Gazzetta n. 296 del 20 dicembre 2022 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 23 novembre 2022 |
Scioglimento del consiglio comunale di Anzio. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di Anzio (Roma) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 10 giugno 2018; Considerato, altresi', che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Anzio, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 21 novembre 2022;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Anzio (Roma) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il Comune di Anzio (Roma), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 10 giugno 2018, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. Nella relazione prefettizia si evidenzia che gli accertamenti in ordine alla sussistenza di fenomeni di infiltrazione e condizionamento mafioso nel Comune di Anzio sono scaturiti da evidenze emerse a seguito di una recente operazione di polizia giudiziaria, cui e' seguita l'adozione di una ordinanza cautelativa, emessa in data 14 febbraio 2022 dal G.I.P. del Tribunale di Roma, che ha riguardato sessantacinque persone indiziate di' gravi reati, tra i quali figura anche quello di associazione di stampo mafioso ex art. 416-bis c.p. Gli elementi emersi da tale indagine, unitamente a quelli gia' acquisiti da analoghe operazioni giudiziarie svoltesi nel recente passato, delineano una stabile presenza sul litorale romano di clan di stampo mafioso, in particolare di consorterie criminali legate organicamente ai clan di «'ndrangheta» presenti nelle province di Reggio Calabria e di Catanzaro. Le risultanze di diverse operazioni di polizia giudiziaria hanno messo in luce l'esistenza «di una fitta trama di relazioni tra consorterie criminali e amministrazione locale» nonche' i tentativi di ingerenza di tali organizzazioni malavitose nelle elezioni amministrative tenutesi nel 2018 «e la pretesa di alcuni esponenti della consorteria criminale di ottenere l'affidamento di appalti sia in via diretta che attraverso «procedure pilotate». In relazione all'esecuzione del predetto ultimo provvedimento giudiziario, che ha evidenziato il radicamento nel territorio di Anzio della criminalita' organizzata di stampo mafioso, e al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle predette consorterie nell'amministrazione comunale, il Prefetto di Roma, con decreto del 21 febbraio 2022, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli accertamenti di rito. Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il Prefetto di Roma, sentito nella seduta del 28 settembre 2022 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato per l'occasione con la partecipazione del Procuratore della direzione distrettuale antimafia di Roma, ha inviato l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. La relazione prefettizia, tenuto conto anche delle risultanze giudiziarie, ha riferito di interessenze e frequentazioni tra alcuni amministratori comunali ed esponenti della malavita locale, rapporti finalizzati in particolare ad ottenere appoggi elettorali durante le elezioni amministrative svoltesi nel giugno 2018; rapporti con ambienti criminali sono emersi in modo indiretto anche nei riguardi del sindaco di Anzio come risulta dalla disamina di mezzi tecnici di prova acquisiti agli atti di indagine e risalenti proprio al periodo in cui era in corso la campagna elettorale, dai quali e' risultato evidente, in particolare da intercettazioni telefoniche operate in contesti familiari dei malavitosi affiliati al locale clan «'ndraghetista», il sostegno elettorale al candidato sindaco, poi risultato eletto, da parte della locale criminalita' organizzata che si e' adoperata per raccogliere voti sul territorio, soprattutto in alcune sezioni elettorali di una localita' periferica del Comune di Anzio. Dalle medesime risultanze investigative, tratte in particolare dalla predetta ordinanza cautelativa del febbraio 2022, sono emersi ancor piu' chiaramente elementi e dati che fanno desumere l'esistenza di uno stabile rapporto personale e di interesse tra alcuni componenti la giunta comunale, tra cui il vicesindaco e alcuni ex assessori e dipendenti comunali, ed esponenti di rilievo del locale clan mafioso, i quali hanno assicurato a taluni di essi sostegno elettorale in cambio di appalti comunali. A tal riguardo, la relazione prefettizia sottolinea che la rilevata situazione di sostanziale compromissione dell'amministrazione comunale ha trovato facile appiglio nella condizione generale di assenza di regole, e di autentico disordine amministrativo in cui versano gli uffici comunali»; una gestione amministrativa improntata a «criteri di mera conoscenza personale e clientelari», ove in molti casi la documentazione istruttoria e di affidamento viene redatta solo a lavori gia' avviati. Un'azione