L'articolo 84 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 84 (Finalita' del concordato preventivo e tipologie di piano). - 1. L'imprenditore di cui all'articolo 121, che si trova in stato di crisi o di insolvenza, puo' proporre un concordato che realizzi, sulla base di un piano avente il contenuto di cui all'articolo 87, il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore a quella realizzabile in caso di liquidazione giudiziale mediante la continuita' aziendale, la liquidazione del patrimonio, l'attribuzione delle attivita' ad un assuntore o in qualsiasi altra forma. Possono costituirsi come assuntori anche i creditori o societa' da questi partecipate. E' fatto salvo il disposto dell'articolo 296.
2. La continuita' aziendale tutela l'interesse dei creditori e preserva, nella misura possibile, i posti di lavoro. La continuita' aziendale puo' essere diretta, con prosecuzione dell'attivita' d'impresa da parte dell'imprenditore che ha presentato la domanda di concordato, ovvero indiretta, se e' prevista dal piano la gestione dell'azienda in esercizio o la ripresa dell'attivita' da parte di soggetto diverso dal debitore in forza di cessione, usufrutto, conferimento dell'azienda in una o piu' societa', anche di nuova costituzione, ovvero in forza di affitto, anche stipulato anteriormente, purche' in funzione della presentazione del ricorso, o a qualunque altro titolo.
3. Nel concordato in continuita' aziendale i creditori vengono soddisfatti in misura anche non prevalente dal ricavato prodotto dalla continuita' aziendale diretta o indiretta. La proposta di concordato prevede per ciascun creditore un'utilita' specificamente individuata ed economicamente valutabile, che puo' consistere anche nella prosecuzione o rinnovazione di rapporti contrattuali con il debitore o con il suo avente causa.
4. Nel concordato con liquidazione del patrimonio la proposta prevede un apporto di risorse esterne che incrementi di almeno il 10 per cento l'attivo disponibile al momento della presentazione della domanda e assicuri il soddisfacimento dei creditori chirografari e dei creditori privilegiati degradati per incapienza in misura non inferiore al 20 per cento del loro ammontare complessivo. Le risorse esterne possono essere distribuite in deroga agli articoli 2740 e 2741 del codice civile purche' sia rispettato il requisito del 20 per cento. Si considerano esterne le risorse apportate a qualunque titolo dai soci senza obbligo di restituzione o con vincolo di postergazione, di cui il piano prevede la diretta destinazione a vantaggio dei creditori concorsuali.
5. I creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca, possono essere soddisfatti anche non integralmente, purche' in misura non inferiore a quella realizzabile in caso di liquidazione dei beni o dei diritti sui quali sussiste la causa di prelazione, al netto del presumibile ammontare delle spese di procedura inerenti al bene o diritto e della quota parte delle spese generali, attestato da professionista indipendente. La quota residua del credito e' trattata come credito chirografario.
6. Nel concordato in continuita' aziendale il valore di liquidazione e' distribuito nel rispetto della graduazione delle cause legittime di prelazione; per il valore eccedente quello di liquidazione e' sufficiente che i crediti inseriti in una classe ricevano complessivamente un trattamento almeno pari a quello delle classi dello stesso grado e piu' favorevole rispetto a quello delle classi di grado inferiore.
7. I crediti assistiti dal privilegio di cui all'articolo 2751-bis, n. 1, del codice civile sono soddisfatti, nel concordato in continuita' aziendale, nel rispetto della graduazione delle cause legittime di prelazione sul valore di liquidazione e sul valore eccedente il valore di liquidazione. La proposta e il piano assicurano altresi' il rispetto di quanto previsto dall'articolo 2116, primo comma, del codice civile.
8. Quando il piano prevede la liquidazione del patrimonio o la cessione dell'azienda e l'offerente non sia gia' individuato, il tribunale nomina un liquidatore che, anche avvalendosi di soggetti specializzati, compie le operazioni di liquidazione assicurandone l'efficienza e la celerita' nel rispetto dei principi di pubblicita' e trasparenza. Si applicano gli articoli da 2919 a 2929 del codice civile.
9. Quando il piano prevede l'offerta da parte di un soggetto individuato, avente ad oggetto l'affitto o il trasferimento in suo favore, anche prima dell'omologazione, dell'azienda o di uno o piu' rami d'azienda, il giudice provvede ai sensi dell'articolo 91, comma 1.».
3. L'articolo 85 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 85 (Suddivisione dei creditori in classi). - 1. Il piano puo' prevedere la suddivisione dei creditori in classi con trattamenti differenziati tra creditori appartenenti a classi diverse.
2. La suddivisione dei creditori in classi e' obbligatoria per i creditori titolari di crediti tributari o previdenziali dei quali non sia previsto l'integrale pagamento, per i creditori titolari di garanzie prestate da terzi, per i creditori che vengono soddisfatti anche in parte con utilita' diverse dal denaro e per i creditori proponenti il concordato e per le parti ad essi correlate.
3. Nel concordato in continuita' aziendale la suddivisione dei creditori in classi e' in ogni caso obbligatoria. I creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca, interessati dalla ristrutturazione perche' non ricorrono le condizioni di cui all'articolo 109, comma 5, sono suddivisi in classi e le imprese minori, titolari di crediti chirografari derivanti da rapporti di fornitura di beni e servizi, sono inserite in classi separate.
4. Fermo quanto previsto dall'articolo 84, commi 5, 6 e 7, il trattamento stabilito per ciascuna classe non puo' avere l'effetto di alterare l'ordine delle cause legittime di prelazione.».
4. L'articolo 86 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 86 (Moratoria nel concordato in continuita'). - 1. Fermo quanto previsto nell'articolo 109, il piano puo' prevedere una moratoria per il pagamento dei creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca, salvo che sia prevista la liquidazione dei beni o diritti sui quali sussiste la causa di prelazione. Per i creditori assistiti dal privilegio previsto dall'articolo 2751-bis, n. 1, del codice civile puo' essere prevista una moratoria per il pagamento fino a sei mesi dall'omologazione.».
5. L'articolo 87 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 87 (Contenuto del piano di concordato). - 1. Il debitore presenta, con la proposta di concordato e unitamente alla documentazione prevista dall'articolo 39, un piano contenente:
a) l'indicazione del debitore e delle eventuali parti correlate, le sue attivita' e passivita' al momento della presentazione del piano e la descrizione della situazione economico-finanziaria dell'impresa e della posizione dei lavoratori;
b) una descrizione delle cause e dell'entita' dello stato di crisi o di insolvenza in cui si trova e l'indicazione delle strategie d'intervento;
c) il valore di liquidazione del patrimonio, alla data della domanda di concordato, in ipotesi di liquidazione giudiziale;
d) le modalita' di ristrutturazione dei debiti e di soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma, anche mediante cessione dei beni, accollo, o altre operazioni straordinarie, ivi compresa l'attribuzione ai creditori, nonche' a societa' da questi partecipate, di azioni, quote, ovvero obbligazioni, anche convertibili in azioni, o altri strumenti finanziari e titoli di debito;
e) la descrizione analitica delle modalita' e dei tempi di adempimento della proposta nonche', in caso di concordato in continuita', il piano industriale con l'indicazione degli effetti sul piano finanziario e dei tempi necessari per assicurare il riequilibrio della situazione finanziaria;
f) ove sia prevista la prosecuzione dell'attivita' d'impresa in forma diretta, l'analitica individuazione dei costi e dei ricavi attesi, del fabbisogno finanziario e delle relative modalita' di copertura, tenendo conto anche dei costi necessari per assicurare il rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro e di tutela dell'ambiente;
g) gli apporti di finanza nuova eventualmente previsti e le ragioni per cui sono necessari per l'attuazione del piano;
h) le azioni risarcitorie e recuperatorie esperibili nonche' le azioni eventualmente proponibili solo nel caso di apertura della procedura di liquidazione giudiziale e le prospettive di realizzo;
i) le iniziative da adottare qualora si verifichi uno scostamento dagli obiettivi pianificati;
l) le parti interessate dal piano, indicate individualmente o descritte per categorie di debiti, e l'ammontare dei relativi crediti e interessi, con indicazione dell'ammontare eventualmente contestato;
m) le classi in cui le parti interessate sono state suddivise ai fini del voto, con indicazione dei criteri di formazione utilizzati, del valore dei rispettivi crediti e degli interessi di ciascuna classe;
n) le eventuali parti non interessate dal piano, indicate individualmente o descritte per categorie di debiti, unitamente a una descrizione dei motivi per i quali non sono interessate;
o) le modalita' di informazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori nonche' gli effetti della ristrutturazione sui rapporti di lavoro, sulla loro organizzazione o sulle modalita' di svolgimento delle prestazioni;
p) l'indicazione del commissario giudiziale ove gia' nominato.
2. Nella domanda il debitore indica le ragioni per cui la proposta concordataria e' preferibile rispetto alla liquidazione giudiziale.
3. Il debitore deposita, con la domanda, la relazione di un professionista indipendente, che attesti la veridicita' dei dati aziendali e la fattibilita' del piano e, in caso di continuita' aziendale, che il piano e' atto a impedire o superare l'insolvenza del debitore, a garantire la sostenibilita' economica dell'impresa e a riconoscere a ciascun creditore un trattamento non deteriore rispetto a quello che riceverebbe in caso di liquidazione giudiziale. Analoga relazione deve essere presentata nel caso di modifiche sostanziali della proposta o del piano.».
6. All'articolo 88 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dall'articolo 13, comma 4, del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, le parole «Con il piano» sono sostituite dalle seguenti: «Fermo restando quanto previsto, per il concordato in continuita' aziendale, dall'articolo 112, comma 2, con il piano»;
b) al comma 2, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e, nel concordato in continuita' aziendale, la sussistenza di un trattamento non deteriore»;
c) dopo il comma 2, e' inserito il seguente: «2-bis. Il tribunale omologa il concordato preventivo anche in mancanza di adesione da parte dell'amministrazione finanziaria o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie quando l'adesione e' determinante ai fini del raggiungimento delle percentuali di cui all'articolo 109, comma 1, e, anche sulla base delle risultanze della relazione del professionista indipendente, la proposta di soddisfacimento della predetta amministrazione o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie e' conveniente o non deteriore rispetto all'alternativa liquidatoria.».
7. All'articolo 90 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 4, le parole «articolo 87, comma 2» sono sostituite dalle seguenti: «articolo 87, comma 3,»;
b) al comma 5, primo periodo, le parole «articolo 87, comma 2,» sono sostituite dalle seguenti: «articolo 87, comma 3,»; il secondo periodo e' sostituito dal seguente: «Tale percentuale e' ridotta al 20 per cento nel caso in cui il debitore abbia utilmente avviato la composizione negoziata ai sensi dell'articolo 13.».

Note all'art. 19:
- Si riporta il testo degli articoli 88 e 90 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 88 (Trattamento dei crediti tributari e
contributivi). - 1. Fermo restando quanto previsto, per il
concordato in continuita' aziendale, dall'art. 112, comma
2, con il piano di concordato il debitore, esclusivamente
mediante proposta presentata ai sensi del presente
articolo, puo' proporre il pagamento, parziale o anche
dilazionato, dei tributi e dei relativi accessori
amministrati dalle agenzie fiscali, nonche' dei contributi
amministrati dagli enti gestori di forme di previdenza,
assistenza e assicurazione per l'invalidita', la vecchiaia
e i superstiti obbligatorie e dei relativi accessori, se il
piano ne prevede la soddisfazione in misura non inferiore a
quella realizzabile, in ragione della collocazione
preferenziale, sul ricavato in caso di liquidazione, avuto
riguardo al valore di mercato attribuibile ai beni o ai
diritti sui quali sussiste la causa di prelazione, indicato
nella relazione di un professionista indipendente. Se il
credito tributario e contributivo e' assistito da
privilegio, la percentuale, i tempi di pagamento e le
eventuali garanzie non possono essere inferiori o meno
vantaggiosi rispetto a quelli offerti ai creditori che
hanno un grado di privilegio inferiore o a quelli che hanno
una posizione giuridica e interessi economici omogenei a
quelli delle agenzie e degli enti gestori di forme di
previdenza e assistenza obbligatorie. Se il credito
tributario o contributivo ha natura chirografaria, anche a
seguito di degradazione per incapienza, il trattamento non
puo' essere differenziato rispetto a quello degli altri
crediti chirografari ovvero, nel caso di suddivisione in
classi, dei crediti rispetto ai quali e' previsto un
trattamento piu' favorevole.
2. L'attestazione del professionista indipendente,
relativamente ai crediti tributari e contributivi, ha ad
oggetto anche la convenienza del trattamento proposto
rispetto alla liquidazione giudiziale e, nel concordato in
continuita' aziendale, la sussistenza di un trattamento non
deteriore.
2-bis. Il tribunale omologa il concordato preventivo
anche in mancanza di adesione da parte dell'amministrazione
finanziaria o degli enti gestori di forme di previdenza o
assistenza obbligatorie quando l'adesione e' determinante
ai fini del raggiungimento delle percentuali di cui
all'art. 109, comma 1, e, anche sulla base delle risultanze
della relazione del professionista indipendente, la
proposta di soddisfacimento della predetta amministrazione
o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza
obbligatorie e' conveniente o non deteriore rispetto
all'alternativa liquidatoria.
3. Copia della proposta e della relativa
documentazione, contestualmente al deposito presso il
tribunale, deve essere presentata al competente agente
della riscossione e agli altri uffici competenti sulla base
dell'ultimo domicilio fiscale del debitore, unitamente alla
copia delle dichiarazioni fiscali per le quali non e'
pervenuto l'esito dei controlli automatici nonche' delle
dichiarazioni integrative relative al periodo fino alla
data di presentazione della domanda. L'agente della
riscossione, non oltre trenta giorni dalla data della
presentazione, deve trasmettere al debitore una
certificazione attestante l'entita' del debito iscritto a
ruolo scaduto o sospeso. Gli uffici, nello stesso termine,
devono procedere alla liquidazione dei tributi risultanti
dalle dichiarazioni e alla notifica dei relativi avvisi di
irregolarita', unitamente a una certificazione attestante
l'entita' del debito derivante da atti di accertamento,
ancorche' non definitivi, per la parte non iscritta a
ruolo, nonche' dai ruoli vistati, ma non ancora consegnati
all'agente della riscossione. Dopo la nomina del
commissario giudiziale copia dell'avviso di irregolarita' e
delle certificazioni deve essergli trasmessa per gli
adempimenti previsti dagli articoli 105, comma 1, e 106. In
particolare, per i tributi amministrati dall'Agenzia delle
dogane e dei monopoli, l'ufficio competente a ricevere
copia della domanda con la relativa documentazione prevista
al primo periodo, nonche' a rilasciare la certificazione di
cui al terzo periodo, si identifica con l'ufficio che ha
notificato al debitore gli atti di accertamento.
4. Relativamente al credito tributario chirografario
complessivo, il voto sulla proposta concordataria e'
espresso dall'ufficio, previo parere conforme della
competente direzione regionale.
5. Il voto e' espresso dall'agente della riscossione
limitatamente agli oneri di riscossione di cui all'art. 17
del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112.»
«Art. 90 (Proposte concorrenti). - 1. Colui o coloro
che, anche per effetto di acquisti successivi alla domanda
di concordato, rappresentano almeno il dieci per cento dei
crediti risultanti dalla situazione patrimoniale depositata
dal debitore, possono presentare una proposta concorrente
di concordato preventivo e il relativo piano non oltre
trenta giorni prima della data iniziale stabilita per la
votazione dei creditori.
2. Ai fini del computo della percentuale del dieci per
cento, non si considerano i crediti della societa' che
controlla la societa' debitrice, delle societa' da questa
controllate e di quelle sottoposte a comune controllo.
3. La proposta concorrente non puo' essere presentata
dal debitore, neppure per interposta persona, dal coniuge,
dalla parte di un'unione civile tra persone dello stesso
sesso o dal convivente di fatto del debitore, da parenti e
affini entro il quarto grado e da parti correlate.
4. La relazione di cui all'art. 87, comma 3 puo' essere
limitata alla fattibilita' del piano per gli aspetti che
non siano gia' oggetto di verifica da parte del commissario
giudiziale, e puo' essere omessa se non ve ne sono.
5. Le proposte di concordato concorrenti non sono
ammissibili se nella relazione di cui all'art. 87, comma 3,
il professionista indipendente attesta che la proposta di
concordato del debitore assicura il pagamento di almeno il
trenta per cento dell'ammontare dei crediti chirografari.
Tale percentuale e' ridotta al 20 per cento nel caso in cui
il debitore abbia utilmente avviato la composizione
negoziata ai sensi dell'art. 13.
6. La proposta puo' prevedere l'intervento di terzi e,
se il debitore ha la forma di societa' per azioni o a
responsabilita' limitata, un aumento di capitale della
societa' con esclusione o limitazione del diritto
d'opzione.
7. La proposta concorrente prima di essere comunicata
ai creditori, deve essere sottoposta al giudizio del
tribunale che verifica la correttezza dei criteri di
formazione delle classi.
8. Le proposte di concordato, ivi compresa quella
presentata dal debitore, possono essere modificate fino a
venti giorni prima della votazione dei creditori.».
 