amministrativa complessiva che non trova riscontro nelle piu' basilari norme di buona amministrazione, stante anche un riscontrato ribaltamento dei ruoli «tra centrale di committenza ed esecutore dei lavori» e la confusione delle funzioni tra amministratori e apparato burocratico, tra indirizzo politico e attivita' propriamente gestionale, situazione che ha favorito la commistione di interessi leciti e illeciti tra l'ente locale e la criminalita' organizzata. Frequentazioni e cointeressenze con appartenenti al contesto criminale locale sono state rilevate anche nei riguardi di alcuni consiglieri o ex amministratori comunali, uno dei quali peraltro risultato debitore di un prestito in denaro elargitogli da un esponente di spicco del locale clan di 'ndrangheta, fatto che ha avuto un notevole rilevo mediatico anche nazionale. Quest'ultimo, peraltro, in una nota trasmissione televisiva definiva il suo creditore «modello di famiglia». Riguardo all'apparato burocratico, la commissione di indagine ha riferito in particolare di un dipendente comunale risultato coinvolto in alcune delle operazioni di polizia giudiziaria che hanno interessato il Comune di Anzio ed afferenti illegittimi affidamenti pubblici nel settore dei rifiuti urbani, per i quali egli e' stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, anche con ricorso al braccialetto elettronico per fatti collegati alle sue funzioni. Viene altresi' riferito che il predetto dipendente comunale - nonostante nei suoi riguardi penda un procedimento penale per reati corruttivi nel settore rifiuti - dopo un periodo di sospensione dal servizio e poi di assegnazione ad altro incarico, con determinazione dirigenziale assunta nel 2019 e' stato riassegnato alla stessa posizione organizzativa presso la quale si erano palesate le criticita' da cui erano scaturite le imputazioni di carattere penale. Ulteriori elementi indiziari dell'appoggio elettorale che l'attuale compagine amministrativa ha ricevuto dalla criminalita' organizzata sono stati tratti dalla disamina degli elenchi dei cittadini sottoscrittori di una delle liste elettorali a sostegno dell'attuale sindaco, dai quali si evincono numerosi nominativi riconducibili al locale contesto criminale, alcuni dei quali interessati anche dalla sopra richiamata recente operazione di polizia giudiziaria. La relazione prefettizia, infatti, ha precisato che tra i sottoscrittori, una quota maggioritaria di essi e' costituita da soggetti controindicati aventi precedenti penali di una certa gravita' oppure aventi frequentazioni o rapporti parentali con le famiglie egemoni 'ndranghetiste insediatesi ad Anzio; inoltre, e' stato rilevato che tra i firmatari vi sono numerosi dipendenti di una ditta gia' affidataria del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Anzio. Da cio' si deduce - a conferma delle risultanze tratte dal contenuto della sopra richiamata ordinanza cautelativa - che il sostegno elettorale ricevuto dall'attuale amministrazione comunale (anche a favore del vice sindaco e di un assessore) nelle elezioni del giugno 2018 sia sintomatico di un evidente coacervo di interessi e di uno spaccato sociale rilevatore del «clima in cui si e' svolta la competizione elettorale», appoggio che non e' stato offerto in modo disinteressato, bensi' in cambio di commesse pubbliche nonche' di «affermazione sociale» dell'associazione criminale nel territorio di Anzio. Particolare attenzione e' stata posta in sede ispettiva alle procedure di appalto riguardanti l'igiene urbana. Tale servizio sin dal 2009 e' stato svolto da una ATI il cui contratto, pur scaduto nel luglio 2013, e' proseguito per molti mesi in regime di proroga. Nel 2014 il Comune di Anzio ha bandito una nuova gara, le cui procedure si sono concluse con l'aggiudicazione ad una societa' gia' facente parte del predetto raggruppamento temporaneo di imprese costituente il precedente gestore. Successivamente, l'attivita' e' passata ad una societa' partecipata acquisita in quota parte da altro comune della Provincia di Roma. In merito alla scelta operata dall'amministrazione comunale di affidare il servizio di igiene ad una societa' in house providing, viene riferito che, in un primo momento, la scelta era ricaduta su altra societa' gia' operativa nel Comune di Anzio e in altri enti locali del circondario che pero', dopo interlocuzioni con l'amministrazione comunale, ha ritenuto di non poter accettare la proposta considerata non conveniente sotto il profilo economico per la rilevanza delle spese del personale di cui si sarebbe dovuta far carico con il subentro alla vecchia gestione, in applicazione della clausola di salvaguardia dei livelli occupazionali. La scelta del Comune di Anzio, come detto, si e' poi diretta verso l'acquisto di quote di una societa' partecipata e a totale capitale