Art. 20
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo III, Sezione II, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 92 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, come modificato dall'articolo 14, comma 1, del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, le parole «gli articoli 125, 126, 133, 134, 136 e 137» sono sostituite dalle seguenti: «gli articoli 125, 126, 133, 134, 135, 136 e 137»;
b) il comma 3 e' sostituito dal seguente: «3. Il commissario giudiziale vigila sull'attivita' del debitore e fornisce ai creditori che ne fanno richiesta, valutata la congruita' della stessa e previa assunzione di opportuni obblighi di riservatezza, le informazioni utili per la presentazione di proposte concorrenti, sulla base delle scritture contabili e fiscali obbligatorie del debitore, nonche' ogni altra informazione rilevante in suo possesso. Nel concordato in continuita' aziendale, nel termine concesso ai sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera a), il commissario giudiziale, se richiesto o in caso di concessione delle misure protettive di cui all'articolo 54, comma 2, affianca il debitore e i creditori nella negoziazione del piano formulando, ove occorra, suggerimenti per la sua redazione.».

Note all'art. 20:
- Si riporta il testo dell'art. 92 del citato decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dal
presente decreto:
«Art. 92 (Commissario giudiziale). - 1. Il commissario
giudiziale e', per quanto attiene all'esercizio delle sue
funzioni, pubblico ufficiale.
2. Si applicano al commissario giudiziale gli articoli
125, 126, 133, 134, 135, 136 e 137, in quanto compatibili,
nonche' le disposizioni di cui agli articoli 35, comma
4-bis, e 35.1 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n.
159; si osservano altresi' le disposizioni di cui all'art.
35.2 del predetto decreto.
3. Il commissario giudiziale vigila sull'attivita' del
debitore e fornisce ai creditori che ne fanno richiesta,
valutata la congruita' della stessa e previa assunzione di
opportuni obblighi di riservatezza, le informazioni utili
per la presentazione di proposte concorrenti, sulla base
delle scritture contabili e fiscali obbligatorie del
debitore, nonche' ogni altra informazione rilevante in suo
possesso. Nel concordato in continuita' aziendale, nel
termine concesso ai sensi dell'art. 44, comma 1, lettera
a), il commissario giudiziale, se richiesto o in caso di
concessione delle misure protettive di cui all'art. 54,
comma 2, affianca il debitore e i creditori nella
negoziazione del piano formulando, ove occorra,
suggerimenti per la sua redazione.
4. La disciplina di cui al comma 3 si applica anche in
caso di richieste, da parte di creditori o di terzi, di
informazioni utili per la presentazione di offerte
concorrenti.
5. Il commissario giudiziale comunica senza ritardo al
pubblico ministero i fatti che possono interessare ai fini
delle indagini preliminari in sede penale e dei quali viene
a conoscenza nello svolgimento delle sue funzioni.».
 
Art. 21
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo III, Sezione III, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Dopo l'articolo 94 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' inserito il seguente:
«Art. 94-bis (Disposizioni speciali per i contratti pendenti nel concordato in continuita' aziendale). - 1. I creditori non possono, unilateralmente, rifiutare l'adempimento dei contratti in corso di esecuzione o provocarne la risoluzione, ne' possono anticiparne la scadenza o modificarli in danno dell'imprenditore per il solo fatto del deposito della domanda di accesso al concordato in continuita' aziendale, dell'emissione del decreto di apertura di cui all'articolo 47 e della concessione delle misure protettive o cautelari. Sono inefficaci eventuali patti contrari.
2. Fermo quanto previsto dal comma 1, i creditori interessati dalle misure protettive concesse ai sensi dell'articolo 54, comma 2, non possono, unilateralmente, rifiutare l'adempimento dei contratti essenziali in corso di esecuzione o provocarne la risoluzione, ne' possono anticiparne la scadenza o modificarli in danno dell'imprenditore per il solo fatto del mancato pagamento di crediti anteriori rispetto alla presentazione della domanda di accesso al concordato preventivo in continuita' aziendale. Sono essenziali i contratti necessari per la continuazione della gestione corrente dell'impresa, inclusi i contratti relativi alle forniture la cui interruzione impedisce la prosecuzione dell'attivita' del debitore.».
2. All'articolo 100, comma 1, terzo periodo del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «della retribuzione dovuta per la mensilita' antecedente» sono sostituite dalle seguenti: «delle retribuzioni dovute per le mensilita' antecedenti».

Note all'art. 21:
- Si riporta il testo dell'art. 100 del citato decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dal
presente decreto:
«Art. 100 (Autorizzazione al pagamento di crediti
pregressi). - 1. Il debitore che presenta domanda di
concordato ai sensi degli articoli 44 e 87, quando e'
prevista la continuazione dell'attivita' aziendale, puo'
chiedere al tribunale di essere autorizzato, assunte se del
caso sommarie informazioni, a pagare crediti anteriori per
prestazioni di beni o servizi, se un professionista
indipendente attesta che tali prestazioni sono essenziali
per la prosecuzione dell'attivita' di impresa e funzionali
ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori.
L'attestazione del professionista non e' necessaria per
pagamenti effettuati fino a concorrenza dell'ammontare di
nuove risorse finanziarie che vengano apportate al debitore
senza obbligo di restituzione o con obbligo di restituzione
postergato alla soddisfazione dei creditori. Il tribunale
puo' autorizzare, alle medesime condizioni, il pagamento
delle retribuzioni dovute per le mensilita' antecedenti il
deposito del ricorso ai lavoratori addetti all'attivita' di
cui e' prevista la continuazione.
2. Quando e' prevista la continuazione dell'attivita'
aziendale, la disciplina di cui al comma 1 si applica, in
deroga al disposto dell'art. 154, comma 2, al rimborso,
alla scadenza convenuta, delle rate a scadere del contratto
di mutuo con garanzia reale gravante su beni strumentali
all'esercizio dell'impresa se il debitore, alla data della
presentazione della domanda di concordato, ha adempiuto le
proprie obbligazioni o se il tribunale lo autorizza al
pagamento del debito per capitale ed interessi scaduto a
tale data. Il professionista indipendente attesta anche che
il credito garantito potrebbe essere soddisfatto
integralmente con il ricavato della liquidazione del bene
effettuata a valore di mercato e che il rimborso delle rate
a scadere non lede i diritti degli altri creditori.».
 
Art. 22
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo III, Sezione IV, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 104, comma 2, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, dopo le parole: «la residenza del creditore,» sono inserite le seguenti: «il piano e» e dopo le parole «l'invito ad indicare un indirizzo di posta elettronica certificata» sono inserite le seguenti: «oppure un servizio elettronico di recapito certificato qualificato di cui all'articolo 1, comma 1-ter del Codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82».
2. All'articolo 106 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, come modificato dall'articolo 16, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, le parole «anche quando il debitore non ha effettuato tempestivamente il deposito previsto dall'articolo 47, comma 1, lettera d)» sono sostituite dalle seguenti: «anche quando il debitore non ha effettuato tempestivamente il deposito previsto dall'articolo 47, comma 2, lettera d)»;
b) al comma 3, come modificato dall'articolo 16, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, le parole «il tribunale revocato il decreto di cui all'articolo 47,,» sono sostituite dalle seguenti: «il tribunale, revocato il decreto di cui all'articolo 47,».

Note all'art. 22:
- Si riporta il testo degli articoli 104, comma 2, e
106 del citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14,
come modificato dal presente decreto:
«Art. 104 (Convocazione dei creditori). - 1. (Omissis).
2. Il commissario giudiziale provvede a comunicare ai
creditori a mezzo posta elettronica certificata, se il
destinatario ha un indirizzo digitale e, in ogni altro
caso, a mezzo lettera raccomandata spedita presso la sede
dell'impresa o la residenza del creditore il piano e un
avviso contenente la data iniziale e finale del voto dei
creditori, la proposta del debitore, il decreto di
apertura, il suo indirizzo di posta elettronica
certificata, l'invito ad indicare un indirizzo di posta
elettronica certificata oppure un servizio elettronico di
recapito certificato qualificato di cui all'art. 1, comma
1-ter del Codice dell'amministrazione digitale di cui al
decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, le cui variazioni
e' onere comunicare al commissario. Nello stesso avviso e'
contenuto l'avvertimento di cui all'art. 200, comma 1,
lettera c). Tutte le successive comunicazioni ai creditori
sono effettuate dal commissario a mezzo posta elettronica
certificata.
3.-5. (Omissis).»
«Art. 106 (Atti di frode e apertura della liquidazione
giudiziale nel corso della procedura). - 1. Il commissario
giudiziale, se accerta che il debitore ha occultato o
dissimulato parte dell'attivo, dolosamente omesso di
denunciare uno o piu' crediti, esposto passivita'
insussistenti o commesso altri atti di frode, deve
riferirne immediatamente al tribunale, che provvede ai
sensi dell'art. 44, comma 2, dandone comunicazione al
pubblico ministero e ai creditori. La comunicazione ai
creditori e' eseguita dal commissario giudiziale.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche
quando il debitore non ha effettuato tempestivamente il
deposito previsto dall'art. 47, comma 2, lettera d), o il
debitore compie atti non autorizzati o comunque diretti a
frodare le ragioni dei creditori, o se in qualunque momento
risulta che mancano le condizioni prescritte per l'apertura
del concordato previste agli articoli da 84 a 88.
3. All'esito del procedimento, il tribunale, revocato
il decreto di cui all'art. 47, su istanza del creditore o
su richiesta del pubblico ministero, apre la procedura di
liquidazione giudiziale dei beni del debitore.».
 
Art. 23
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo III, Sezione V, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. L'articolo 109 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 109 (Maggioranza per l'approvazione del concordato). - 1. Salvo quanto previsto, per il concordato in continuita' aziendale, dal comma 5, il concordato e' approvato dai creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi al voto. Nel caso in cui un unico creditore sia titolare di crediti in misura superiore alla maggioranza dei crediti ammessi al voto, il concordato e' approvato se, oltre alla maggioranza di cui al primo periodo, abbia riportato la maggioranza per teste dei voti espressi dai creditori ammessi al voto. Ove siano previste diverse classi di creditori, il concordato e' approvato se la maggioranza dei crediti ammessi al voto e' raggiunta inoltre nel maggior numero di classi.
2. Quando sono poste al voto piu' proposte di concordato, si considera approvata la proposta che ha conseguito la maggioranza piu' elevata dei crediti ammessi al voto; in caso di parita', prevale quella del debitore o, in caso di parita' fra proposte di creditori, quella presentata per prima. Quando nessuna delle proposte concorrenti poste al voto sia stata approvata con le maggioranze di cui al primo e secondo periodo del presente comma, il giudice delegato, con decreto da adottare entro trenta giorni dal termine di cui all'articolo 110, comma 2, rimette al voto la sola proposta che ha conseguito la maggioranza relativa dei crediti ammessi al voto, fissando il termine per la comunicazione ai creditori e il termine a partire dal quale i creditori, nei venti giorni successivi, possono far pervenire il proprio voto per posta elettronica certificata. In ogni caso si applicano le disposizioni del comma 1.
3. I creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca, ancorche' la garanzia sia contestata, dei quali la proposta di concordato prevede l'integrale pagamento, non hanno diritto al voto se non rinunciano in tutto od in parte al diritto di prelazione. Qualora i creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca rinuncino in tutto o in parte alla prelazione, per la parte del credito non coperta dalla garanzia sono equiparati ai creditori chirografari; la rinuncia ha effetto ai soli fini del concordato.
4. I creditori muniti di diritto di prelazione di cui la proposta di concordato prevede la soddisfazione non integrale, sono equiparati ai chirografari per la parte residua del credito.
5. Il concordato in continuita' aziendale e' approvato se tutte le classi votano a favore. In ciascuna classe la proposta e' approvata se e' raggiunta la maggioranza dei crediti ammessi al voto oppure, in mancanza, se hanno votato favorevolmente i due terzi dei crediti dei creditori votanti, purche' abbiano votato i creditori titolari di almeno la meta' del totale dei crediti della medesima classe. In caso di mancata approvazione si applica l'articolo 112, comma 2. I creditori muniti di diritto di prelazione non votano se soddisfatti in denaro, integralmente, entro centottanta giorni dall'omologazione, e purche' la garanzia reale che assiste il credito ipotecario o pignoratizio resti ferma fino alla liquidazione, funzionale al loro pagamento, dei beni e diritti sui quali sussiste la causa di prelazione. Nel caso di crediti assistiti dal privilegio di cui all'articolo 2751-bis, n. 1, del codice civile, il termine di cui al quarto periodo e' di trenta giorni. Se non ricorrono le condizioni di cui al primo e secondo periodo, i creditori muniti di diritto di prelazione votano e, per la parte incapiente, sono inseriti in una classe distinta.
6. Sono esclusi dal voto e dal computo delle maggioranze il coniuge o il convivente di fatto del debitore, ovvero la parte dell'unione civile con il debitore, i parenti e affini del debitore fino al quarto grado, la societa' che controlla la societa' debitrice, le societa' da questa controllate e quelle sottoposte a comune controllo, nonche' i cessionari o aggiudicatari dei loro crediti da meno di un anno prima della domanda di concordato. Sono inoltre esclusi dal voto e dal computo delle maggioranze i creditori in conflitto d'interessi.
7. Il creditore che propone il concordato ovvero le societa' da questo controllate, le societa' controllanti o sottoposte a comune controllo, ai sensi dell'articolo 2359, primo comma, del codice civile possono votare soltanto se la proposta ne prevede l'inserimento in apposita classe.».
 
Art. 24
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo III, Sezione VI, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. L'articolo 112 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 112 (Giudizio di omologazione). - 1. Il tribunale omologa il concordato verificati:
a) la regolarita' della procedura;
b) l'esito della votazione;
c) l'ammissibilita' della proposta;
d) la corretta formazione delle classi;
e) la parita' di trattamento dei creditori all'interno di ciascuna classe;
f) in caso di concordato in continuita' aziendale, che tutte le classi abbiano votato favorevolmente, che il piano non sia privo di ragionevoli prospettive di impedire o superare l'insolvenza e che eventuali nuovi finanziamenti siano necessari per l'attuazione del piano e non pregiudichino ingiustamente gli interessi dei creditori;
g) in ogni altro caso, la fattibilita' del piano, intesa come non manifesta inattitudine a raggiungere gli obiettivi prefissati.
2. Nel concordato in continuita' aziendale, se una o piu' classi sono dissenzienti, il tribunale, su richiesta del debitore o con il consenso del debitore in caso di proposte concorrenti, omologa altresi' se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni:
a) il valore di liquidazione e' distribuito nel rispetto della graduazione delle cause legittime di prelazione;
b) il valore eccedente quello di liquidazione e' distribuito in modo tale che i crediti inclusi nelle classi dissenzienti ricevano complessivamente un trattamento almeno pari a quello delle classi dello stesso grado e piu' favorevole rispetto a quello delle classi di grado inferiore, fermo restando quanto previsto dall'articolo 84, comma 7;
c) nessun creditore riceve piu' dell'importo del proprio credito;
d) la proposta e' approvata dalla maggioranza delle classi, purche' almeno una sia formata da creditori titolari di diritti di prelazione, oppure, in mancanza, la proposta e' approvata da almeno una classe di creditori che sarebbero almeno parzialmente soddisfatti rispettando la graduazione delle cause legittime di prelazione anche sul valore eccedente quello di liquidazione.
3. Nel concordato in continuita' aziendale, se con l'opposizione un creditore dissenziente eccepisce il difetto di convenienza della proposta, il tribunale omologa il concordato quando, secondo la proposta e il piano, il credito risulta soddisfatto in misura non inferiore rispetto alla liquidazione giudiziale.
4. In caso di opposizione proposta da un creditore dissenziente, la stima del complesso aziendale del debitore e' disposta dal tribunale solo se con l'opposizione e' eccepita la violazione della convenienza di cui al comma 3 o il mancato rispetto delle condizioni di ristrutturazione trasversale di cui al comma 2.
5. Nel concordato che prevede la liquidazione del patrimonio oppure l'attribuzione delle attivita' a un assuntore o in qualsiasi altra forma, se un creditore dissenziente appartenente a una classe dissenziente ovvero, nell'ipotesi di mancata formazione delle classi, i creditori dissenzienti che rappresentano il 20 per cento dei crediti ammessi al voto, contestano la convenienza della proposta, il tribunale puo' omologare il concordato qualora ritenga che il credito possa risultare soddisfatto dal concordato in misura non inferiore rispetto alla liquidazione giudiziale.
6. Le somme spettanti ai creditori contestati, condizionali o irreperibili sono depositate nei modi stabiliti dal tribunale, che fissa altresi' le condizioni e le modalita' per lo svincolo.».
2. All'articolo 113 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, dopo il comma 1, e' aggiunto il seguente: «2. L'omologazione deve intervenire nel termine di dodici mesi dalla presentazione della domanda ai sensi dell'articolo 40.».
3. All'articolo 114 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dall'articolo 18, comma 1, del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, le parole «gli articoli 125, 126, 134, 136, 137 e 231» sono sostituite dalle seguenti: «gli articoli 125, 126, 134, 135, 136, 137 e 231»;
b) dopo il comma 5 e' aggiunto il seguente: «6. Conclusa l'esecuzione del concordato, il liquidatore comunica al commissario giudiziale un rapporto riepilogativo finale, accompagnato dal conto della sua gestione e dagli estratti del conto bancario o postale. Il commissario ne da' notizia, con le sue osservazioni, al pubblico ministero e ai creditori e ne deposita copia presso la cancelleria del tribunale.».
4. All'articolo 116 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, dopo il comma 4, e' aggiunto il seguente: «5. Quando il piano prevede il compimento delle operazioni di cui al comma 1, il diritto di recesso dei soci e' sospeso fino all'attuazione del piano.».
5. All'articolo 118, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Ogni sei mesi successivi alla presentazione della relazione di cui all'articolo 105, comma 1, redige un rapporto riepilogativo redatto in conformita' a quanto previsto dall'articolo 130, comma 9, e lo trasmette ai creditori. Conclusa l'esecuzione del concordato, il commissario giudiziale deposita un rapporto riepilogativo finale redatto in conformita' a quanto previsto dal medesimo articolo 130, comma 9.».

Note all'art. 24:
- Si riporta il testo degli articoli 113, 114, 116 e
118 del citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14,
come modificato dal presente decreto:
«Art. 113 (Chiusura della procedura). - 1. La procedura
di concordato preventivo si chiude con la sentenza di
omologazione ai sensi dell'art. 48.
2. L'omologazione deve intervenire nel termine di
dodici mesi dalla presentazione della domanda ai sensi
dell'art. 40.»
«Art. 114 (Cessioni dei beni). - 1. Se il concordato
consiste nella cessione dei beni, il tribunale nomina nella
sentenza di omologazione uno o piu' liquidatori e un
comitato di tre o cinque creditori per assistere alla
liquidazione e determina le altre modalita' della
liquidazione. In tal caso, il tribunale dispone che il
liquidatore effettui la pubblicita' prevista dall'art. 490,
primo comma, del codice di procedura civile e fissa il
termine entro cui la stessa deve essere eseguita.
2. Si applicano ai liquidatori gli articoli 125, 126,
134, 135, 136, 137 e 231 in quanto compatibili e l'art.
358. Si applicano altresi' al liquidatore le disposizioni
di cui agli articoli 35, comma 4-bis, e 35.1 del decreto
legislativo 6 settembre 2011, n. 159 e si osservano le
disposizioni di cui all'art. 35.2 del predetto decreto.
3. Si applicano al comitato dei creditori gli articoli
138 e 140, in quanto compatibili. Alla sostituzione dei
membri del comitato provvede in ogni caso il tribunale.
4. Alle vendite, alle cessioni e ai trasferimenti
legalmente posti in essere dopo il deposito della domanda
di concordato o in esecuzione di questo, si applicano le
disposizioni sulle vendite nella liquidazione giudiziale,
in quanto compatibili. La cancellazione delle iscrizioni
relative ai diritti di prelazione, nonche' delle
trascrizioni dei pignoramenti e dei sequestri conservativi
e di ogni altro vincolo, sono effettuati su ordine del
giudice, salvo diversa disposizione contenuta nella
sentenza di omologazione per gli atti a questa successivi.
5. Il liquidatore comunica con periodicita' semestrale
al commissario giudiziale le informazioni rilevanti
relative all'andamento della liquidazione. Il commissario
ne da' notizia, con le sue osservazioni, al pubblico
ministero e ai creditori e ne deposita copia presso la
cancelleria del tribunale.
6. Conclusa l'esecuzione del concordato, il liquidatore
comunica al commissario giudiziale un rapporto
riepilogativo finale, accompagnato dal conto della sua
gestione e dagli estratti del conto bancario o postale. Il
commissario ne da' notizia, con le sue osservazioni, al
pubblico ministero e ai creditori e ne deposita copia
presso la cancelleria del tribunale.»
«Art. 116 (Trasformazione, fusione o scissione). - 1.
Se il piano prevede il compimento, durante la procedura
oppure dopo la sua omologazione, di operazioni di
trasformazione, fusione o scissione della societa'
debitrice, la validita' di queste puo' essere contestata
dai creditori solo con l'opposizione all'omologazione.
2. A questo fine, il tribunale, nel provvedimento di
fissazione dell'udienza di cui all'art. 48, dispone che il
piano sia pubblicato nel registro delle imprese del luogo
ove hanno sede le societa' interessate dalle operazioni di
trasformazione, fusione o scissione. Tra la data della
pubblicazione e l'udienza devono intercorrere almeno trenta
giorni.
3. Gli effetti delle operazioni di cui al comma 1, in
caso di risoluzione o di annullamento del concordato, sono
irreversibili, salvo il diritto al risarcimento del danno
eventualmente spettante ai soci o ai terzi ai sensi degli
articoli 2500-bis, comma secondo, 2504-quater, comma
secondo, e 2506-ter, comma quinto, del codice civile.
4. Trovano applicazione, in quanto compatibili, le
disposizioni contenute nel capo X del titolo V del libro V
del codice civile.
5. Quando il piano prevede il compimento delle
operazioni di cui al comma 1, il diritto di recesso dei
soci e' sospeso fino all'attuazione del piano.»

«Art. 118 (Esecuzione del concordato). - 1. Dopo
l'omologazione del concordato, il commissario giudiziale ne
sorveglia l'adempimento, secondo le modalita' stabilite
nella sentenza di omologazione. Egli deve riferire al
giudice ogni fatto dal quale possa derivare pregiudizio ai
creditori. Ogni sei mesi successivi alla presentazione
della relazione di cui all'art. 105, comma 1, redige un
rapporto riepilogativo redatto in conformita' a quanto
previsto dall'art. 130, comma 9, e lo trasmette ai
creditori. Conclusa l'esecuzione del concordato, il
commissario giudiziale deposita un rapporto riepilogativo
finale redatto in conformita' a quanto previsto dal
medesimo art. 130, comma 9.
2. Le somme spettanti ai creditori contestati,
condizionali o irreperibili sono depositate nei modi
stabiliti dal giudice delegato.
3. Il debitore e' tenuto a compiere ogni atto
necessario a dare esecuzione alla proposta di concordato
anche se presentata da uno o piu' creditori, qualora sia
stata approvata e omologata.
4. Nel caso in cui il commissario giudiziale rilevi che
il debitore non sta provvedendo al compimento degli atti
necessari a dare esecuzione alla proposta o ne sta
ritardando il compimento, deve senza indugio riferirne al
tribunale. Il tribunale, sentito il debitore, puo'
attribuire al commissario giudiziale i poteri necessari a
provvedere in luogo del debitore al compimento degli atti a
questo richiesti.
5. Il soggetto che ha presentato la proposta di
concordato approvata e omologata dai creditori puo'
denunciare al tribunale i ritardi e le omissioni del
debitore mediante ricorso notificato al debitore e al
commissario giudiziale con il quale puo' chiedere al
tribunale di attribuire al commissario i poteri necessari
per provvedere ai sensi del comma 4 o di revocare l'organo
amministrativo, se si tratta di societa', nominando un
amministratore giudiziario. Sono in ogni caso fatti salvi i
diritti di informazione e di voto dei soci di minoranza.
6. Il tribunale provvede in camera di consiglio,
sentito il debitore ed il commissario giudiziale. Quando
nomina un amministratore giudiziario, stabilisce la durata
dell'incarico e gli attribuisce il potere di compiere gli
atti necessari a dare esecuzione alla proposta omologata,
ivi inclusi, se la proposta prevede un aumento del capitale
sociale della societa' debitrice o altre deliberazioni di
competenza dell'assemblea dei soci, la convocazione
dell'assemblea avente ad oggetto tali deliberazioni e
l'esercizio del diritto di voto nelle stesse per le azioni
o quote facenti capo al socio o ai soci di maggioranza. Al
liquidatore, se nominato, possono essere attribuiti i
compiti di amministratore giudiziario. Il provvedimento di
nomina dell'amministratore giudiziario e' comunicato a cura
del cancelliere, entro cinque giorni, all'ufficio del
registro delle imprese per l'iscrizione.
7. In caso di trasferimento di beni, il commissario
richiede al tribunale, che provvede in composizione
monocratica, l'emissione di decreto di cancellazione delle
formalita' iscritte, delegando ove opportuno al notaio
rogante l'atto di trasferimento.
8. In deroga all'art. 2560 del codice civile,
l'acquirente o cessionario dell'azienda non risponde dei
debiti pregressi, salvo diversa previsione del piano di
concordato.».
 
Art. 25
Inserimento della sezione VI-bis del Capo III del Titolo IV della
Parte Prima del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Dopo l'articolo 120 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' inserita la seguente Sezione:
«Sezione VI-bis (Degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza delle societa') - Art. 120-bis (Accesso). - 1. L'accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza e' deciso, in via esclusiva, dagli amministratori unitamente al contenuto della proposta e alle condizioni del piano. La decisione deve risultare da verbale redatto da notaio ed e' depositata e iscritta nel registro delle imprese. La domanda di accesso e' sottoscritta da coloro che hanno la rappresentanza della societa'.
2. Ai fini del buon esito della ristrutturazione il piano puo' prevedere qualsiasi modificazione dello statuto della societa' debitrice, ivi inclusi aumenti e riduzioni di capitale anche con limitazione o esclusione del diritto di opzione e altre modificazioni che incidono direttamente sui diritti di partecipazione dei soci, nonche' fusioni, scissioni e trasformazioni.
3. Gli amministratori sono tenuti a informare i soci dell'avvenuta decisione di accedere a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza e a riferire periodicamente del suo andamento.
4. Dalla iscrizione della decisione nel registro delle imprese e fino alla omologazione, la revoca degli amministratori e' inefficace se non ricorre una giusta causa. Non costituisce giusta causa la presentazione di una domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza in presenza delle condizioni di legge. La deliberazione di revoca deve essere approvata con decreto dalla sezione specializzata del tribunale delle imprese competente, sentiti gli interessati.
5. I soci che rappresentano almeno il dieci per cento del capitale sono legittimati alla presentazione di proposte concorrenti ai sensi dell'articolo 90. La domanda e' sottoscritta da ciascun socio proponente.
6. Le disposizioni di questo articolo si applicano, in quanto compatibili, agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza presentati dagli imprenditori collettivi diversi dalle societa'.
Art. 120-ter (Classamento dei soci e dei titolari di strumenti finanziari). - 1. Lo strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza puo' prevedere la formazione di una classe di soci o di piu' classi se esistono soci ai quali lo statuto, anche a seguito delle modifiche previste dal piano, riconosce diritti diversi.
2. La formazione delle classi previste dal comma 1 e' obbligatoria se il piano prevede modificazioni che incidono direttamente sui diritti di partecipazione dei soci e, in ogni caso, per le societa' che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio.
3. I soci, inseriti in una o piu' classi, esprimono il proprio voto nelle forme e nei termini previsti per l'espressione del voto da parte dei creditori. All'interno della classe il socio ha diritto di voto in misura proporzionale alla quota di capitale posseduta anteriormente alla presentazione della domanda. Il socio che non ha espresso il proprio dissenso entro il suddetto termine si ritiene consenziente.
4. Le disposizioni di questo articolo si applicano, in quanto compatibili, ai titolari di strumenti finanziari, a eccezione di quelli che attribuiscono il diritto incondizionato al rimborso anche parziale dell'apporto.
Art. 120-quater (Condizioni di omologazione del concordato con attribuzioni ai soci). - 1. Fermo quanto previsto dall'articolo 112, se il piano prevede che il valore risultante dalla ristrutturazione sia riservato anche ai soci anteriori alla presentazione della domanda, il concordato, in caso di dissenso di una o piu' classi di creditori, puo' essere omologato se il trattamento proposto a ciascuna delle classi dissenzienti sarebbe almeno altrettanto favorevole rispetto a quello proposto alle classi del medesimo rango e piu' favorevole di quello proposto alle classi di rango inferiore, anche se a tali classi venisse destinato il valore complessivamente riservato ai soci. Se non vi sono classi di creditori di rango pari o inferiore a quella dissenziente, il concordato puo' essere omologato solo quando il valore destinato al soddisfacimento dei creditori appartenenti alla classe dissenziente e' superiore a quello complessivamente riservato ai soci.
2. Per valore riservato ai soci si intende il valore effettivo, conseguente all'omologazione della proposta, delle loro partecipazioni e degli strumenti che attribuiscono il diritto di acquisirle, dedotto il valore da essi eventualmente apportato ai fini della ristrutturazione in forma di conferimenti o di versamenti a fondo perduto oppure, per le imprese minori, anche in altra forma.
3. I soci possono opporsi all'omologazione del concordato al fine di far valere il pregiudizio subito rispetto all'alternativa liquidatoria.
4. Le disposizioni di questo articolo si applicano, in quanto compatibili, all'omologazione del concordato in continuita' aziendale presentato dagli imprenditori individuali o collettivi diversi dalle societa' e dai professionisti.
Art. 120-quinquies (Esecuzione). - 1. Il provvedimento di omologazione dello strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza determina la riduzione e l'aumento del capitale e le altre modificazioni statutarie nei termini previsti dal piano, demanda agli amministratori l'adozione di ogni atto necessario a darvi esecuzione e li autorizza a porre in essere, nei successivi trenta giorni o nel diverso termine previsto dal piano, le ulteriori modificazioni statutarie programmate dal piano. In mancanza il tribunale, su richiesta di qualsiasi interessato e sentiti gli amministratori, puo' nominare un amministratore giudiziario, attribuendogli i poteri necessari a provvedere in luogo di costoro agli adempimenti di cui al presente articolo, e disporre la revoca per giusta causa degli amministratori.
2. Se il notaio incaricato ritiene non adempiute le condizioni stabilite dalla legge, ne da' comunicazione tempestivamente, e comunque non oltre il termine di trenta giorni, agli amministratori. Gli amministratori, nei trenta giorni successivi, possono ricorrere, per i provvedimenti necessari, al tribunale che ha omologato lo strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza.
3. Le modificazioni della compagine sociale conseguenti all'esecuzione di uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza non costituiscono causa di risoluzione o di modificazione di contratti stipulati dalla societa'. Sono inefficaci eventuali patti contrari.».
 
Art. 26
Modifiche alla Parte Prima, Titolo V, Capo I, Sezione I, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 135 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 1 e' sostituito dal seguente: «1. Al fine di evitare conflitti di interessi, il debitore e i creditori ammessi possono chiedere la sostituzione del curatore indicandone al tribunale le ragioni. Il tribunale, valutate le ragioni della richiesta e verificata l'assenza di conflitto di interessi in capo ai creditori istanti, provvede alla nomina del nuovo curatore.»;
b) il comma 2 e' abrogato.

Note all'art. 26:
- Si riporta il testo dell'articolo 135 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 135 (Sostituzione del curatore). - 1. Al fine
di evitare conflitti di interessi, il debitore e i
creditori ammessi possono chiedere la sostituzione del
curatore indicandone al tribunale le ragioni. Il tribunale,
valutate le ragioni della richiesta e verificata l'assenza
di conflitto di interessi in capo ai creditori istanti,
provvede alla nomina del nuovo curatore.
2. Abrogato.».
 
Art. 27
Modifiche alla Parte Prima, Titolo V, Capo I, Sezione III, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 158 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, dopo il comma 1 e' aggiunto il seguente: «2. In deroga a quanto previsto dal comma 1, la rivalutazione dei crediti di lavoro e' ammessa anche dopo la domanda di accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e dopo l'apertura di una procedura di insolvenza. La rivalutazione e' ammessa, negli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza, fino alla definitivita' della sentenza di omologazione e, nelle procedure di insolvenza, fino al decreto pronunciato ai sensi dell'articolo 204, comma 4, in relazione alle domande di ammissione al passivo depositate nel termine di cui all'articolo 201, comma 1.».

Note all'art. 27:
- Si riporta il testo dell'articolo 158 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 158 (Crediti non pecuniari). - 1. I crediti non
scaduti, aventi per oggetto una prestazione in danaro
determinata con riferimento ad altri valori o aventi per
oggetto una prestazione diversa dal danaro, concorrono
secondo il loro valore alla data di apertura della
liquidazione giudiziale.
2. In deroga a quanto previsto dal comma 1, la
rivalutazione dei crediti di lavoro e' ammessa anche dopo
la domanda di accesso agli strumenti di regolazione della
crisi e dell'insolvenza e dopo l'apertura di una procedura
di insolvenza. La rivalutazione e' ammessa, negli strumenti
di regolazione della crisi e dell'insolvenza, fino alla
definitivita' della sentenza di omologazione e, nelle
procedure di insolvenza, fino al decreto pronunciato ai
sensi dell'articolo 204, comma 4, in relazione alle domande
di ammissione al passivo depositate nel termine di cui
all'articolo 201, comma 1.».
 