pubblico che, invece, ha assorbito tutti i dipendenti gia' in servizio, molti dei quali, come detto in precedenza, hanno contribuito alla elezione della compagine elettorale ora al Governo dell'ente. Proprio con riferimento alla composizione del personale operante nel servizio d'igiene, la commissione d'accesso ha riferito che un rilevante numero dei dipendenti risulta contiguo ai locali ambienti criminali ovvero risulta avere delle cointeressenze con amministratori locali. Gli esiti ispettivi, suffragati dall'esame delle intercettazioni ambientali e dalle risultanze di recenti indagini giudiziarie, hanno infatti dimostrato come le politiche occupazionali nel settore del servizio di igiene urbana abbiano risentito di gravi e rilevanti condizionamenti e cointeressenze di esponenti della criminalita' organizzata e della politica locale, per la «sussistenza di rapporti di anomala contiguita' tra membri apicali» del clan 'ndranghetista «e taluni dipendenti» delle imprese affidatarie, «molti dei quali peraltro sottoscrittori della lista» risultata eletta nelle ultime consultazioni amministrative. Le anomalie e i profili di criticita' evidenziati nell'affidamento del servizio di igiene urbana vengono confermati e rafforzati dalla vicenda che vede la sottoscrizione di un contratto di sub-locazione stipulato dalla suddetta societa' in house per l'utilizzo di locali nella disponibilita' di un'altra impresa risultata essere destinataria di un provvedimento interdittivo antimafia emesso dalla prefettura di Roma il 9 marzo 2018, provvedimento prefettizio tuttora vigente e confermativo di analoga interdittiva emessa nel giugno del 2014 per rilevate infiltrazioni mafiose. Di fatto, la proprieta' della ditta locante, che peraltro e' stata affidataria in passato del servizio di igiene urbana presso un comune limitrofo, e' risultata essere legata ad un soggetto controindicato contiguo agli ambienti della criminalita' camorrista. Nella relazione prefettizia viene inoltre fatto riferimento ad una societa' consortile riconducibile ad un consigliere comunale e affidataria di appalti alle cui dipendenze vi sono dipendenti aventi stretti rapporti parentali con noti esponenti della camorra campana. Interferenze e condizionamenti nelle scelte amministrative vengono riferiti anche nel settore delle concessioni demaniali delle infrastrutture portuali gestite dal comune tramite una societa' controllata. La relazione prefettizia evidenzia che le aree demaniali concesse gia' dall'anno 2014 al Comune di Anzio dalla Regione Lazio non risultano ancora tutte nella disponibilita' del suddetto gestore comunale, in quanto alcune di esse sono tuttora occupate sine titulo da operatori privati. In particolare viene fatto specifico riferimento all'occupazione di tratto di molo da parte di un soggetto controindicato, il quale continua a permanere nel possesso dell'area demaniale, anche per l'inerzia dell'amministrazione comunale che non ha dato effettiva esecuzione a provvedimenti di sgombero risalenti alla passata consiliatura, determinando cosi' un mancato introito nelle casse comunali dei canoni dovuti per ormeggio, parcheggio e aree a terra, ed agevolando nei fatti il protrarsi di attivita' abusive gestite dal predetto esponente mafioso. A cio' si aggiungono i rilievi mossi in sede ispettiva per l'irregolare gestione da parte di operatori privati dell'area parcheggio situata su suolo demaniale del piazzale Marinai d'Italia. A questo proposito la commissione di accesso ha segnalato che parte delle aree di parcheggio sono sottratte alla diretta gestione della predetta societa' partecipata, come invece previsto da uno specifico protocollo d'intesa sottoscritto nel 2015 con il Comune di Anzio. Tali beni demaniali, invece di costituire una fonte di entrate per l'ente locale, sono stati concessi per alcuni anni a titolo gratuito a soggetti privati, con conseguenti danni erariali peraltro gia' denunciati presso la competente Procura generale della Corte dei conti. La situazione di illegittima assegnazione di opere demaniali e' proseguita anche negli anni 2018 e 2019, a favore degli stessi detentori privati, anche se non piu' a titolo gratuito. La relazione prefettizia pone in evidenza come «un'area affidata in regime di concessione demaniale ad una societa' controllata dal Comune di Anzio e' stata in parte sostanzialmente consegnata a soggetti privati disattendendo il prevalente interesse - anche di carattere economico - della collettivita'». Dunque, l'ente locale non soltanto ha consentito, ma ha anche favorito tali storture amministrative, sovvertendo i «piu' basilari principi di buona amministrazione», a vantaggio di operatori economici privati che risultano avere legami o cointeressenze con ambienti controindicati, come sembrano dimostrare le risultanze giudiziarie che hanno interessato