Art. 28
Modifiche alla Parte Prima, Titolo V, Capo I, Sezione IV, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 166, comma 3, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) alla lettera e), dopo le parole «posti in essere in esecuzione del concordato preventivo» sono inserite le seguenti: «, del piano di ristrutturazione di cui all'articolo 64-bis omologato»;
b) alla lettera g), le parole «alle procedure di regolazione della crisi e dell'insolvenza previste» sono sostituite dalle seguenti: «agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e alle procedure di insolvenza previsti».

Note all'art. 28:
- Si riporta il testo dell'articolo 166 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 166 (Atti a titolo oneroso, pagamenti,
garanzie). - 1. Sono revocati, salvo che l'altra parte
provi che non conosceva lo stato d'insolvenza del debitore:
a) gli atti a titolo oneroso in cui le prestazioni
eseguite o le obbligazioni assunte dal debitore sorpassano
di oltre un quarto cio' che a lui e' stato dato o promesso,
se compiuti dopo il deposito della domanda cui e' seguita
l'apertura della liquidazione giudiziale o nell'anno
anteriore;
b) gli atti estintivi di debiti pecuniari scaduti
ed esigibili non effettuati con danaro o con altri mezzi
normali di pagamento, se compiuti dopo il deposito della
domanda cui e' seguita l'apertura della liquidazione
giudiziale o nell'anno anteriore;
c) i pegni, le anticresi e le ipoteche volontarie
costituiti dopo il deposito della domanda cui e' seguita
l'apertura della liquidazione giudiziale o nell'anno
anteriore per debiti preesistenti non scaduti;
d) i pegni, le anticresi e le ipoteche giudiziali o
volontarie costituiti dopo il deposito della domanda cui e'
seguita l'apertura della liquidazione giudiziale o nei sei
mesi anteriori per debiti scaduti.
2. Sono altresi' revocati, se il curatore prova che
l'altra parte conosceva lo stato d'insolvenza del debitore,
i pagamenti di debiti liquidi ed esigibili, gli atti a
titolo oneroso e quelli costitutivi di un diritto di
prelazione per debiti, anche di terzi, contestualmente
creati, se compiuti dal debitore dopo il deposito della
domanda cui e' seguita l'apertura della liquidazione
giudiziale o nei sei mesi anteriori.
3. Non sono soggetti all'azione revocatoria:
a) i pagamenti di beni e servizi effettuati
nell'esercizio dell'attivita' d'impresa nei termini d'uso;
b) le rimesse effettuate su un conto corrente
bancario che non hanno ridotto in maniera durevole
l'esposizione del debitore nei confronti della banca;
c) le vendite e i preliminari di vendita trascritti
ai sensi dell'articolo 2645-bis del codice civile, i cui
effetti non siano cessati ai sensi del comma terzo della
suddetta disposizione, conclusi a giusto prezzo e aventi ad
oggetto immobili ad uso abitativo, destinati a costituire
l'abitazione principale dell'acquirente o di suoi parenti e
affini entro il terzo grado, ovvero immobili ad uso non
abitativo destinati a costituire la sede principale
dell'attivita' d'impresa dell'acquirente, purche' alla data
dell'apertura della liquidazione giudiziale tale attivita'
sia effettivamente esercitata ovvero siano stati compiuti
investimenti per darvi inizio;
d) gli atti, i pagamenti effettuati e le garanzie
concesse su beni del debitore posti in essere in esecuzione
del piano attestato di cui all'articolo 56 o di cui
all'articolo 284 e in esso indicati. L'esclusione non opera
in caso di dolo o colpa grave dell'attestatore o di dolo o
colpa grave del debitore, quando il creditore ne era a
conoscenza al momento del compimento dell'atto, del
pagamento o della costituzione della garanzia. L'esclusione
opera anche con riguardo all'azione revocatoria ordinaria;
e) gli atti, i pagamenti e le garanzie su beni del
debitore posti in essere in esecuzione del concordato
preventivo, del piano di ristrutturazione di cui
all'articolo 64-bis omologato e dell'accordo di
ristrutturazione omologato e in essi indicati, nonche' gli
atti, i pagamenti e le garanzie legalmente posti in essere
dal debitore dopo il deposito della domanda di accesso al
concordato preventivo o all'accordo di ristrutturazione.
L'esclusione opera anche con riguardo all'azione
revocatoria ordinaria;
f) i pagamenti eseguiti dal debitore a titolo di
corrispettivo di prestazioni di lavoro effettuate da suoi
dipendenti o altri suoi collaboratori, anche non
subordinati;
g) i pagamenti di debiti liquidi ed esigibili
eseguiti dal debitore alla scadenza per ottenere la
prestazione di servizi strumentali all'accesso agli
strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e
alle procedure di insolvenza previsti dal presente codice.
4. Le disposizioni di questo articolo non si
applicano all'istituto di emissione, alle operazioni di
credito su pegno e di credito fondiario; sono salve le
disposizioni delle leggi speciali.».
 
Art. 29
Modifiche alla Parte Prima, Titolo V, Capo IV sezione I, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 213 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, al primo e al secondo periodo, la parola «centottanta» e' sostituita dalla seguente: «centocinquanta»;
b) al comma 2, secondo periodo, dopo le parole «In questo caso, il curatore» sono inserite le seguenti: «notifica l'istanza e la relativa autorizzazione ai competenti uffici per l'annotazione nei pubblici registri e»;
c) al comma 5, secondo periodo, la parola «dodici» e' sostituita dalla seguente: «otto»;
d) al comma 6, e' aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Prima della approvazione del programma, il curatore puo' procedere alla liquidazione di beni, previa autorizzazione del giudice delegato e sentito il comitato dei creditori se gia' nominato, solo quando dal ritardo puo' derivare pregiudizio all'interesse dei creditori.»;
e) al comma 8, le parole «previsti dal programma di liquidazione» sono sostituite dalle seguenti: «di cui al comma 5»;
f) dopo il comma 8 e' aggiunto il seguente: «9. Se il curatore ha rispettato i termini di cui al comma 5, nel calcolo dei termini di cui alla legge 24 marzo 2001, n. 89, non si tiene conto del tempo necessario per il completamento della liquidazione».

Note all'art. 29:
- Si riporta il testo dell'articolo 213 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 213 (Programma di liquidazione). - 1. Entro
sessanta giorni dalla redazione dell'inventario e in ogni
caso non oltre centocinquanta giorni dalla sentenza
dichiarativa dell'apertura della liquidazione giudiziale,
il curatore predispone un programma di liquidazione da
sottoporre all'approvazione del comitato dei creditori. Il
mancato rispetto del termine di centocinquanta giorni di
cui al primo periodo senza giustificato motivo e' giusta
causa di revoca del curatore.
2. Il curatore, previa autorizzazione del comitato
dei creditori, puo' non acquisire all'attivo o rinunciare a
liquidare uno o piu' beni, se l'attivita' di liquidazione
appaia manifestamente non conveniente. In questo caso, il
curatore notifica l'istanza e la relativa autorizzazione ai
competenti uffici per l'annotazione nei pubblici registri e
ne da' comunicazione ai creditori i quali, in deroga a
quanto previsto nell'articolo 150, possono iniziare azioni
esecutive o cautelari sui beni rimessi nella disponibilita'
del debitore. Si presume manifestamente non conveniente la
prosecuzione dell'attivita' di liquidazione dopo sei
esperimenti di vendita cui non ha fatto seguito
l'aggiudicazione, salvo che il giudice delegato non
autorizzi il curatore a continuare l'attivita'
liquidatoria, in presenza di giustificati motivi.
3. Il programma e' suddiviso in sezioni in cui sono
indicati separatamente criteri e modalita' della
liquidazione dei beni immobili, della liquidazione degli
altri beni e della riscossione dei crediti, con indicazione
dei costi e dei presumibili tempi di realizzo. Nel
programma sono, inoltre, indicati le azioni giudiziali di
qualunque natura e il subentro nelle liti pendenti, con i
costi per il primo grado di giudizio. Sono, altresi',
indicati gli esiti delle liquidazioni gia' compiute.
4. Il programma indica gli atti necessari per la
conservazione del valore dell'impresa, quali l'esercizio
dell'impresa del debitore e l'affitto di azienda, ancorche'
relativi a singoli rami dell'azienda, nonche' le modalita'
di cessione unitaria dell'azienda, di singoli rami, di beni
o di rapporti giuridici individuabili in blocco.
5. Nel programma e' indicato il termine entro il
quale avra' inizio l'attivita' di liquidazione dell'attivo
ed il termine del suo presumibile completamento. Entro otto
mesi dall'apertura della procedura deve avere luogo il
primo esperimento di vendita dei beni e devono iniziare le
attivita' di recupero dei crediti, salvo che il giudice
delegato, con decreto motivato, non ne autorizzi il
differimento. Il termine per il completamento della
liquidazione non puo' eccedere cinque anni dal deposito
della sentenza di apertura della procedura. In casi di
eccezionale complessita', questo termine puo' essere
differito a sette anni dal giudice delegato.
6. Per sopravvenute esigenze, il curatore puo'
presentare un supplemento del piano di liquidazione. Prima
della approvazione del programma, il curatore puo'
procedere alla liquidazione di beni, previa autorizzazione
del giudice delegato e sentito il comitato dei creditori se
gia' nominato, solo quando dal ritardo puo' derivare
pregiudizio all'interesse dei creditori.
7. Il programma e' trasmesso al giudice delegato che
ne autorizza la sottoposizione al comitato dei creditori
per l'approvazione. Il giudice delegato autorizza i singoli
atti liquidatori in quanto conformi al programma approvato.
8. Il mancato rispetto dei termini di cui al comma 5
senza giustificato motivo e' causa di revoca del curatore.
9. Se il curatore ha rispettato i termini di cui al
comma 5, nel calcolo dei termini di cui alla legge 24 marzo
2001, n. 89, non si tiene conto del tempo necessario per il
completamento della liquidazione.».
 
Art. 30
Modifiche alla Parte Prima, Titolo V, Capo IV, sezione II, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 216 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, come sostituito dall'articolo 25, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147:
1) al primo periodo, dopo le parole «anche avvalendosi di soggetti specializzati,» sono inserite le seguenti: «sulla base delle stime effettuate ai sensi del comma 1, assicurando, con adeguate forme di pubblicita', la massima informazione e partecipazione degli interessati» e le parole «con le modalita' stabilite con ordinanza dal giudice delegato» sono soppresse;
2) dopo il primo periodo e' inserito il seguente: «Il curatore informa il giudice delegato dell'andamento delle attivita' di liquidazione nelle relazioni di cui all'articolo 130, comma 9.»;
b) il comma 3 e' sostituito dal seguente: «3. Il curatore puo' proporre nel programma di liquidazione che le vendite dei beni mobili, immobili e mobili registrati vengano effettuate dal giudice delegato secondo le disposizioni del codice di procedura civile in quanto compatibili.»;
c) il comma 5 e' sostituito dal seguente: «5. Il curatore effettua la pubblicita', sul portale delle vendite pubbliche, dell'avviso contenente tutti i dati che possono interessare il pubblico o della ordinanza di vendita e di ogni altro atto o documento ritenuto utile e puo' ricorrere anche a ulteriori forme di pubblicita' idonee ad assicurare la massima informazione e partecipazione degli interessati, da effettuarsi almeno trenta giorni prima della vendita. Il termine puo' essere ridotto, previa autorizzazione del giudice delegato, esclusivamente nei casi di assoluta urgenza.»;
d) al comma 7 sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al primo periodo, dopo le parole «L'offerta non e' efficace se perviene oltre il termine stabilito» sono inserite le seguenti: «nell'avviso di cui al comma 5 o»;
2) al secondo periodo, dopo le parole «Le offerte di acquisto sono efficaci anche se inferiori di non oltre un quarto al prezzo stabilito» sono inserite le seguenti: «nell'avviso di cui al comma 5 o»;
e) al comma 9, come modificato dall'articolo 25, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «della documentazione relativa alla vendita»;
f) dopo il comma 11 e' aggiunto il seguente: «12. Con regolamento del Ministro della giustizia, da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabiliti requisiti di onorabilita' e professionalita' dei soggetti specializzati dei quali il curatore puo' avvalersi ai sensi del comma 2.».

Note all'art. 30:
- Si riporta il testo dell'articolo 216 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 216 (Modalita' della liquidazione). - 1. I beni
acquisiti all'attivo della procedura sono stimati da
esperti nominati dal curatore ai sensi dell'articolo 129,
comma 2. La relazione di stima deve essere depositata con
modalita' telematiche nel rispetto della normativa anche
regolamentare concernente la sottoscrizione, la
trasmissione e la ricezione dei documenti informatici,
nonche' delle apposite specifiche tecniche del responsabile
per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della
giustizia. I modelli informatici delle relazioni di stima
sono pubblicati sul portale delle vendite pubbliche e,
quando la stima riguarda un bene immobile, deve contenere
le informazioni previste dall'articolo 173-bis delle
disposizioni per l'attuazione del codice di procedura
civile. L'inosservanza della disposizione di cui al secondo
periodo costituisce motivo di revoca dell'incarico. La
stima puo' essere omessa per i beni di modesto valore. Il
compenso dell'esperto e' liquidato a norma dell'articolo
161, terzo comma, delle disposizioni per l'attuazione del
codice di procedura civile.
2. Le vendite e gli altri atti di liquidazione posti
in essere in esecuzione del programma di liquidazione sono
effettuati dal curatore o dal delegato alle vendite tramite
procedure competitive, anche avvalendosi di soggetti
specializzati, sulla base delle stime effettuate ai sensi
del comma 1, assicurando, con adeguate forme di
pubblicita', la massima informazione e partecipazione degli
interessati. Il curatore informa il giudice delegato
dell'andamento delle attivita' di liquidazione nelle
relazioni di cui all'articolo 130, comma 9. Per i beni
immobili il curatore pone in essere almeno tre esperimenti
di vendita all'anno. Dopo il terzo esperimento andato
deserto il prezzo puo' essere ribassato fino al limite
della meta' rispetto a quello dell'ultimo esperimento.
Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 147, comma 2, il
giudice delegato ordina la liberazione dei beni immobili
occupati dal debitore o da terzi in forza di titolo non
opponibile al curatore. Il provvedimento e' attuato dal
curatore secondo le disposizioni del giudice delegato,
senza l'osservanza di formalita' diverse da quelle
stabilite dal giudice, anche successivamente alla pronuncia
del decreto di trasferimento nell'interesse
dell'aggiudicatario se questi non lo esenta. Per
l'attuazione dell'ordine di liberazione il giudice delegato
puo' avvalersi della forza pubblica e nominare ausiliari ai
sensi dell'articolo 68 del codice di procedura civile.
Quando nell'immobile si trovano beni mobili che non devono
essere consegnati ovvero documenti inerenti lo svolgimento
di attivita' imprenditoriale o professionale, il curatore
intima di asportarli alla parte tenuta al rilascio ovvero
al soggetto al quale gli stessi risultano appartenere,
assegnandogli il relativo termine, non inferiore a trenta
giorni, salvi i casi di urgenza. Dell'intimazione si da'
atto a verbale ovvero, se il soggetto intimato non e'
presente, mediante atto notificato dal curatore. Se
l'asporto non e' eseguito entro il termine assegnato, i
beni o i documenti sono considerati abbandonati e il
curatore, salvo diversa disposizione del giudice delegato,
ne dispone lo smaltimento o la distruzione. Per i beni
immobili e gli altri beni iscritti nei pubblici registri,
prima del completamento delle operazioni di vendita, e'
data notizia mediante notificazione da parte del curatore,
a ciascuno dei creditori ipotecari o i cui crediti siano
assistiti da privilegio sul bene.»;
3. Il curatore puo' proporre nel programma di
liquidazione che le vendite dei beni mobili, immobili e
mobili registrati vengano effettuate dal giudice delegato
secondo le disposizioni del codice di procedura civile in
quanto compatibili.
4. Le vendite di cui ai commi 2 e 3 sono effettuate
con modalita' telematiche tramite il portale delle vendite
pubbliche, salvo che tali modalita' siano pregiudizievoli
per gli interessi dei creditori o per il sollecito
svolgimento della procedura.
5. Il curatore effettua la pubblicita', sul portale
delle vendite pubbliche, dell'avviso contenente tutti i
dati che possono interessare il pubblico o della ordinanza
di vendita e di ogni altro atto o documento ritenuto utile
e puo' ricorrere anche a ulteriori forme di pubblicita'
idonee ad assicurare la massima informazione e
partecipazione degli interessati, da effettuarsi almeno
trenta giorni prima della vendita. Il termine puo' essere
ridotto, previa autorizzazione del giudice delegato,
esclusivamente nei casi di assoluta urgenza.
6. Gli interessati a presentare l'offerta di acquisto
formulano tramite il portale delle vendite pubbliche la
richiesta di esaminare i beni in vendita. Essi hanno
diritto di esaminare i beni in vendita entro quindici
giorni dalla richiesta o nel diverso termine stabilito dal
giudice delegato. La richiesta non puo' essere resa nota a
persona diversa dal curatore o dal delegato alla vendita.
L'esame dei beni si svolge con modalita' idonee a garantire
la riservatezza dell'identita' degli interessati e ad
impedire che essi abbiano contatti tra loro.
7. L'offerta non e' efficace se perviene oltre il
termine stabilito nell'avviso di cui al comma 5 o
nell'ordinanza di vendita o se l'offerente non presta
cauzione nella misura indicata. Le offerte di acquisto sono
efficaci anche se inferiori di non oltre un quarto al
prezzo stabilito nell'avviso di cui al comma 5 o
nell'ordinanza di vendita e sono presentate tramite il
portale delle vendite pubbliche.
8. Le vendite e gli atti di liquidazione possono
prevedere che il versamento del prezzo abbia luogo
ratealmente; si applicano, in quanto compatibili, le
disposizioni di cui agli articoli 569, terzo comma, terzo
periodo, 574, primo comma, secondo periodo, 585 e 587,
primo comma, secondo periodo, del codice di procedura
civile.
9. Il curatore informa il giudice delegato e il
comitato dei creditori dell'esito della procedura di
vendita o liquidazione di ciascun bene entro cinque giorni
dalla sua conclusione mediante deposito nel fascicolo
informatico della documentazione relativa alla vendita.
10. Se alla data di apertura della liquidazione sono
pendenti procedure esecutive, il curatore puo' subentrarvi;
in tale caso si applicano le disposizioni del codice di
procedura civile; altrimenti, su istanza del curatore, il
giudice dell'esecuzione dichiara l'improcedibilita'
dell'esecuzione, fermi restando gli effetti conservativi
sostanziali del pignoramento in favore dei creditori.
11. I dati delle relazioni di stima di cui al comma 1
sono estratti ed elaborati, a cura del Ministero della
giustizia, anche nell'ambito di rilevazioni statistiche
nazionali e pubblicati sul portale delle vendite pubbliche.
12. Con regolamento del Ministro della giustizia, da
adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23
agosto 1988, n. 400, entro il termine di sei mesi dalla
data di entrata in vigore del presente decreto, sono
stabiliti requisiti di onorabilita' e professionalita' dei
soggetti specializzati dei quali il curatore puo' avvalersi
ai sensi del comma 2.».
 
Art. 31
Modifiche alla Parte Prima, Titolo V, Capo VI, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 235, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, dopo il primo periodo e' aggiunto il seguente: «Unitamente all'istanza di cui al primo periodo il curatore deposita un rapporto riepilogativo finale redatto in conformita' a quanto previsto dall'articolo 130, comma 9.».

Note all'art. 31:

- Si riporta il testo dell'articolo 235 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 235 (Decreto di chiusura). - 1. La chiusura
della procedura di liquidazione giudiziale e' dichiarata
con decreto motivato del tribunale su istanza del curatore
o del debitore ovvero di ufficio, pubblicato nelle forme
prescritte dall'articolo 45. Unitamente all'istanza di cui
al primo periodo il curatore deposita un rapporto
riepilogativo finale redatto in conformita' a quanto
previsto dall'articolo 130, comma 9.
2. Quando la chiusura della procedura e' dichiarata
ai sensi dell'articolo 233, comma 1, lettera d), prima
dell'approvazione del programma di liquidazione, il
tribunale decide sentiti il curatore, il comitato dei
creditori e il debitore.
3. Contro il decreto che dichiara la chiusura o ne
respinge la richiesta e' ammesso reclamo a norma
dell'articolo 124. Contro il decreto della corte di
appello, il ricorso per cassazione e' proposto nel termine
perentorio di trenta giorni, decorrente dalla notificazione
o comunicazione del provvedimento per il curatore, per il
debitore, per il comitato dei creditori e per chi ha
proposto il reclamo o e' intervenuto nel procedimento; dal
compimento della pubblicita' di cui all'articolo 45 per
ogni altro interessato.
4. Il decreto di chiusura acquista efficacia quando
e' decorso il termine per il reclamo, senza che questo sia
stato proposto, ovvero quando il reclamo e' definitivamente
rigettato.
5. Con i decreti emessi ai sensi dei commi 1 e 3,
sono impartite le disposizioni esecutive volte ad attuare
gli effetti della decisione. Allo stesso modo si provvede a
seguito del passaggio in giudicato della sentenza di revoca
della procedura di liquidazione giudiziale o della
definitivita' del decreto di omologazione del concordato
proposto nel corso della procedura stessa.».
 
Art. 32
Modifiche alla Parte Prima, Titolo V, Capo VIII, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 255, comma 1, alinea, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «, anche separatamente» sono soppresse.

Note all'art. 32:
- Si riporta il testo dell'articolo 255 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 255 (Azioni di responsabilita'). - 1. Il
curatore, autorizzato ai sensi dell'articolo 128, comma 2,
puo' promuovere o proseguire:
a) l'azione sociale di responsabilita';
b) l'azione dei creditori sociali prevista
dall'articolo 2394 e dall'articolo 2476, sesto comma, del
codice civile;
c) l'azione prevista dall'articolo 2476, ottavo
comma, del codice civile;
d) l'azione prevista dall'articolo 2497, quarto
comma, del codice civile;
e) tutte le altre azioni di responsabilita' che gli
sono attribuite da singole disposizioni di legge.».
 
Art. 33
Modifiche alla Parte Prima, Titolo V, Capo IX, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 268, comma 2, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dall'articolo 29, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al primo periodo le parole «e, se l'insolvenza riguarda un imprenditore, dal pubblico ministero» sono soppresse;
b) al secondo periodo, la parola «ventimila» e' sostituita dalla seguente: «cinquantamila».

Note all'art. 33:
- Si riporta il testo dell'articolo 268 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 268 (Liquidazione controllata). - 1. Il
debitore in stato di sovraindebitamento puo' domandare con
ricorso al tribunale competente ai sensi dell'articolo 27,
comma 2, l'apertura di una procedura di liquidazione
controllata dei suoi beni.
2. Quando il debitore e' in stato di insolvenza, la
domanda puo' essere presentata da un creditore anche in
pendenza di procedure esecutive individuali. Nei casi di
cui al primo periodo non si fa luogo all'apertura della
liquidazione controllata se l'ammontare dei debiti scaduti
e non pagati risultanti dagli atti dell'istruttoria e'
inferiore a euro cinquantamila. Tale importo e'
periodicamente aggiornato con le modalita' di cui
all'articolo 2, comma 1, lettera d).
3. Quando la domanda e' proposta da un creditore nei
confronti di un debitore persona fisica non si fa luogo
all'apertura della liquidazione controllata se l'OCC, su
richiesta del debitore, attesta che non e' possibile
acquisire attivo da distribuire ai creditori neppure
mediante l'esercizio di azioni giudiziarie.
All'attestazione sono allegati i documenti di cui
all'articolo 283, comma 3.
4. Non sono compresi nella liquidazione:
a) i crediti impignorabili ai sensi dell'articolo
545 del codice di procedura civile;
b) i crediti aventi carattere alimentare e di
mantenimento, gli stipendi, le pensioni, i salari e cio'
che il debitore guadagna con la sua attivita' nei limiti,
indicati dal giudice, di quanto occorre al mantenimento suo
e della sua famiglia;
c) i frutti derivanti dall'usufrutto legale sui
beni dei figli, i beni costituiti in fondo patrimoniale e i
frutti di essi, salvo quanto disposto dall'articolo 170 del
codice civile;
d) le cose che non possono essere pignorate per
disposizione di legge.
5. Il deposito della domanda sospende, ai soli
effetti del concorso, il corso degli interessi
convenzionali o legali fino alla chiusura della
liquidazione, a meno che i crediti non siano garantiti da
ipoteca, pegno o privilegio e salvo quanto previsto dagli
articoli 2749, 2788 e 2855, secondo e terzo comma, del
codice civile.».
 
Art. 34
Modifiche alla Parte Prima, Titolo V, Capo X, Sezione I, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 278, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dall'articolo 30, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, al comma 1 e' aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Con l'esdebitazione vengono meno le cause di ineleggibilita' e di decadenza collegate all'apertura della liquidazione giudiziale.».
2. All'articolo 279 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, il comma 2 e' abrogato.

Note all'art. 34:

- Si riporta il testo degli articoli 278 e 279 del
citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come
modificato dal presente decreto:
«Art. 278 (Oggetto e ambito di applicazione). - 1.
L'esdebitazione consiste nella liberazione dai debiti e
comporta la inesigibilita' dal debitore dei crediti rimasti
insoddisfatti nell'ambito di una procedura di liquidazione
giudiziale o di liquidazione controllata. Con
l'esdebitazione vengono meno le cause di ineleggibilita' e
di decadenza collegate all'apertura della liquidazione
giudiziale.
2. Nei confronti dei creditori per fatto o causa
anteriori che non hanno partecipato al concorso
l'esdebitazione opera per la sola parte eccedente la
percentuale attribuita nel concorso ai creditori di pari
grado.
3. Possono accedere all'esdebitazione, secondo le
norme del presente capo, tutti i debitori di cui
all'articolo 1, comma 1.
4. Se il debitore e' una societa' o altro ente, le
condizioni stabilite nell'articolo 280 devono sussistere
nei confronti dei soci illimitatamente responsabili e dei
legali rappresentanti.
5. L'esdebitazione della societa' ha efficacia nei
confronti dei soci illimitatamente responsabili.
6. Sono salvi i diritti vantati dai creditori nei
confronti dei coobbligati e dei fideiussori del debitore,
nonche' degli obbligati in via di regresso.
7. Restano esclusi dall'esdebitazione:
a) gli obblighi di mantenimento e alimentari;
b) i debiti per il risarcimento dei danni da fatto
illecito extracontrattuale, nonche' le sanzioni penali e
amministrative di carattere pecuniario che non siano
accessorie a debiti estinti.»
«Art. 279 (Condizioni temporali di accesso). - 1.
Salvo il disposto dell'articolo 280, il debitore ha diritto
a conseguire l'esdebitazione decorsi tre anni dall'apertura
della procedura di liquidazione o al momento della chiusura
della procedura, se antecedente.
2. Abrogato.
 
Art. 35
Modifiche alla Parte Prima, Titolo VI, Capo I, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 285 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «tenuto conto dei vantaggi compensativi derivanti alle singole imprese, fermo quanto previsto dagli articoli 47 e 112»;
b) al comma 3, come modificato dall'articolo 32, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, al primo periodo, le parole «Gli effetti pregiudizievoli» sono sostituite dalle seguenti: «Se non ricorre l'ipotesi prevista dal comma 1, secondo periodo, gli effetti pregiudizievoli»;
c) al comma 4, come modificato dall'articolo 32, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147, le parole «Il tribunale» sono sostituite dalle seguenti: «In caso di opposizione proposta ai sensi del comma 3, il tribunale» e dopo le parole «dei piani collegati» sono inserite le seguenti: «e tenuto conto dei vantaggi compensativi derivanti alle singole imprese del gruppo»;
d) dopo il comma 4, e' inserito il seguente: «4-bis. Nell'ipotesi di cui al comma 1, secondo periodo, il tribunale omologa il concordato secondo quanto previsto dall'articolo 112, commi 2, 3 e 4.».

Note all'art. 35:
- Si riporta il testo dell'articolo 285 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 285 (Contenuto del piano o dei piani di gruppo
e azioni a tutela dei creditori e dei soci). - 1. Il piano
o i piani concordatari di gruppo possono prevedere la
liquidazione di alcune imprese e la continuazione
dell'attivita' di altre imprese del gruppo. Si applica
tuttavia la sola disciplina del concordato in continuita'
quando, confrontando i flussi complessivi derivanti dalla
continuazione dell'attivita' con i flussi complessivi
derivanti dalla liquidazione, risulta che i creditori delle
imprese del gruppo sono soddisfatti in misura prevalente
dal ricavato prodotto dalla continuita' aziendale diretta o
indiretta.
2. Il piano o i piani concordatari possono altresi'
prevedere operazioni contrattuali e riorganizzative,
inclusi i trasferimenti di risorse infragruppo, purche' un
professionista indipendente attesti che dette operazioni
sono necessarie ai fini della continuita' aziendale per le
imprese per le quali essa e' prevista nel piano e coerenti
con l'obiettivo del miglior soddisfacimento dei creditori
di tutte le imprese del gruppo tenuto conto dei vantaggi
compensativi derivanti alle singole imprese, fermo quanto
previsto dagli articoli 47 e 112.
3. Se non ricorre l'ipotesi prevista dal comma 1,
secondo periodo, gli effetti pregiudizievoli delle
operazioni di cui ai commi 1 e 2 possono essere contestati
dai creditori dissenzienti appartenenti a una classe
dissenziente o, nel caso di mancata formazione delle
classi, dai creditori dissenzienti che rappresentano almeno
il venti per cento dei crediti ammessi al voto con riguardo
ad una singola impresa, attraverso l'opposizione
all'omologazione del concordato di gruppo. I creditori non
aderenti possono proporre opposizione all'omologazione
degli accordi di ristrutturazione.
4. In caso di opposizione proposta ai sensi del comma
3, il tribunale omologa il concordato o gli accordi di
ristrutturazione qualora ritenga, sulla base di una
valutazione complessiva del piano o dei piani collegati e
tenuto conto dei vantaggi compensativi derivanti alle
singole imprese del gruppo, che i creditori possano essere
soddisfatti in misura non inferiore a quanto ricaverebbero
dalla liquidazione giudiziale della singola impresa.
4-bis. Nell'ipotesi di cui al comma 1, secondo
periodo, il tribunale omologa il concordato secondo quanto
previsto dall'articolo 112, commi 2, 3 e 4.
5. I soci possono far valere il pregiudizio arrecato
alla redditivita' e al valore della partecipazione sociale
dalle operazioni di cui ai commi 1 e 2, esclusivamente
attraverso l'opposizione all'omologazione del concordato di
gruppo. Il tribunale omologa il concordato se esclude la
sussistenza del predetto pregiudizio in considerazione dei
vantaggi compensativi derivanti alle singole imprese dal
piano di gruppo.».
 
Art. 36
Modifiche alla Parte Prima, Titolo VI, Capo III, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Alla parte prima, titolo VI del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la rubrica del capo III e' sostituita dalla seguente: «Strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e procedure di insolvenza di imprese appartenenti ad un gruppo».
2. All'articolo 289, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «La domanda di accesso a procedure di regolazione della crisi o dell'insolvenza» sono sostituite dalle seguenti: «La domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza».

Note all'art. 36:
- Si riporta il testo dell'articolo 289 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 289 (Domanda di accesso e obblighi di
informazione e collaborazione). - 1. La domanda di accesso
a uno strumento di regolazione della crisi e
dell'insolvenza o a una procedura di insolvenza presentata
da un'impresa appartenente ad un gruppo deve contenere
informazioni analitiche sulla struttura del gruppo e sui
vincoli partecipativi o contrattuali esistenti tra le
societa' e imprese e indicare il registro delle imprese o i
registri delle imprese in cui e' stata effettuata la
pubblicita' ai sensi dell'articolo 2497-bis del codice
civile. L'impresa deve, inoltre, depositare il bilancio
consolidato di gruppo, ove redatto. In ogni caso il
tribunale ovvero, successivamente, il curatore o il
commissario giudiziale possono, al fine di accertare
l'esistenza di collegamenti di gruppo, richiedere alla
CONSOB o a qualsiasi altra pubblica autorita' e alle
societa' fiduciarie le generalita' degli effettivi titolari
di diritti sulle azioni o sulle quote ad esse intestate. Le
informazioni sono fornite entro quindici giorni dalla
richiesta.».
 
Art. 37
Modifiche alla Parte Prima, Titolo VII, Capo II, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 301, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, dopo il primo periodo e' inserito il seguente: «Si applicano gli articoli 356 e 358.».
2. All'articolo 302, comma 3, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «articoli 129, 134 e 136, comma 1,» sono sostituite dalle seguenti: «articoli 129, 134, 135 e 136, comma 1,».
3. All'articolo 306, comma 2, primo periodo, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «indicatori della crisi» sono sostituite dalle seguenti: «segnali di cui all'articolo 3».