il territorio comunale, in particolare le aree portuali, nonche' il riscontro dei nominativi dei dipendenti delle societa' che di fatto gestiscono quelle aree demaniali destinate a parcheggio, molti dei quali connotati da precedenti penali o che risultano frequentare soggetti con trascorsi criminali. Sempre nell'ambito della gestione dei beni demaniali, l'organo ispettivo ha rilevato che tra le concessioni marittime molte di esse attengono all'esercizio di attivita' di stabilimento balneare, le cui istruttorie annuali di competenza comunale risultano incomplete ed irregolari, in quanto mancanti dell'acquisizione delle certificazioni antimafia relative ai concessionari, come invece richiesto dalla normativa vigente; viene riferito che gli uffici comunali si sono limitati ad acquisire solo le autocertificazioni, e i relativi controlli si sono limitati esclusivamente ai certificati del casellario penale nei confronti dei soli legali rappresentanti e non estesi a tutta la compagine societaria della ditta richiedente la concessione. Al riguardo, la relazione prefettizia ha evidenziato che gli accertamenti ispettivi hanno fatto emergere lo specifico interesse nel settore della criminalita' organizzata; infatti, la verifica a campione sugli assetti societari titolari di concessione balneare o di ristorazione ha confermato l'esistenza di rilevanti elementi di collegamento tra queste attivita' economico-imprenditoriali con soggetti contigui alla criminalita' organizzata e in altri casi «la cointeressenza economica, in tale settore, di prossimi congiunti di alcuni amministratori locali». In particolare, per uno stabilimento balneare l'istruttoria fatta dal Comune di Anzio, relativa all'istanza di proroga della concessione demaniale fino a tutto il 2033, risulta manchevole dei controlli antimafia nei riguardi di tutti i proprietari dello stabilimento, tra i quali e' presente un soggetto controindicato risultato coinvolto nella richiamata recente operazione di polizia giudiziaria e destinatario di un'ordinanza cautelativa degli arresti domiciliari. Come si evince dalla relazione commissariale, neppure a seguito dell'arresto di quest'ultimo «il Comune ha provveduto a richiedere la documentazione antimafia». La Commissione d'indagine ha accertato, inoltre, che il legale rappresentante dello stabilimento in questione e' il figlio del predetto soggetto controindicato. Viene rilevato, altresi', che lo stesso stabilimento negli anni dal 2014 al 2020 e' stato piu' volte sub concessionario per altre strutture balneari, le cui istanze sono state quasi tutte accolte dagli uffici comunali di Anzio. Nella relazione prefettizia viene evidenziata un'altra vicenda, attinente anch'essa alle concessioni demaniali, ritenuta significativa di come alcune scelte operate dall'amministrazione locale abbiano generato occasioni di guadagno per alcuni amministratori locali, per i loro familiari e per soggetti controindicati. Nello specifico viene riferito di una deliberazione giuntale, risalente al settembre 2017, con la quale si autorizzavano temporaneamente i titolari di chioschi per la vendita di giornali posti a ridosso del demanio marittimo all'esercizio anche della somministrazione di prodotti alimentari. La modifica della precedente autorizzazione commerciale ha riguardato anche una concessione demaniale, acquisita in subingresso nell'aprile del 2018 da un nuovo titolare stretto parente di un assessore comunale, concessione trasformata nel maggio 2019 in esercizio di somministrazione di cibi e bevande. A questo riguardo, la relazione prefettizia - oltre ad evidenziare profili di illegittimita' della deliberazione giuntale che ha prodotto la modifica delle originarie concessioni e che si pone in sostanziale violazione della legge regionale n. 4/2005, nonche' del principio di imparzialita' amministrativa, in quanto la decisione dell'amministrazione comunale ha comportato di fatto una disparita' di trattamento nei riguardi di altri operatori economici dello stesso settore di attivita' - ha segnalato che circa un anno dopo l'autorizzazione al cambio di scopo della concessione demaniale, la relativa licenza e' stata venduta, cori molto profitto rispetto all'investimento iniziale, ad una societa' il cui socio di maggioranza e' risultato avere rapporti parentali con un soggetto di elevata caratura notoriamente inserito nel contesto criminale locale, concessione a sua volta data in gestione altro operatore avente stretti legami con un «partecipe di primo piano» dell'associazione di matrice 'ndranghetista operante ad Anzio, anch'esso colpito dalla suddetta ordinanza cautelativa del febbraio 2022. Particolare attenzione e' stata posta dalla commissione d'accesso alle procedure di affidamento di un impianto sportivo comunale che hanno disvelato irregolarita', clientelismo e il