Note all'art. 37:
- Si riporta il testo degli articoli 301, 302 e 306 del
citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come
modificato dal presente decreto:
«Art. 301 (Organi della liquidazione coatta
amministrativa). - 1. Con il provvedimento che ordina la
liquidazione o con altro successivo viene nominato un
commissario liquidatore. E' altresi' nominato un comitato
di sorveglianza di tre membri o cinque membri, scelti fra
persone particolarmente esperte nel ramo di attivita'
esercitato dall'impresa, possibilmente fra i creditori. Si
applicano gli articoli 356 e 358.
2. Qualora l'importanza dell'impresa lo consigli,
possono essere nominati tre commissari liquidatori. In tal
caso essi deliberano a maggioranza, e la rappresentanza e'
esercitata congiuntamente da due di essi. Nella
liquidazione delle cooperative la nomina del comitato di
sorveglianza e' facoltativa.»
«Art. 302 (Responsabilita' del commissario
liquidatore). - 1. Il commissario liquidatore e', per
quanto attiene all'esercizio delle sue funzioni, pubblico
ufficiale.
2. Durante la liquidazione l'azione di
responsabilita' contro il commissario liquidatore revocato
e' proposta dal nuovo liquidatore con l'autorizzazione
dell'autorita' che vigila sulla liquidazione.
3. Si applicano al commissario liquidatore le
disposizioni degli articoli 129, 134, 135 e 136, comma 1,
intendendosi sostituiti nei poteri del tribunale e del
giudice delegato quelli dell'autorita' che vigila sulla
liquidazione.»
«Art. 306 (Relazione del commissario). - 1.
L'imprenditore o, se l'impresa e' una societa' o una
persona giuridica, gli amministratori devono rendere al
commissario liquidatore il conto della gestione relativo al
tempo posteriore all'ultimo bilancio.
2. Il commissario e' dispensato dal formare il
bilancio annuale, ma deve presentare alla fine di ogni
semestre all'autorita' che vigila sulla liquidazione una
relazione sulla situazione patrimoniale dell'impresa e
sull'andamento della gestione, precisando la sussistenza di
eventuali segnali di cui all'articolo 3, accompagnata da un
rapporto del comitato di sorveglianza. Nello stesso
termine, copia della relazione e' trasmessa al comitato di
sorveglianza, unitamente agli estratti conto dei depositi
postali o bancari relativi al periodo. Il comitato di
sorveglianza o ciascuno dei suoi componenti possono
formulare osservazioni scritte. Altra copia della relazione
e' trasmessa, assieme alle eventuali osservazioni, per via
telematica all'ufficio del registro delle imprese ed e'
trasmessa a mezzo di posta elettronica certificata ai
creditori e ai titolari di diritti sui beni.».
 
Art. 38
Modifiche alla Parte Prima, Titolo VII, Capo III, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 316 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) la lettera a) e' sostituita dalla seguente: «a) ricevere dagli organi interni di controllo dei soggetti vigilati e dai soggetti incaricati della revisione e dell'ispezione la comunicazione dei segnali di cui all'articolo 3;»;
b) la lettera b) e' abrogata.

Note all'art. 38:
- Si riporta il testo dell'articolo 316 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 316 (Funzioni delle autorita' amministrative di
vigilanza). - 1. Oltre a quanto previsto nei precedenti
articoli, le autorita' amministrative di vigilanza sono
altresi' competenti a:
a) ricevere dagli organi interni di controllo dei
soggetti vigilati e dai soggetti incaricati della revisione
e dell'ispezione la comunicazione dei segnali di cui
all'articolo 3;
b) Abrogata;
c) proporre domanda di accertamento dello stato di
insolvenza con apertura della liquidazione coatta
amministrativa.».
 
Art. 39
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IX, Capo III, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 341, comma 3 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «dell'art. 48, comma 5» sono sostituite dalle seguenti: «dell'articolo 63, comma 2-bis».
2. All'articolo 342, comma 1 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «87, commi 2 e 3» sono sostituite dalle seguenti: «87, comma 3».

Note all'art. 39:
- Si riporta il testo degli articoli 341 e 342 del
citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come
modificato dal presente decreto:
«Art. 341 (Concordato preventivo e accordo di
ristrutturazione con intermediari finanziari e convenzione
di moratoria). - 1. E' punito con la reclusione da uno a
cinque anni l'imprenditore, che, al solo scopo di ottenere
l'apertura della procedura di concordato preventivo o di
ottenere l'omologazione di un accordo di ristrutturazione o
il consenso alla sottoscrizione della convenzione di
moratoria, si sia attribuito attivita' inesistenti, ovvero,
per influire sulla formazione delle maggioranze, abbia
simulato crediti in tutto o in parte inesistenti.
2. Nel caso di concordato preventivo si applicano:
a) le disposizioni degli articoli 329 e 330 agli
amministratori, direttori generali, sindaci e liquidatori
di societa';
b) la disposizione dell'articolo 333 agli institori
dell'imprenditore;
c) le disposizioni degli articoli 334 e 335 al
commissario del concordato preventivo;
d) le disposizioni degli articoli 338 e 339 ai
creditori.
3. Nel caso di accordi di ristrutturazione ad
efficacia estesa o di convenzione di moratoria, nonche' nel
caso di omologa di accordi di ristrutturazione ai sensi
dell'articolo 63, comma 2-bis, si applicano le disposizioni
previste al comma 2, lettere a), b) e d).»
«Art. 342 (Falso in attestazioni e relazioni). - 1.
Il professionista che nelle relazioni o attestazioni di cui
agli articoli 56 comma 4, 57, comma 4, 58 commi 1 e 2, 62,
comma 2, lettera d), 87, comma 3, 88, commi 1 e 2, 90,
comma 5, 100, commi 1 e 2, espone informazioni false ovvero
omette di riferire informazioni rilevanti in ordine alla
veridicita' dei dati contenuti nel piano o nei documenti ad
esso allegati, e' punito con la reclusione da due a cinque
anni e con la multa da 50.000 a 100.000 euro.
2. Se il fatto e' commesso al fine di conseguire un
ingiusto profitto per se' o per altri, la pena e'
aumentata.
3. Se dal fatto consegue un danno per i creditori la
pena e' aumentata fino alla meta'.».
 
Art. 40
Modifiche alla Parte Prima, Titolo IX, Capo IV, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. Alla parte prima, titolo IX, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la rubrica del capo IV e' sostituita dalla seguente: «Reati commessi nelle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento».
2. L'articolo 345 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' abrogato.
 
Art. 41
Modifiche alla Parte Prima, Titolo X, Capo I, del decreto legislativo
12 gennaio 2019, n. 14

1. Alla parte prima, titolo X del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la rubrica del capo I e' sostituita dalla seguente: «Disposizioni generali».
2. Gli articoli 351 e 352 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono abrogati.
3. All'articolo 353, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) le parole «un anno» sono sostituite dalle seguenti: «sei mesi»;
b) le parole «delle misure di allerta, delle procedure di composizione assistita della crisi di impresa di cui al» sono sostituite dalle seguenti: «delle misure e degli strumenti previsti dal»;
c) dopo le parole «titolo II» sono aggiunte le seguenti: «e degli strumenti di regolazione della crisi d'impresa».
4. L'articolo 354 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, e' abrogato.

Note all'art. 41:
- Si riporta il testo dell'articolo 353 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 353 (Istituzione di un osservatorio
permanente). - 1. Il Ministro della giustizia, con decreto
adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle
finanze e con il Ministro per lo sviluppo economico entro
sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente
decreto, istituisce, anche ai fini di cui all'articolo 355,
un osservatorio permanente sull'efficienza delle misure e
degli strumenti previsti dal titolo II e degli strumenti di
regolazione della crisi d'impresa.
2. Ai componenti dell'osservatorio non sono
corrisposti compensi e gettoni di presenza, rimborsi spese
ed altri emolumenti comunque denominati.».
 
Art. 42
Modifiche alla Parte Prima, Titolo X, Capo II, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 356, comma 2, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, al terzo periodo le parole «, ovvero, ai fini della nomina quali componenti dell'OCRI, i soggetti di cui all'articolo 352» sono soppresse.
2. All'articolo 358, comma 3, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) alla lettera a), le parole «di cui all'articolo 16-bis, commi 9-quater, 9-quinquies e 9-septies, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2012, n. 228» sono soppresse;
b) dopo la lettera d), e' aggiunta la seguente: «e) in caso di procedura che presenta elementi transfrontalieri, delle correlate esperienze e competenze acquisite e, in particolare, della capacita' di rispettare gli obblighi di cui al regolamento (UE) 2015/848, di comunicare e cooperare con i professionisti che gestiscono le procedure di insolvenza e con le autorita' giudiziarie o amministrative di un altro Stato membro, nonche' delle risorse umane e amministrative necessarie per far fronte a casi potenzialmente complessi.».

Note all'art. 42:
- Si riporta il testo degli articoli 356 e 358 del
citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come
modificato dal presente decreto:
«Art. 356 (Albo dei soggetti incaricati
dall'autorita' giudiziaria delle funzioni di gestione e di
controllo nelle procedure di cui al codice della crisi e
dell'insolvenza). - 1. E' istituito presso il Ministero
della giustizia un albo dei soggetti, costituiti anche in
forma associata o societaria, destinati a svolgere, su
incarico del tribunale, le funzioni di curatore,
commissario giudiziale o liquidatore, nelle procedure
previste nel codice della crisi e dell'insolvenza. E'
assicurato il collegamento dati con le informazioni
contenute nel registro di cui all'articolo 125, comma 4. Il
Ministero della giustizia esercita la vigilanza
sull'attivita' degli iscritti all'albo.
2. Possono ottenere l'iscrizione i soggetti che, in
possesso dei requisiti di cui all'articolo 358, comma 1,
dimostrano di aver assolto gli obblighi di formazione di
cui all'articolo 4, comma 5, lettere b), c) e d), del
decreto del Ministro della giustizia 24 settembre 2014, n.
202, e successive modificazioni. Per i professionisti
iscritti agli ordini professionali degli avvocati, dei
dottori commercialisti e degli esperti contabili, dei
consulenti del lavoro la durata dei corsi di cui al
predetto articolo 4, comma 5, lettera b), e' di quaranta
ore. Ai fini del primo popolamento dell'albo, possono
ottenere l'iscrizione anche i soggetti in possesso dei
requisiti di cui all'articolo 358, comma 1, che documentano
di essere stati nominati, alla data di entrata in vigore
del presente articolo, in almeno due procedure negli ultimi
quattro anni, curatori fallimentari, commissari o
liquidatori giudiziali. Costituisce condizione per il
mantenimento dell'iscrizione l'acquisizione di uno
specifico aggiornamento biennale, ai sensi del predetto
decreto. La Scuola superiore della magistratura elabora le
linee guida generali per la definizione dei programmi dei
corsi di formazione e di aggiornamento. I requisiti di cui
all'articolo 358, comma 1, lettera b), devono essere in
possesso della persona fisica responsabile della procedura,
nonche' del legale rappresentante della societa' tra
professionisti o di tutti i componenti dello studio
professionale associato.
3. Costituisce requisito per l'iscrizione all'albo il
possesso dei seguenti requisiti di onorabilita':
a) non versare in una delle condizioni di
ineleggibilita' o decadenza previste dall'articolo 2382 del
codice civile;
b) non essere stati sottoposti a misure di
prevenzione disposte dall'autorita' giudiziaria ai sensi
del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159;
c) non essere stati condannati con sentenza passata
in giudicato, salvi gli effetti della riabilitazione:
1) a pena detentiva per uno dei reati previsti
dalle norme che disciplinano l'attivita' bancaria,
finanziaria, mobiliare, assicurativa e dalle norme in
materia di mercati e valori mobiliari, di strumenti di
pagamento;
2) alla reclusione per uno dei delitti previsti
nel titolo XI del libro V del codice civile o nel presente
codice;
3) alla reclusione per un tempo non inferiore a
un anno per un delitto contro la pubblica amministrazione,
contro la fede pubblica, contro il patrimonio, contro
l'ordine pubblico, contro l'economia pubblica ovvero per un
delitto in materia tributaria;
4) alla reclusione per un tempo superiore a due
anni per un qualunque delitto non colposo;
d) non avere riportato negli ultimi cinque anni una
sanzione disciplinare piu' grave di quella minima prevista
dai singoli ordinamenti professionali.»
«Art. 358 (Requisiti per la nomina agli incarichi
nelle procedure). - 1. Possono essere chiamati a svolgere
le funzioni di curatore, commissario giudiziale e
liquidatore, nelle procedure di cui al codice della crisi e
dell'insolvenza:
a) gli iscritti agli albi degli avvocati, dei
dottori commercialisti e degli esperti contabili e dei
consulenti del lavoro;
b) gli studi professionali associati o societa' tra
professionisti, sempre che i soci delle stesse siano in
possesso dei requisiti professionali di cui alla lettera
a), e, in tal caso, all'atto dell'accettazione
dell'incarico, deve essere designata la persona fisica
responsabile della procedura;
c) coloro che abbiano svolto funzioni di
amministrazione, direzione e controllo in societa' di
capitali o societa' cooperative, dando prova di adeguate
capacita' imprenditoriali e purche' non sia intervenuta nei
loro confronti dichiarazione di apertura della procedura di
liquidazione giudiziale.
2. Non possono essere nominati curatore, commissario
giudiziale o liquidatore, il coniuge, la parte di un'unione
civile tra persone dello stesso sesso, il convivente di
fatto, i parenti e gli affini entro il quarto grado del
debitore, i creditori di questo e chi ha concorso al
dissesto dell'impresa, nonche' chiunque si trovi in
conflitto di interessi con la procedura.
3. Il curatore, il commissario giudiziale e il
liquidatore sono nominati dall'autorita' giudiziaria tenuto
conto:
a) delle risultanze dei rapporti riepilogativi;
b) degli incarichi in corso, in relazione alla
necessita' di assicurare l'espletamento diretto, personale,
efficiente e tempestivo delle funzioni;
c) delle esigenze di trasparenza e di rotazione
nell'assegnazione degli incarichi, anche tenuto conto del
numero delle procedure aperte nell'anno precedente,
valutata la esperienza richiesta dalla natura e
dall'oggetto dello specifico incarico;
d) con riferimento agli iscritti agli albi dei
consulenti del lavoro, dell'esistenza di rapporti di lavoro
subordinato in atto al momento dell'apertura della
liquidazione giudiziale, del deposito del decreto di
ammissione al concordato preventivo o al momento della sua
omologazione;
e) in caso di procedura che presenta elementi
transfrontalieri, delle correlate esperienze e competenze
acquisite e, in particolare, della capacita' di rispettare
gli obblighi di cui al regolamento (UE) 2015/848, di
comunicare e cooperare con i professionisti che gestiscono
le procedure di insolvenza e con le autorita' giudiziarie o
amministrative di un altro Stato membro, nonche' delle
risorse umane e amministrative necessarie per far fronte a
casi potenzialmente complessi.».
 
Art. 43
Modifiche alla Parte Prima, Titolo X, Capo III, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 359, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «articolo 40, comma 6» sono sostituite dalle seguenti: «articolo 40, comma 7».
2. All'articolo 361, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «articolo 40, comma 5» sono sostituite dalle seguenti: «articolo 40, comma 6» e le parole «articolo 40, comma 7» sono sostituite dalle seguenti: «articolo 40, comma 8».

Note all'art. 43:
- Si riporta il testo degli articoli 359, comma 1, e
361 del citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14,
come modificato dal presente decreto:
«Art. 359 (Area web riservata). - 1. L'area web
riservata di cui all'articolo 40, comma 7, e' realizzata
dal Ministero dello sviluppo economico, sentita l'Agenzia
per l'Italia digitale, avvalendosi delle strutture
informatiche di cui all'articolo 6-bis, comma 4, del
decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice
dell'amministrazione digitale).
2. (Omissis).»
«Art. 361 (Norma transitoria sul deposito telematico
delle notifiche). - 1. Quando la notificazione telematica
di cui all'articolo 40, comma 6, non risulta possibile o
non ha esito positivo, per causa imputabile al destinatario
e sino all'emanazione del decreto di cui all'articolo 359,
si applicano le disposizioni di cui all'articolo 40, comma
8.».
 
Art. 44
Modifiche alla Parte Prima, Titolo X, Capo IV, del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 368, comma 4, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) alla lettera a) le parole «di procedure di regolazione della crisi e dell'insolvenza di cui al presente codice» sono sostituite dalle seguenti: «degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e delle procedure di insolvenza disciplinati dal decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14»;
b) alla lettera d), capoverso «5-bis», terzo periodo, le parole «articolo 85, comma 7» sono sostituite dalle seguenti: «articolo 84, comma 5».

Note all'art. 44:

- Si riporta il testo dell'articolo 368, comma 4, del
citato decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come
modificato dal presente decreto:
«Art. 368 (Coordinamento con la disciplina del
diritto del lavoro). - 1.-3. (Omissis).
4. All'articolo 47 della legge 29 dicembre 1990, n.
428, sono apportate le seguenti modificazioni e
integrazioni:
a) dopo il comma 1 e' inserito il seguente: "1-bis.
Nei casi di trasferimenti di aziende nell'ambito degli
strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza e
delle procedure di insolvenza disciplinati dal decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, la comunicazione di cui
al comma 1 puo' essere effettuata anche solo da chi intenda
proporre offerta di acquisto dell'azienda o proposta di
concordato preventivo concorrente con quella
dell'imprenditore; in tale ipotesi l'efficacia degli
accordi di cui ai commi 4-bis e 5 puo' essere subordinata
alla successiva attribuzione dell'azienda ai terzi
offerenti o proponenti.".
b) il comma 4-bis e' sostituito dal seguente:
"4-bis. Nel caso in cui sia stato raggiunto un
accordo, nel corso delle consultazioni di cui ai precedenti
commi, con finalita' di salvaguardia dell'occupazione,
l'articolo 2112 del codice civile, fermo il trasferimento
al cessionario dei rapporti di lavoro, trova applicazione,
per quanto attiene alle condizioni di lavoro, nei termini e
con le limitazioni previste dall'accordo medesimo, da
concludersi anche attraverso i contratti collettivi di cui
all'articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n.
81, qualora il trasferimento riguardi aziende:
a) per le quali vi sia stata la dichiarazione di
apertura della procedura di concordato preventivo in regime
di continuita' indiretta, ai sensi dell'articolo 84, comma
2, del codice della crisi e dell'insolvenza, con
trasferimento di azienda successivo all'apertura del
concordato stesso;
b) per le quali vi sia stata l'omologazione degli
accordi di ristrutturazione dei debiti, quando gli accordi
non hanno carattere liquidatorio;
c) per le quali e' stata disposta
l'amministrazione straordinaria, ai sensi del decreto
legislativo 8 luglio 1999, n. 270, in caso di continuazione
o di mancata cessazione dell'attivita'";
c) il comma 5 e' sostituito dal seguente:
"5. Qualora il trasferimento riguardi imprese nei
confronti delle quali vi sia stata apertura della
liquidazione giudiziale o di concordato preventivo
liquidatorio, ovvero emanazione del provvedimento di
liquidazione coatta amministrativa, nel caso in cui la
continuazione dell'attivita' non sia stata disposta o sia
cessata, i rapporti di lavoro continuano con il
cessionario. Tuttavia, in tali ipotesi, nel corso delle
consultazioni di cui ai precedenti commi, possono comunque
stipularsi, con finalita' di salvaguardia dell'occupazione,
contratti collettivi ai sensi dell'articolo 51 del decreto
legislativo 15 giugno 2015, n. 81, in deroga all'articolo
2112, commi 1, 3 e 4, del codice civile; resta altresi'
salva la possibilita' di accordi individuali, anche in caso
di esodo incentivato dal rapporto di lavoro, da
sottoscriversi nelle sedi di cui all'articolo 2113, ultimo
comma del codice civile.";
d) dopo il comma 5 sono aggiunti i seguenti:
"5-bis. Nelle ipotesi previste dal comma 5, non
si applica l'articolo 2112, comma 2, del codice civile e il
trattamento di fine rapporto e' immediatamente esigibile
nei confronti del cedente dell'azienda. Il Fondo di
garanzia, in presenza delle condizioni previste
dall'articolo 2 della legge 29 maggio 1982, n. 297,
interviene anche a favore dei lavoratori che passano senza
soluzione di continuita' alle dipendenze dell'acquirente;
nei casi predetti, la data del trasferimento tiene luogo di
quella della cessazione del rapporto di lavoro, anche ai
fini dell'individuazione dei crediti di lavoro diversi dal
trattamento di fine rapporto, da corrispondere ai sensi
dell'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 27
gennaio 1992, n. 80. I predetti crediti per trattamento di
fine rapporto e di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto
legislativo 27 gennaio 1992, n. 80 sono corrisposti dal
Fondo di Garanzia nella loro integrale misura, quale che
sia la percentuale di soddisfazione stabilita, nel rispetto
dell'articolo 84, comma 5 del codice della crisi e
dell'insolvenza, in sede di concordato preventivo.
5-ter. Qualora il trasferimento riguardi imprese
nei confronti delle quali vi sia stata sottoposizione
all'amministrazione straordinaria, nel caso in cui la
continuazione dell'attivita' non sia stata disposta o sia
cessata e nel corso della consultazione di cui ai
precedenti commi sia stato raggiunto un accordo circa il
mantenimento anche parziale dell'occupazione, ai lavoratori
il cui rapporto di lavoro continua con l'acquirente non
trova applicazione l'articolo 2112 del codice civile, salvo
che dall'accordo risultino condizioni di miglior favore. Il
predetto accordo puo' altresi' prevedere che il
trasferimento non riguardi il personale eccedentario e che
quest'ultimo continui a rimanere, in tutto o in parte, alle
dipendenze dell'alienante.";
e) al comma 6 dopo le parole «i lavoratori che» e'
aggiunta la seguente: "comunque";
f) all'articolo 11, comma 3, del decreto-legge 23
dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla
legge 21 febbraio 2014, n. 9, le parole «dell'articolo 2,
comma 19, della legge 28 giugno 2012, n. 92» sono
sostituite dalle seguenti: "dell'articolo 8 del decreto
legislativo 4 marzo 2015, n. 22".».
 
Art. 45

Modifiche alla Parte Seconda del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14

1. All'articolo 381, comma 2, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «la nomina del collegio o del commissario per la composizione assistita della crisi stessa o» sono soppresse.

Note all'art. 45:
- Si riporta il testo dell'articolo 381 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 381 (Disposizioni in materia di societa'
cooperative ed enti mutualistici). - 1. All'articolo
2545-terdecies, primo comma, del codice civile, il secondo
periodo e' sostituito dal seguente: "Le cooperative che
svolgono attivita' commerciale sono soggette anche a
liquidazione giudiziale".
2. All'articolo 2545-sexiesdecies, primo comma, del
codice civile, il primo periodo e' sostituito dal seguente:
"Fuori dai casi di cui all'articolo 2545-septiesdecies, in
caso di irregolare funzionamento della societa'
cooperativa, l'autorita' di vigilanza puo' revocare gli
amministratori e i sindaci, affidare la gestione della
societa' a un commissario, determinando i poteri e la
durata, al fine di sanare le irregolarita' riscontrate e,
nel caso di crisi o insolvenza, autorizzarlo a domandare
l'accesso a una delle procedure regolatrici previste nel
codice della crisi e dell'insolvenza.".».
 
Art. 46

Abrogazioni e modifiche di disposizioni del
decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118

1. Al decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) gli articoli 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18 e 19, commi 1, 2 e 3, sono abrogati;
b) all'articolo 10 sono apportate le seguenti modificazioni:
1) il comma 1 e' abrogato;
2) al comma 2, primo periodo, dopo le parole «L'esperto» sono inserite le seguenti: «di cui all'articolo 12 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14»;
3) al comma 3 le parole «I procedimenti di cui ai commi 1 e 2 si svolgono innanzi al tribunale competente ai sensi dell'articolo 9 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267» sono sostituite dalle seguenti: «Il procedimento di cui al comma 2 si svolge innanzi al tribunale competente ai sensi dell'articolo 27 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14»;
c) all'articolo 23:
1) il comma 2 e' abrogato;
2) alla rubrica, le parole «. Limiti di accesso alla composizione negoziata» sono soppresse.

Note all'art. 46:

- Si riporta il testo degli articoli 10, 19 e 23 del
decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118 (Misure urgenti in
materia di crisi d'impresa e di risanamento aziendale,
nonche' ulteriori misure urgenti in materia di giustizia),
convertito, con modificazioni, dalla legge 21 ottobre 2021,
n. 147, come modificato dal presente decreto:
«Art. 10 (Autorizzazioni del tribunale e
rinegoziazione dei contratti). - 1. Abrogato.
2. L'esperto di cui all'articolo 12 del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14 puo' invitare le parti a
rideterminare, secondo buona fede, il contenuto dei
contratti ad esecuzione continuata o periodica ovvero ad
esecuzione differita se la prestazione e' divenuta
eccessivamente onerosa per effetto della pandemia da
SARS-CoV-2. In mancanza di accordo, su domanda
dell'imprenditore, il tribunale, acquisito il parere
dell'esperto e tenuto conto delle ragioni dell'altro
contraente, puo' rideterminare equamente le condizioni del
contratto, per il periodo strettamente necessario e come
misura indispensabile ad assicurare la continuita'
aziendale. Se accoglie la domanda il tribunale assicura
l'equilibrio tra le prestazioni anche stabilendo la
corresponsione di un indennizzo. Le disposizioni di cui al
presente comma non si applicano alle prestazioni oggetto di
contratti di lavoro dipendente.
3. Il procedimento di cui al comma 2 si svolge
innanzi al tribunale competente ai sensi dell'articolo 27
del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, che,
sentite le parti interessate e assunte le informazioni
necessarie, provvedendo, ove occorre, ai sensi
dell'articolo 68 del codice di procedura civile, decide in
composizione monocratica. Si applicano, in quanto
compatibili, gli articoli 737 e seguenti del codice di
procedura civile. Il reclamo si propone al tribunale e del
collegio non puo' far parte il giudice che ha pronunciato
il provvedimento.»
«Art. 19 (Disciplina della liquidazione del
patrimonio). - 1. - 3. Abrogati.
3-bis. Al fine di razionalizzare le procedure di
amministrazione straordinaria delle imprese di cui al
decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, e al
decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con
modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2004, n. 39, nelle
quali sia avvenuta la dismissione dei compendi aziendali e
che si trovino nella fase di liquidazione, oppure nel caso
in cui i programmi di cui all'articolo 27, comma 2, del
citato decreto legislativo n. 270 del 1999 non siano
completati nei termini ivi previsti, il Ministro dello
sviluppo economico, con proprio decreto, puo' nominare la
societa' Fintecna S.p.a. commissario.
3-ter. Il Ministro dello sviluppo economico, con
proprio decreto, puo' nominare la Fintecna S.p.a.
commissario nelle procedure liquidatorie che sono state
accorpate ai sensi dell'articolo 1, comma 498, della legge
27 dicembre 2006, n. 296.
3-quater. Per effetto di quanto previsto dai commi
3-bis e 3-ter, la nomina a commissario della Fintecna
S.p.a. comporta la decadenza dei precedenti commissari,
senza ulteriori oneri per la procedura, e la misura
dell'eventuale compenso residuo, a carico dell'impresa
assoggettata alla procedura di amministrazione
straordinaria, e' determinata dal Ministero dello sviluppo
economico. Entro sessanta giorni dal decreto di nomina
della societa', i precedenti commissari trasmettono al
Ministero dello sviluppo economico, nonche' alla societa',
una relazione illustrativa recante la descrizione
dell'attivita' svolta ed il relativo rendiconto, fermi
restando gli altri obblighi a loro carico previsti dalla
vigente normativa. Sono revocati i mandati giudiziali e
stragiudiziali e le consulenze conferiti precedentemente
dai commissari qualora essi non siano confermati nel
termine di novanta giorni dal decreto di nomina della
societa'.
3-quinquies. Al fine di supportare le amministrazioni
pubbliche nelle attivita' di gestione delle proprie
partecipazioni, all'articolo 1, comma 1100, della legge 27
dicembre 2017, n. 205, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al primo periodo, dopo la parola: «statali» sono
inserite le seguenti: «, o comunque a partecipazione
pubblica,»;
b) dopo il terzo periodo e' inserito il seguente:
«I suddetti criteri possono essere adeguati per i patrimoni
delle societa' e degli enti non interamente statali, con
decreto di natura non regolamentare del Ministro
dell'economia e delle finanze, d'intesa con le
amministrazioni pubbliche interessate»;
c) al quarto periodo, le parole: «spettante allo
Stato» sono soppresse;
d) al nono periodo, le parole: "Ministero
dell'economia e delle finanze" sono sostituite dalla
seguente: «cedente»;
e) all'ultimo periodo, le parole: "I proventi» sono
sostituite dalle seguenti: «Se di spettanza del Ministero
dell'economia e delle finanze, i proventi".
3-sexies. All'articolo 1 della legge 27 dicembre
2017, n. 205, dopo il comma 1100 e' inserito il seguente:
"1100-bis. Al fine di accelerare le operazioni di
razionalizzazione periodica delle partecipazioni pubbliche
nonche' la revisione straordinaria delle medesime di cui
agli articoli 20 e 24 del testo unico in materia di
societa' a partecipazione pubblica, di cui al decreto
legislativo 19 agosto 2016, n. 175, le amministrazioni
pubbliche possono affidare alla Fintecna S.p.a. o a
societa' da questa interamente controllata le attivita' di
liquidatore delle societa' in cui detengono partecipazioni,
nonche' le attivita' di supporto al collocamento sul
mercato e alla gestione di procedure di natura liquidatoria
e concorsuale comunque denominate, anche sottoscrivendo
apposita convenzione con la quale sono regolati i rapporti,
le attivita' da svolgere, il relativo compenso, nonche' le
modalita' di rendicontazione e controllo con oneri a valere
sul valore di realizzo delle operazioni. Agli eventuali
ulteriori oneri derivanti dalla convenzione si provvede a
valere sulle risorse disponibili a legislazione vigente".»
«Art. 23 (Improcedibilita' dei ricorsi per la
risoluzione del concordato preventivo e per la
dichiarazione di fallimento dipendente da procedure di
concordato omologato). - 1. Sono improcedibili fino al 31
dicembre 2021 i ricorsi per la risoluzione del concordato
preventivo e i ricorsi per la dichiarazione di fallimento
proposti nei confronti di imprenditori che hanno presentato
domanda di concordato preventivo ai sensi dell'articolo
186-bis del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, omologato
in data successiva al 1° gennaio 2019.
2. Abrogato.».
 
Art. 47

Abrogazioni di disposizioni del
decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152

1. Gli articoli 30-ter, 30-quater, 30-quinquies e 30-sexies del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152 sono abrogati.
 
Art. 48

Abrogazioni di disposizioni del
decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147

1. Al decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147:
a) all'articolo 1, comma 1, le lettere a), b) ed e) sono abrogate;
b) all'articolo 9, comma 3, la lettera a) e' abrogata;
c) gli articoli 2, 3, 4, 5, 7, commi 5, 6, 7, 10, 11 e 12, articoli 13, commi 1, 2 e 3, e 36, sono abrogati.