sistematico sfruttamento di risorse pubbliche favorite dalle inerzie e dai ritardi dell'amministrazione comunale. A tal proposito, viene riferito che l'impianto sportivo era stato dato in gestione ad un'associazione sportiva dilettantistica che ha maturato negli anni un consistente debito verso il Comune di Anzio, ma tale ente locale non ha provveduto a revocargli l'affidamento, come invece prevede il regolamento comunale. Nel frattempo l'originario gestore si e' fuso con altra societa' sportiva, assumendo una nuova denominazione, ed ha richiesto il subentro nella concessione dello stesso impianto. Nonostante la sostanziale continuita' amministrativa con la precedente gestione - le due gestioni condividono infatti alcuni nominativi ricoprenti le cariche direttive, tra i quali anche un consigliere comunale, convivente con un soggetto di rilevata caratura criminale - e la sussistenza del debito pregresso non estinto, il comune ha consentito alla nuova associazione, almeno fino al 31 agosto 2021, di continuare ad utilizzare il bene comunale per oltre due anni senza averne titolo e senza che il credito vantato dal comune fosse soddisfatto. Nella relazione viene riferito anche di un parere legale appositamente richiesto sulla questione dal segretario generale dell'ente che ha rilevato la illegittimita' di tale procedura e nel quale viene precisato che il nuovo soggetto ha assunto i diritti e gli obblighi dell'originario gestore, subentrando, dunque, anche nell'obbligo di pagamento dei debiti pregressi verso il comune. I rapporti personali tra alcuni amministratori comunali ed esponenti delle locali consorterie mafiose sono stati rilevati anche nell'affidamento diretto di alcuni lavori di ispezione ed espurgo di tratti di condotte per acque reflue ad una societa' riconducibile ad una nota famiglia di 'ndrangheta insediatasi nel territorio anziate. A questo riguardo, la commissione di accesso ha riferito che il comune ha accettato l'offerta di quella societa' per svolgere l'attivita' di video ispezione di parte della rete di raccolta delle acque meteoriche. La relazione prefettizia, per documentare meglio l'origine e le motivazioni sottese all'affidamento dei predetti lavori, ha riferito che dalle risultanze investigative nella sopracitata operazione di polizia giudiziaria sono stati documentati ripetuti incontri tra i titolari della ditta affidataria e amministratori comunali, tra i quali un ex assessore e alcuni consiglieri comunali oltreche' un dipendente comunale. Viene riferito, altresi', che anche un'altra ditta riconducibile alla medesima famiglia mafiosa risulta essere destinataria nell'anno 2019 di ripetuti affidamenti diretti, ricorrendo anche all'illecito frazionamento di lavori che, se valutati unitariamente, avrebbero comportato un importo base superiore con l'obbligo di ricorrere al mercato elettronico della pubblica amministrazione (MEPA). A tal riguardo, la relazione prefettizia ha rimarcato che i frequenti incontri avvenuti nella sede di una delle. predette societa' dimostrano i rapporti di favore instaurati tra una parte dell'amministrazione comunale e l'impresa affidataria dei lavori, alla quale, peraltro, risulta essere stato liquidato l'intero corrispettivo pattuito a fronte di lavori non compiutamente eseguiti su tutti i tratti fognari indicati nel contratto. Gli esiti ispettivi riassunti dalla relazione prefettizia hanno posto in evidenza come presso il Comune di Anzio si sia verificata una «effettiva compromissione dei valori democratici e di buon andamento che dovrebbero informare l'agere amministrativo» che si e' tradotta anche in attivita' poste in essere a favore delle locali organizzazioni malavitose, cui sono conseguite le irregolarita' gestionali sopra menzionate e che dimostrano il preoccupante livello di compromissione dell'amministrazione comunale nei confronti della criminalita' organizzata di stampo mafioso radicatasi nel territorio di Anzio. Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Anzio volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Anzio (Roma), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 16 novembre 2022
Il Ministro dell'interno: Piantedosi |
| Art. 2
La gestione del Comune di Anzio (Roma) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott.ssa Antonella Scolamiero - prefetto a riposo; dott. Francesco Tarricone - viceprefetto a riposo; dott. Agostino Anatriello - dirigente di seconda fascia a riposo. |
| Prefettura di Roma
Ufficio Territoriale del Governo
RELAZIONE AL SIG. MINISTRO DELL'INTERNO
Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 23 novembre 2022
MATTARELLA
Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri
Piantedosi, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 30 novembre 2022 Foglio n. 2891 |
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