Note all'art. 48:
- Si riporta il testo degli articoli 1, 7, 9 e 13 del
decreto legislativo 26 ottobre 2020, n. 147 (Disposizioni
integrative e correttive a norma dell'articolo 1, comma 1,
della legge 8 marzo 2019, n. 20, al decreto legislativo 12
gennaio 2019, n. 14, recante codice della crisi d'impresa e
dell'insolvenza in attuazione della legge 19 ottobre 2017,
n. 155), come modificato dal presente decreto:
«Art. 1 (Modifiche alla Parte Prima, Titolo I, Capo
I, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14). - 1.
All'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio
2019, n. 14 sono apportate le seguenti modificazioni:
a) - b) Abrogate;
c) alla lettera l), le parole: "per parti correlate
ai fini del presente codice" sono soppresse;
d) alla lettera p), le parole: "disposte dal
giudice competente" sono sostituite dalle seguenti:
"richieste dal debitore";
e) Abrogata.»
«Art. 7 (Modifiche alla Parte Prima, Titolo III, Capo
IV, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14). - 1.
L'articolo 38 del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n.
14, e' sostituito dal seguente:
«Art. 38. (Iniziativa del pubblico ministero). - 1.
Il pubblico ministero presenta il ricorso per l'apertura
della liquidazione giudiziale in ogni caso in cui ha
notizia dell'esistenza di uno stato di insolvenza.
2. L'autorita' giudiziaria che rileva l'insolvenza
nel corso di un procedimento lo segnala al pubblico
ministero.
3. Il pubblico ministero puo' intervenire in tutti
i procedimenti diretti all'apertura di una procedura di
regolazione della crisi e dell'insolvenza.
4. Il rappresentante del pubblico ministero
intervenuto in uno dei procedimenti di cui al comma 3,
instaurato dinanzi al tribunale di cui all'articolo 27,
puo' chiedere di partecipare al successivo grado di
giudizio quale sostituto del procuratore generale presso la
corte di appello. La partecipazione e' disposta dal
procuratore generale presso la corte di appello qualora lo
ritenga opportuno. Gli avvisi spettano in ogni caso al
procuratore generale.».
2. L'articolo 39 del decreto legislativo 12 gennaio
2019, n. 14 e' sostituito dal seguente:
«Art. 39. (Obblighi del debitore che chiede
l'accesso a una procedura regolatrice della crisi o
dell'insolvenza). - 1. Il debitore che chiede l'accesso a
una delle procedure di regolazione della crisi o
dell'insolvenza deposita presso il tribunale le scritture
contabili e fiscali obbligatorie, le dichiarazioni dei
redditi concernenti i tre esercizi o anni precedenti ovvero
l'intera esistenza dell'impresa o dell'attivita' economica
o professionale, se questa ha avuto una minore durata, le
dichiarazioni IRAP e le dichiarazioni annuali IVA relative
ai medesimi periodi, i bilanci relativi agli ultimi tre
esercizi. Deve inoltre depositare, anche in formato
digitale, una relazione sulla situazione economica,
patrimoniale e finanziaria aggiornata, uno stato
particolareggiato ed estimativo delle sue attivita',
un'idonea certificazione sui debiti fiscali, contributivi e
per premi assicurativi, l'elenco nominativo dei creditori e
l'indicazione dei rispettivi crediti e delle cause di
prelazione nonche' l'elenco nominativo di coloro che
vantano diritti reali e personali su cose in suo possesso e
l'indicazione delle cose stesse e del titolo da cui sorge
il diritto. Tali elenchi devono contenere l'indicazione del
domicilio digitale dei creditori e dei titolari di diritti
reali e personali che ne sono muniti.
2. Il debitore deve depositare una relazione
riepilogativa degli atti di straordinaria amministrazione
di cui all'articolo 94, comma 2, compiuti nel quinquennio
anteriore, anche in formato digitale.
3. Quando la domanda ha ad oggetto l'assegnazione
dei termini di cui all'articolo 44, comma 1, lettera a), il
debitore deposita unitamente alla domanda unicamente i
bilanci relativi agli ultimi tre esercizi o, per le imprese
non soggette all'obbligo di redazione del bilancio, le
dichiarazioni dei redditi e le dichiarazioni IRAP
concernenti i tre esercizi precedenti, l'elenco nominativo
dei creditori con l'indicazione dei rispettivi crediti e
delle cause di prelazione, oltre che con l'indicazione del
loro domicilio digitale, se ne sono muniti. L'ulteriore
documentazione prevista dai commi 1 e 2 deve essere
depositata nel termine assegnato dal tribunale ai sensi
dell'articolo 44, comma 1, lettera a).».
3. All'articolo 41, comma 4, del decreto legislativo
12 gennaio 2019, n. 14, le parole "i documenti di cui
all'articolo 39" sono sostituite dalle seguenti: "i bilanci
relativi agli ultimi tre esercizi o, se non e' soggetto
all'obbligo di redazione del bilancio, le dichiarazioni dei
redditi concernenti i tre esercizi precedenti ovvero
l'intera esistenza dell'impresa, se questa ha avuto una
minore durata".
4. All'articolo 43 del decreto legislativo 12 gennaio
2019, n. 14, il comma 2 e' sostituito dal seguente: "2.
Sull'estinzione il tribunale provvede con decreto e, su
istanza di parte, nel dichiarare l'estinzione, puo'
condannare quella che vi ha dato causa alle spese. Il
decreto e' comunicato al pubblico ministero.".
5. - 7. Abrogati.
8. All'articolo 49, comma 3, del decreto legislativo
12 gennaio 2019, n. 14, la lettera c) e' sostituita dalla
seguente: "c) ordina al debitore il deposito entro tre
giorni dei bilanci e delle scritture contabili e fiscali
obbligatorie, in formato digitale nei casi in cui la
documentazione e' tenuta a norma dell'articolo 2215-bis del
codice civile, dei libri sociali, delle dichiarazioni dei
redditi, IRAP e IVA dei tre esercizi precedenti, nonche'
dell'elenco dei creditori corredato dall'indicazione del
loro domicilio digitale, se gia' non eseguito a norma
dell'articolo 39;".
9. All'articolo 50, comma 5, secondo periodo, del
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole «, ma
i termini sono ridotti della meta'» sono soppresse.
10. - 12. Abrogati.»
«Art. 9. Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo
I, Sezione II, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n.
14.
1. All'articolo 57 del decreto legislativo 12 gennaio
2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, sono aggiunte, infine, le seguenti
parole: ", commi 1 e 3";
b) al comma 4, le parole: «e giuridica» sono
soppresse.
2. All'articolo 61, comma 2, lettera b), del decreto
legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, le parole: «, comma 2,
e che i creditori vengano soddisfatti in misura
significativa o prevalente dal ricavato della continuita'
aziendale» sono soppresse.
3. All'articolo 63 del decreto legislativo 12 gennaio
2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) Abrogata;
b) al comma 1, le parole: «una transazione fiscale»
sono sostituite dalle seguenti: «il pagamento, parziale o
anche dilazionato, dei tributi e dei relativi accessori
amministrati dalle agenzie fiscali, nonche' dei contributi
amministrati dagli enti gestori di forme di previdenza,
assistenza e assicurazione per l'invalidita', la vecchiaia
e i superstiti obbligatorie e dei relativi accessori» e le
parole: «in possesso dei requisiti di cui all'articolo 2,
comma 1) lettera o)» sono soppresse;
c) al comma 2, la parola: "fiscale" e' soppressa e
la parola: "sessanta" e' sostituita dalla seguente:
"novanta";
d) al comma 3, la parola: «fiscale» e' soppressa e
le parole: "novanta giorni" sono sostituite dalle seguenti:
"sessanta giorni".»
«Art. 13 (Modifiche alla Parte Prima, Titolo IV, Capo
III, Sezione I, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n.
14). - 1. - 3. Abrogati.
4. All'articolo 88 del decreto legislativo 12 gennaio
2019, n. 14, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 1 e' sostituito dal seguente: "1. Con
il piano di concordato il debitore, esclusivamente mediante
proposta presentata ai sensi del presente articolo, puo'
proporre il pagamento, parziale o anche dilazionato, dei
tributi e dei relativi accessori amministrati dalle agenzie
fiscali, nonche' dei contributi amministrati dagli enti
gestori di forme di previdenza, assistenza e assicurazione
per l'invalidita', la vecchiaia e i superstiti obbligatorie
e dei relativi accessori, se il piano ne prevede la
soddisfazione in misura non inferiore a quella
realizzabile, in ragione della collocazione preferenziale,
sul ricavato in caso di liquidazione, avuto riguardo al
valore di mercato attribuibile ai beni o ai diritti sui
quali sussiste la causa di prelazione, indicato nella
relazione di un professionista indipendente. Se il credito
tributario e contributivo e' assistito da privilegio, la
percentuale, i tempi di pagamento e le eventuali garanzie
non possono essere inferiori o meno vantaggiosi rispetto a
quelli offerti ai creditori che hanno un grado di
privilegio inferiore o a quelli che hanno una posizione
giuridica e interessi economici omogenei a quelli delle
agenzie e degli enti gestori di forme di previdenza e
assistenza obbligatorie. Se il credito tributario o
contributivo ha natura chirografaria, anche a seguito di
degradazione per incapienza, il trattamento non puo' essere
differenziato rispetto a quello degli altri crediti
chirografari ovvero, nel caso di suddivisione in classi,
dei crediti rispetto ai quali e' previsto un trattamento
piu' favorevole.";
b) al comma 2, le parole: "fiscali e previdenziali"
sono sostituite dalle seguenti: "tributari e contributivi";
c) al comma 3, primo periodo, le parole: "e
all'ufficio competente" sono sostituite dalle seguenti: "e
agli altri uffici competenti" e, al terzo periodo, le
parole "L'ufficio, nello stesso termine, deve" sono
sostituite dalle seguenti: "Gli uffici, nello stesso
termine, devono".
5. All'articolo 91 del decreto legislativo 12 gennaio
2019, n. 14, il comma 1 e' sostituito dal seguente: "1. Il
tribunale o il giudice da esso delegato, esclusivamente
quando il piano di concordato comprende un'offerta
irrevocabile da parte di un soggetto gia' individuato e
avente ad oggetto il trasferimento in suo favore, anche
prima dell'omologazione, verso un corrispettivo in denaro o
comunque a titolo oneroso, dell'azienda o di uno o piu'
rami d'azienda o di specifici beni, dispone che
dell'offerta stessa sia data idonea pubblicita' al fine di
acquisire offerte concorrenti. La stessa disciplina si
applica in caso di affitto d'azienda.".».
 
Art. 49

Modifiche al decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270

1. Al decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270 sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 8, comma 1, lettera b), dopo le parole «ovvero autonomamente,» sono inserite le seguenti: «osservati gli articoli 356 e 358 del codice della crisi e dell'insolvenza,».
b) all'articolo 15, comma 3, le parole «articoli 37, 38, primo e secondo comma, e 39 della legge fallimentare» sono sostituite dalle seguenti: «articoli 134, 135, 136, commi 1, 2 e 3, e 137 del codice della crisi e dell'insolvenza»;
c) all'articolo 19:
1) al comma 3, le parole «articoli 42, 43, 44, 46 e 47 della legge fallimentare» sono sostituite dalle seguenti: «articoli 142, 143, 144, 146 e 147 del codice della crisi e dell'insolvenza» e le parole «articoli 31, 32, 34 e 35 della legge fallimentare» sono sostituite dalle seguenti: «articoli 104, 128, 129, 131 e 132 del codice della crisi e dell'insolvenza»;
2) il comma 4 e' sostituito dal seguente: «4. Al termine del proprio ufficio, il commissario giudiziale cui e' affidata la gestione dell'impresa deve rendere il conto a norma dell'articolo 231 del codice della crisi e dell'insolvenza.»;
d) all'articolo 43:
1) dopo il comma 1 sono aggiunti i seguenti:
«1-bis. Il debitore e i creditori ammessi possono chiedere la sostituzione del commissario straordinario per conflitto di interessi, indicandone nella richiesta le specifiche ragioni. Il Ministro dello sviluppo economico, sentito il comitato di sorveglianza, se ritiene fondata la richiesta, provvede alla nomina del nuovo commissario straordinario.
1-ter. Il debitore e i creditori ammessi possono altresi' chiedere al comitato di sorveglianza la revoca dell'autorizzazione concessa al commissario straordinario ai sensi dell'articolo 41, comma 2, alla nomina per la designazione di coadiutori in presenza di conflitto di interessi, indicandone nella richiesta le specifiche ragioni. Il comitato di sorveglianza provvede sentito il commissario straordinario.»;
2) la rubrica e' sostituita dalla seguente: «(Revoca e sostituzione del commissario straordinario e dei coadiutori)».
e) dopo l'articolo 76 e' inserito il seguente:
«Art. 76-bis (Esdebitazione dei soci illimitatamente responsabili). - 1. Ai soci illimitatamente responsabili cui sono stati estesi gli effetti della dichiarazione dello stato di insolvenza si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 278, 279, 280 e 281 del codice della crisi e dell'insolvenza.».

Note all'art. 49:
- Si riporta il testo degli articoli 8, 15, 19 e 43 del
decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270 (Nuova disciplina
dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in
stato di insolvenza, a norma dell'art. 1 della legge 30
luglio 1998, n. 274), come modificato dal presente decreto:
«Art. 8 (Sentenza dichiarativa dello stato di
insolvenza). - 1. Con la sentenza dichiarativa dello stato
di insolvenza il tribunale:
a) nomina il giudice delegato per la procedura;
b) nomina uno o tre commissari giudiziali, in
conformita' dell'indicazione del Ministro dell'industria,
ovvero autonomamente, osservati gli articoli 356 e 358 del
codice della crisi e dell'insolvenza, se l'indicazione non
e' pervenuta nel termine stabilito a norma dell'art. 7,
comma 3;
c) ordina all'imprenditore di depositare entro due
giorni in cancelleria le scritture contabili e i bilanci,
se non vi si e' provveduto a norma dell'art. 5, comma 2;
d) assegna ai creditori e ai terzi, che vantano
diritti reali mobiliari su beni in possesso
dell'imprenditore, un termine non inferiore a novanta
giorni e non superiore a centoventi giorni dalla data
dell'affissione della sentenza per la presentazione in
cancelleria delle domande;
e) stabilisce il luogo, il giorno e l'ora
dell'adunanza in cui, nel termine di trenta giorni da
quello indicato nella lettera d), si procedera' all'esame
dello stato passivo davanti al giudice delegato;
f) stabilisce se la gestione dell'impresa, fino a
quando non si provveda a norma dell'art. 30, e' lasciata
all'imprenditore insolvente o e' affidata al commissario
giudiziale.
2. La nomina di tre commissari giudiziali e' limitata
ai casi di eccezionale rilevanza e complessita' della
procedura.
3. La sentenza e' comunicata ed affissa nei modi e
nei termini stabiliti dall'art. 17, primo e secondo comma,
della legge fallimentare, salvo quanto previsto dall'art.
94 del presente decreto. A cura del cancelliere, essa e'
altresi' comunicata entro tre giorni al Ministro
dell'industria.
3-bis. Al commissario autonomamente nominato ai sensi
del comma 1, lettera b), ed al coadiutore di cui egli si
avvale a norma degli articoli 19, comma 3, del presente
decreto e 32 della legge fallimentare, si applicano le
disposizioni di cui agli articoli 35, comma 4-bis, e 35.1
del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159; si
osservano altresi' le disposizioni di cui all'articolo 35.2
del predetto decreto.»
«Art. 15 (Commissario giudiziale). - 1. Il
commissario giudiziale e', per quanto attiene all'esercizio
delle sue funzioni, pubblico ufficiale.
2. In caso di nomina di tre commissari giudiziali,
gli stessi deliberano a maggioranza. La rappresentanza e'
esercitata da almeno due di essi.
3. Si applicano al commissario giudiziale le
disposizioni degli articoli 134, 135, 136, commi 1, 2 e 3,
e 137 del codice della crisi e dell'insolvenza, salvo
quanto previsto dagli artt. 39, comma 1, e 47 del presente
decreto.»
«Art. 19 (Affidamento della gestione dell'impresa al
commissario giudiziale). - 1. L'affidamento della gestione
dell'impresa al commissario giudiziale, ove non stabilito
con la sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza,
puo' essere disposto dal tribunale con successivo decreto.
2. Il decreto e' a cura del cancelliere pubblicato
mediante affissione e comunicato per l'iscrizione
all'ufficio del registro delle imprese.
3. Fermo quanto previsto dall'art. 18, l'affidamento
della gestione al commissario giudiziale determina gli
effetti stabiliti dagli articoli 142, 143, 144, 146 e 147
del codice della crisi e dell'insolvenza, sostituito al
curatore il commissario giudiziale. Si applicano altresi'
al commissario giudiziale, in quanto compatibili, le
disposizioni degli articoli 104, 128, 129, 131 e 132 del
codice della crisi e dell'insolvenza, salva la facolta' del
tribunale di stabilire ulteriori limiti ai suoi poteri.
4. Al termine del proprio ufficio, il commissario
giudiziale cui e' affidata la gestione dell'impresa deve
rendere il conto a norma dell'articolo 231 del codice della
crisi e dell'insolvenza.»
«Art. 43 (Revoca e sostituzione del commissario
straordinario e dei coadiutori). -1. Il Ministro
dell'industria puo' in ogni tempo, su proposta del comitato
di sorveglianza o d'ufficio, revocare il commissario
straordinario. Il Ministro provvede previa comunicazione
dei motivi di revoca o contestazione degli eventuali
addebiti e dopo aver invitato il commissario ad esporre le
proprie deduzioni.
1-bis. Il debitore e i creditori ammessi possono
chiedere la sostituzione del commissario straordinario per
conflitto di interessi, indicandone nella richiesta le
specifiche ragioni. Il Ministro dello sviluppo economico,
sentito il comitato di sorveglianza, se ritiene fondata la
richiesta, provvede alla nomina del nuovo commissario
straordinario.
1-ter. Il debitore e i creditori ammessi possono
altresi' chiedere al comitato di sorveglianza la revoca
dell'autorizzazione concessa al commissario straordinario
ai sensi dell'articolo 41, comma 2, alla nomina per la
designazione di coadiutori in presenza di conflitto di
interessi, indicandone nella richiesta le specifiche
ragioni. Il comitato di sorveglianza provvede sentito il
commissario straordinario.».
 
Art. 50

Disposizioni transitorie

1. La prima comunicazione inviata ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dal presente decreto, comprende gli incarichi conferiti, a partire dal 15 novembre 2021, ai sensi dell'articolo 3 del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 ottobre 2021, n. 147.
2. Le disposizioni previste dall'articolo 25-ter del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, si applicano alle liquidazioni disposte successivamente all'entrata in vigore del presente decreto, anche relative all'attivita' svolta dall'esperto nell'ambito della composizione negoziata prevista dal decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 ottobre 2021, n. 147.
3. La disposizione di cui all'articolo 25-quinquies, comma 1, secondo periodo, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, non si applica nel caso in cui la rinuncia alle domande di cui al primo periodo del medesimo comma 1 sia intervenuta prima dell'entrata in vigore del presente decreto.
 
Art. 51

Entrata in vigore

1. Il presente decreto entra in vigore alla data prevista dall'articolo 389, comma 1, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14.

Note all'art. 51:
- Si riporta il testo dell'articolo 389 del citato
decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato
dal presente decreto:
«Art. 389 (Entrata in vigore). - 1. Il presente
decreto entra in vigore il 15 luglio 2022, salvo quanto
previsto al comma 2.
1-bis.
2. Gli articoli 27, comma 1, 350, 356, 357, 359, 363,
364, 366, 375, 377, 378, 379, 385, 386, 387 e 388 entrano
in vigore il trentesimo giorno successivo alla
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente
decreto.
3. Le disposizioni di cui agli articoli 3 e 4 del
decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, come modificati
dagli articoli 385 e 386 del presente codice, si applicano
anche nelle more dell'adozione dei decreti di cui agli
articoli 3, comma 7-bis, e 4, comma 1-bis, del predetto
decreto legislativo e il contenuto della fideiussione e
della polizza assicurativa e' determinato dalle parti nel
rispetto di quanto previsto dalle richiamate
disposizioni.».
 
Art. 52

Disposizioni finanziarie

1. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente decreto, ad esclusione di quanto previsto dall'articolo 6, capoverso articolo 13, comma 10, non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione delle disposizioni di cui al presente decreto nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 17 giugno 2022

MATTARELLA

Draghi, Presidente del Consiglio
dei ministri

Cartabia, Ministro della giustizia

Di Maio, Ministro degli affari
esteri e della cooperazione
internazionale

Franco, Ministro dell'economia e
delle finanze

Giorgetti, Ministro dello sviluppo
economico

Orlando, Ministro del lavoro e
delle politiche sociali
Visto, il Guardasigilli: Cartabia